Non è tutt’oro quello che luccica, nemmeno quello degli eSports. Anche se la pandemia ha aumentato l’interesse globale per le competizioni di videogame, i numeri economici non sembrano andare nella stessa direzione.
La notizia più recente in questo senso arriva da Bloomberg che il 28 settembre scorso ha riportato la news di un pesante licenziamento da parte di Epic Games. Secondo la famosa agenzia media, il publisher statunitense ha deciso di tagliare il 16% del proprio staff. Al momento sembra che la cifra sia di 830 licenziamenti, la maggior parte dei quali riguarda i settori di Fortnite e Rocket League.
Il motivo? L’azienda “ha speso più di quanto abbia guadagnato” secondo Tim Sweeney.
Il CEO di Epic Games, nonché proprietario al 40%, ha poi chiarito che Fortnite, “sta ricominciando a crescere ma la crescita è guidata principalmente dai content creators con i quali vanno divise le entrate. Si tratta di un business con margini inferiori rispetto a quando Fortnite Battle Royale è decollato e ha iniziato a finanziare la nostra espansione. Il successo dei content creators è un grande risultato, ma significa un importante cambiamento strutturale per la nostra economia“. In altre parole: meno investimenti per il competitivo.
Il taglio più radicale lo ha subito l’eSport di Rocket League. Tra coloro che sono rimasti a casa, c’è anche un nome importante come quello di Jake Friedman, ex Esports Product Manager di Epic Games. Friedman è stato infatti uno dei promotori del competitivo di questo titolo, soprattutto attraverso le Rocket League Championship Series. “Jake E’ l’eSport di Rocket League” ha commentato Murty Shah, attuale Product Manager del videogame.
Il numero esatto dei licenziati dall’eSport di RL non è stato rivelato ma sembra che l’intero staff sia stato ridotto a solo tre persone! Se il dato fosse confermato, vorrebbe dire ridurre il competitivo ai minimi termini. Una situazione estrema e anche inaspettata perché l’eSport di RL sembrava piuttosto ben avviato verso una fase di crescita.
La speranza, a questo punto, è che la community prenda in mano l’eSport. Una community, quella di RL, molto attiva e fidelizzata e sicuramente più attenta del publisher ai costi. Perché non c’è dubbio che RL paghi sia una gestione troppo allegra da parte di Epic che le spese legali sostenute dall’azienda nel caso contro Apple. L’accordo finale ha intaccato la monetizzazione di Fortnite e la perdita di revenue adesso si scarica adesso sui giochi meno profittevoli.
Ma nel mirino non sono finiti solo i titoli esportivi. Altre fonti riportano infatti l’intera cancellazione del team del battle royale Fall Guys. La notizia per ora non è confermata, mentre lo sono la vendita della piattaforma di distribuzione audio Bandcamp e l’intenzione di scorporare la maggior parte di SuperAwesome, società di marketing con target giovanile. Queste ultime due operazioni porteranno al licenziamento di altre 250 persone dopodiché Sweeney ha garantito che non ci saranno altri tagli al personale.
Tutti i dipendenti colpiti da licenziamento riceveranno sei mesi di indennità di fine rapporto, comprensivo di paga regolare e contributi, oltre a un bonus in azioni.
Il caso Epic Games non è il primo che denuncia la fragilità degli eSports e soprattutto la necessità di una ristrutturazione del competitivo. Pochi giorni fa Valve ha deciso di chiudere il Pro Circuit di Dota 2.