Nel variegato e ampio mondo degli eSports, i giochi di carte collezionabili digitali rappresentano un capitolo a parte. In un certo senso sono videogame di nicchia. Le loro platee sono numerose, ma non tanto quanto quelle degli FPS o dei MOBA più famosi. E soprattutto sono composte da giocatori altamente “fidelizzati” e specializzati, molti dei quali uniscono alla passione per il gioco online quella per i trading card games fisici.
L’elite degli eSports in formato gcc è composta da Hearthstone, Magic The Gathering: Arena, Shodowerse e Legends of Runeterra. Quest’ultimo, prodotto da Riot Games, è l’ultimo arrivato in ordine di tempo e sembra che abbia grandi potenzialità per il futuro. Al momento, però, la sua scena competitiva è quasi inesistente: sarà quindi necessario attendere un po’ di tempo prima di poterlo considerare un eSport a tutti gli effetti.
Shodowerse è probabilmente il n.1 nei Paesi del Far East e vanta tra le sue fila il giocatore di gcc virtuali più ricco: il giapponese “Feg” (il nome vero è sconosciuto), che ha incassato 1.003.000 dollari con i tornei di Shadowerse.
In termini assoluti, però, al comando c’è Hearthstone. Il titolo di Blizzard è il più giocato a livello competitivo e quello che dal 2014 ad oggi ha distribuito più premi in denaro con i tornei: $25.674.830.98, 9° posto nella speciale classifica degli eSports più remunerativi.
Ma se parliamo di pedigree, di discendenza storica, nessuno è paragonabile a Magic The Gathering. Tutti i gcc devono qualcosa al titolo creato da Wizards of the Coast il quale, dal 2018, ha anche la propria versione esportiva.
Di Magic The Gathering: Arena abbiamo parlato con Stefano “Goina#60608” Goina. Il triestino, classe 1986, è al tempo stesso giocatore di Magic: The Gatering tradizionale e del formato eSport. Per professione, inoltre, si occupa del commercio di carte collezionabili all’interno di Arcana Distribution, uno dei principali rivenditori italiani di questo prodotto.
Un interlocutore ideale per capire meglio le potenzialità e le eventuali debolezze del videogioco sviluppato da WotC e Digital Games Studio.
Ciao Stefano, prima di tutto grazie per essere qui con noi. Ci racconti com’è iniziato il tuo percorso nel “magico” mondo delle carte collezionabili?
Grazie a voi e un saluto a tutti! Il mio primo approccio con il Magic cartaceo è stato verso la fine degli anni 90; a quel tempo giocavo con i miei amici con le poche carte che avevamo, non era così semplice procurarsene di nuove poiché le nostre finanze erano modeste e anche la reperibilità delle stesse era piuttosto scarsa. Con l’inizio della scuola superiore, avendo altre priorità, ho smesso di giocare per poi appassionarmi nuovamente nel 2014. Di lì a poco ho iniziato a frequentare l’ambiente dei tornei, partecipando talvolta a trasferte nelle regioni vicine.
Sono state queste le occasioni per conoscere persone con il mio stesso interesse e per entrare in contatto con il gioco via Internet. Ho iniziato con Magic The Gathering Online e poi sono passato ad Arena. Da una manciata di anni ho a che fare con MTG quotidianamente poiché lavoro presso Arcana Distribution, nota azienda rivenditrice di carte online a livello europeo. Parallelamente a questa attività, produco tokens artigianali in legno legati al gioco (Instagram: woodtokens).
Quali sono le differenze principali tra MTG con le carte fisiche e MTG con quelle virtuali? Esiste una forma di collezionismo anche in MTG Arena?
Sebbene le regole siano le medesime, trovo che sia molto diverso giocare dal vivo piuttosto che online. Su Arena e MTGO si hanno delle comodità che dal vivo non è possibile avere: impossibilità di dimenticare l’innesco di un’abilità, conteggio automatico dei punti vita e delle carte nei grimori, evidenza delle carte giocabili da altre zone diverse dalla mano, poter leggere le carte nella lingua che si preferisce e altre ancora.
Inoltre non si può barare. Nonostante io preferisca il gioco live, dove si possono scambiare quattro chiacchiere con l’avversario, devo ammettere che l’opportunità di giocare un match a qualunque ora del giorno gratuitamente non sia poco; inoltre permette anche a chi non ha tempo o possibilità di partecipare ad eventi dal vivo di svagarsi con il gioco di carte preferito.
Per quanto riguarda il collezionismo, sicuramente gli appassionati di Magic nutrono più interesse verso il prodotto fisico che digitale, tuttavia anche online è possibile collezionare le carte in versioni “estese” o con artwork differenti dall’originale.
Parlaci un po’ della community dei giocatori. Tra MTG classico e MTG Arena c’è interscambio, c’è competizione o sono due community diverse?
Personalmente trovo che Arena sia un ottimo punto di partenza per chi vuole avvicinarsi al gioco e imparare le regole. Al tempo stesso è una buona palestra per i giocatori più esperti che vogliono esercitarsi. Gran parte di quelli che conosco frequentano sia i tavoli che il web, quindi non direi che ci sono due community divergenti. Purtroppo, però, bisogna dire che Arena per ora presenta solo un paio dei formati constructed esistenti: lo Standard ed il Brawl, con l’aggiunta dell’Historic e Brawl Historic (questi ultimi sono legali solo sulla piattaforma digitale). Questo è un problema perché inevitabilmente taglia fuori gli amanti di altri formati, il Modern e il Legacy ad esempio.
Spostiamoci ulteriormente verso la scena esportiva. Qualche tempo fa WotC ha cancellato MPL e Rivals. Cosa sta succedendo a livello competitivo e qual è la situazione in Italia?
Quelle formule sono state escogitate a ridosso della pandemia globale per ovviare all’impossibilità di organizzare tornei fisici. Suppongo quindi che la loro cancellazione sia legata all’intenzione di voler tornare gradualmente alla normalità, puntando di più sui tornei dal vivo. L’Italia può vantare dei nomi che negli ultimi anni si sono distinti in entrambe le realtà di gioco, dunque credo possa continuare su questa linea di successi, ma non vorrei portare sfortuna affermandolo!
Come vedi il futuro di MTG Arena? Diventerà l’eSport di carte collezionabili n.1 o quel ruolo rimarrà nelle mani di Hearthstone?
Ad essere sincero, Hearthstone lo conosco solo per fama, non ci ho mai giocato per cui mi è difficile dare un’opinione. Vero è che il prodotto della Wizard ha un potenziale altissimo e molto dipenderà da come il publisher “giocherà le sue carte”. Ciò che sicuramente darebbe una bella spinta in tal senso, come già accennavo, sarebbe inserire almeno il Modern in Arena: questa mossa porterebbe una vasta schiera di amanti del formato ad approcciarsi alla versione online e permetterebbe di disputare anche tornei importanti sulla piattaforma.
Immagine di testa credits Wizards of the Coast