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A volte capita che le vicende di uno studio di sviluppo siano strettamente collegate a uno specifico videogame, oltre che alle scelte commerciali del publisher. E’ questo il caso di Millennium Interactive e del suo MediEvil.

Prima di MediEvil

Millennium Interactive viene fondata nel 1988 in prossimità di Cambridge (Regno Unito). Come molti sviluppatori dell’epoca, si dedica alla creazione di titoli per gli home computer più in voga, come Atari e Amiga. Il loro primo videogioco ufficiale è Kid Gloves, un platform a schermata fissa con protagonista un ragazzo. A questo segue James Pond, altro platform ma con protagonista un pesce rosso antropomorfo e agente speciale. James Pond riscuote abbastanza successo da ottenere grande popolarità, diventare una serie e avere anche un adattamento a fumetti.

Il primo vero successo arriva tuttavia nel 1996 con Creatures, un ambizioso progetto basato sugli studi di Steve Grand, luminare nel campo dell’intelligenza artificiale, che partecipa attivamente allo sviluppo. Il titolo è un gestionale in cui il giocatore deve prendersi cura delle creature chiamate Norn, insegnando loro a parlare, a nutrirsi e a proteggersi dai crudeli Grendel. Creatures gode di numerose riedizioni e sequel, tanto che Millennium Interactive si divide in due gruppi distinti. Uno si dedica esclusivamente a Creatures come progetto principale. L’altro, di dimensioni ridotte, è libero di lavorare su titoli diversi.

Sarà proprio quest’ultimo a dare vita a uno dei giochi più piacevolmente ricordati degli anni ’90: MediEvil.

Screensot YouTube

MediEvil

La genesi di MediEvil inizia quando nella mente di Chris Sorrell, già ideatore di James Pond, comincia a farsi largo l’idea per un nuovo gioco, supportato dal design di Jason Wilson. Il concept pesca nell’ambientazione gotica e cavalleresca del famoso titolo per C64 Ghosts ‘n Goblins, ma anche nelle opere di Tim Burton, oscure ma grottesche. Il protagonista, Dead Man Dan, è un epico cavaliere defunto con un background assolutamente ridicolo e comico.

Nonostante le interessanti premesse, il progetto si trova ad un certo punto a corto di fondi e rischia di essere chiuso. A salvarlo è un tour promozionale che intercetta l’interessa di Sony. Il colosso nipponico ne intuisce le potenzialità e acquista la divisione di Millennium, che nel 1997 prende il nome di SCE Cambridge Studio.

È da qui che nel 1998 esce MediEvil, avventura dinamica con elementi hack ‘n slash e grafica poligonale in 3D. Il protagonista è Sir Daniel Fortesque, un cavaliere fallito, famoso per le false narrazioni sulle sue gesta e morto all’inizio della prima ed unica battaglia a cui ha davvero preso parte. Questa sorta di miles gloriosus digitale viene però risvegliato erroneamente dal mago Zarok, suo avversario un secolo prima nella battaglia fatale. L’azione si svolge attraverso una serie di mondi a tema, divisi in livelli e ispirati ai grandi classici dell’epoca come Tomb Raider, Crash Bandicoot e Super Mario 64.

Quell’anno, MediEvil diventa uno dei protagonisti di Natale. Sebbene non si conosca il numero delle vendite, il gioco entra nella collana Platinum riservata ai titoli con almeno 400.000 copie vendute a livello internazionale, diventando così un’icona PlayStation al pari di Crash o Spyro.

MediEvil 2

Dato il successo del primo capitolo, non passa molto tempo prima che Sony ordini un sequel. Il progetto è sempre affidato a Studio Cambridge, ma senza l’apporto del suo creatore, Chris Sorrell, già impegnato su un progetto per PlayStation 2.

MediEvil 2 esce nell’aprile del 2000 su PlayStation, con un mood che rimane sulla linea del comico grottesco. Adesso Sir Daniel Fortesque si risveglia al British Museum, 500 anni dopo aver sconfitto Zarok, quindi in piena epoca vittoriana. Sarà chiamato a sconfiggere il perfido Lord Palethorn, determinato a conquistare Londra.

