Per quanto molto marginali rispetto al dramma che l’Europa sta vivendo, gli effetti della guerra in Ucraina si fanno sentire anche nel mondo degli eSports.
La notizia in questo caso riguarda il Team Spirit. L’organizzazione russa, una delle più importanti e seguite in tutta l’Europa dell’Est, ha infatti trasferito la proprio sede e il proprio staff da Mosca a Belgrado, in Serbia.
Le ragioni della scelta sono sia di tipo pratico che etico, come si legge nel comunicato apparso su Twitter il 24 marzo scorso. D’altra parte una percentuale consistente dell’organico di Team Spirit è composta da persone di nazionalità ucraina.
“Gli eSports non hanno mai conosciuto confini geografici e non sono mai stati vincolati ad un punto su una mappa geografica” si legge nel post che riportiamo qui di seguito:
Le ragioni pratiche riguardano soprattutto la possibilità di continuare a disputare eventi internazionali. Dall’inizio della guerra, infatti, alcune organizzatori hanno bannato i team russi dai loro tornei. E’ successo ai Gambit Gaming e ai Virtus Pro, poi riammessi a condizione che giocatori e formazioni si iscrivessero sotto un altro nome.
Ma nel caso del Team Spirit le ragioni etiche sembrano essere quelle più forti, dal momento che l’organizzazione ha subito dimostrato il suo dissenso nei confronti dell’aggressione russa. E lo ha fatto in maniera aperta, prendendosi anche dei rischi.
Il 4 marzo scorso, in occasione delle Invitational Series di Dubai, il famoso team di DOTA2 si è presentato sul palco con le magliette recanti la scritta “Peace”. Una scelta coraggiosa, anche in considerazione del fatto che la società esportiva aveva ricevuto i complimenti del Presidente Putin dopo la vittoria nel The International 10.
Fondata nel 2015, la società Team Spirit è attiva nell’ambito di numerosi eSports, ma quelli di maggior successo sono CS:GO, Hearthstone e DOTA2.
Con Counter Strike l’organizzazione (ex-)moscovita ha incassato poco meno di 800mila dollari, mentre il team di Hearthstone ha finora contribuito vincendo $276.000. Ma è soprattutto con DOTA2 che Team Spirit ha raggiunto i traguardi più importanti.
Nel 2021 il quintetto formato da Illya “Yatoro” Mulyarchuk, Alexander “TORONTOTOKYO” Khertek, Magomed “Collapse” Khalilov, Miroslaw “Mira” Kolpakov, Yaroslav “Miposhka” Naidenov, ha portato nelle casse dell’organizzazione ben $18.208.300 grazie alla vittoria nel TI10.
Si tratta della vincita più elevata di sempre nella storia del gioco prodotto da Valve. Un successo per nulla semplice o scontato, frutto di una “remuntada” degna di nota.
Il Team Spirit è infatti arrivato alla fase finale della competizione in extremis. Con un punteggio DPC non sufficiente per ricevere l’invito diretto, il quintetto è passato attraverso la selezione degli Eastern European Qualifiers. Nella sfida finale per il pass, Team Spirit ha superato i rivali del Team Empire al termine di un sofferto 3 a 2.
Approdati a Bucarest ad inizio ottobre del 2021, i cinque hanno faticato non poco per superare il girone di qualificazione: 5 vittorie e 3 sconfitte, quarto posto e preturno dei Playoffs evitato per un soffio. Ma già nei quarti di finale del Winner Bracket i Team Spirit sono stati sconfitti da Invictus Gaming.
Da lì la formazione è scesa nel Loser Bracket. E qui ha dato il meglio. Nell’ordine Team Spirit ha superato: Fnatic, OG, Virtus Pro, Invictus Gaming e Team Secret, quest’ultimo capitanato dal grande Clement “Puppey” Ivanov.
L’ultimo atto, quello della finalissima contro PSG.LGD, è stato tiratissimo: un 3-2 finale per Team Spirit che ha così coronato il sogno di sollevare al cielo il trofeo.
Un sogno per una vittoria senza confini: “Yatoro” Mulyarchuk e “Mira” Kolpakov sono infatti esporter ucraini, mentre gli altri tre sono russi.
Con quel risultato, Team Spirit è diventata la seconda organizzazione dell’Est Europa a vincere il The International, dopo il successo dei Natus Vincere nel 2011.
Vale la pena ricordare che anche i Na’Vi, in quanto organizzazione ucraina, hanno pagato dazio alla guerra in corso. Il primo marzo 2022 Natus Vincere ha deciso di abbandonare la “join-venture” con altre società russe che aveva dato vita al conglomerato esportivo ESForce.
Immagine di testa: la vittoria del Team Spirit al The Internation 2021 (foto credits Redbull)