Per quanto il gioco risulti un more of the same, gli sviluppatori fanno tesoro delle critiche e perplessità rivolte al primo titolo, proponendo migliorie sia al comparto tecnico che al gameplay. Ad esempio, in MediEvil 2 c’è la possibilità di utilizzare due armi da scambiare rapidamente per passare da melee a ranged. Inoltre, una mano zombie su cui montare la testa di Sir Daniel offre nuove possibilità di esplorazione, consentendo di raggiungere gli spazi più angusti.

Pur se non ai livelli del primo, e nonostante l’imminente arrivo di PlayStation 2, MediEvil 2 riscuote un grande successo di vendite.

Screenshot YouTube

Tutti si aspettano MediEvil 3 e invece…

Succede che Cambridge Studio debutta su PlayStation 2 con una nuova IP. E’ quella a cui Chris Sorrell aveva lavorato durante tutto lo sviluppo di MediEvil 2: Primal.

Pubblicato nel marzo 2003 (marzo 2004 in Giappone), il videogame è un’avventura dinamica dalle tinte più mature, fantasy e horror, anche se originata dalle stesse premesse gotiche della serie di MediEvil. Purtroppo il nuovo titolo lascia freddi sia il pubblico che la critica.

Cambridge Studio cambia prontamente rotta e si butta su un’altra nuova IP: Ghost Hunter, pubblicato a fine 2003. Il risultato è uno strano esperimento che mescola una storia di investigazione con la caccia ai fantasmi, aggiungendo spunti che sembravano presi da Matrix e da 007 e collocati in un’ambientazione dark.

Medievil Resurrection

Dopo due nuove IP firmate Cambridge Studio e a cinque anni dal lancio di PlayStation 2, nessuno si aspetta più un altro capitolo della serie MediEvil. E invece, il lancio sul mercato di PlayStation Portable (la prima console portatile Sony) obbliga la multinazionale a sfornare titoli forti per poter competere con Nintendo. Uno di questi è proprio MediEvil.

Con un solo anno a disposizione per lavorare, Cambridge Studio esclude la possibilità di un MediEvil 3. Opta quindi per l’unica via possibile: un remake, o meglio una reinterpretazione del primo capitolo della serie, che prende il nome di MediEvil Resurrection ed esce nel 2005.

Resurrection non è una riproduzione pedissequa. Piuttosto è una parodia dell’originale, che prende in giro tanto il videogioco e i suoi personaggi, quanto il giocatore stesso. Il titolo propone inoltre alcune modifiche al gameplay e alla struttura dei livelli. Purtroppo, MediEvil Resurrection è afflitto da troppi problemi tecnici, talvolta legati alle difficoltà intrinseche della console, e si trasforma in un’occasione sprecata, come è costretto ad ammettere lo stesso Chris Sorrell.

Screenshot YouTube (MediEvil Resurrection)

Il declino di Cambridge Studio e il remake di MediEvil

Allo sfortunato MediEvil Resurrection segue una serie di videogiochi mediocri e dimenticabili che allontanano sempre più Cambridge Studio dalle avventure di Sir Daniel.

Fra questi ricordiamo 24 The Game (2006), adattamento videoludico della serie tv 24 e la conversione di Little Big Planet per PlayStation Portable (2009). Seguono TV Superstars (2010), Killzone: Mercenary (2013) e infine RIGS Mechanized Combat League (2016), multiplayer per PlayStation VR.

Dopo questi insuccessi, Sony decide una massiccia riorganizzazione di Cambridge Studio. Lo sviluppatore prima diventa parte di Guerrilla (Guerrilla-Cambridge), poi viene definitivamente chiuso, con i suoi membri assegnati a vari dipartimenti.

Sony passa ad altro, pubblicando remake di successo come Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy (2017) e Spyro: Reignited Trilogy (2018). Il “GAME OVER” per MediEvil sembra ormai scritto, ma la pressione esercitata da anni di richieste e petizioni dei fan, obbliga Sony al dietrofront. Nel 2019 il publisher fa uscire un remake del primo MediEvil, realizzato da Other Ocean Interactive.

Tuttavia, a differenza delle altre due opere di remake già citate, MediEvil 2019 non porta alcuna aggiunta al titolo, come se volesse essere un reboot, e si limita a recuperare solo il primo capitolo della serie.

Tutto questo solo per lasciare gli appassionati di fronte a un interrogativo: c’è ancora speranza per altri remake dedicati ai due capitoli successivi della serie, se non addirittura per un MediEvil 3?

Screenshot YouTube (MediEval remake)

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