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Metal Gear Solid Delta: Snake Eater è il remake di Metal Gear Solid 3: Snake Eater, capolavoro di Hideo Kojima pubblicato originariamente nel 2004.

Il titolo è in via di sviluppo presso Konami che con questa operazione, unitamente al remake di Silent Hill, intende rientrare dopo anni nel mercato dei videogiochi AAA. Lo conferma anche la scelta del publisher nipponico di affiancare al proprio studio interno (Konami Digital) Yuji Korekado – già attivo in diversi capitoli canonici della serie e anche in Metal Gear Online 2 – e Noriaki Okamura – coinvolto in Portable Ops – quali supervisor del progetto, nonché lo studio Virtuos di Singapore che, a detta del producer, in passato avrebbe già collaborato sul prodotto Metal Gear.

Le aspettative per Metal Gear Solid Delta: Snake Eater sono state finora abbastanza basse, sia per il disastroso divorzio fra Kojima e Konami risalente ormai a quasi dieci anni fa, sia per la terribile operazione che fu Metal Gear Survive. A tutto ciò va aggiunto un teaser di presentazione uscito nel maggio 2023 che ha lasciato un’impressione abbastanza modesta.

Tuttavia, a distanza di un anno la situazione potrebbe essere cambiata.

Immagine credits Konami

DELTA TRA IL PRIMO TRAILER E LA DISCUSSIONE CON GLI SVILUPPATORI

Le aspettative su Delta si sono decisamente alzate dopo il primo trailer presentato a giugno durante l’Xbox Showcase e ancora di più dopo l’ultimo hotline con gli sviluppatori. Quest’ultimo è disponibile sul canale Konami, sottotitolato in inglese.

Il trailer mostra infatti un’estrema fedeltà a Metal Gear Solid 3, riportando su schermo scene e luoghi iconici e ricalcando quasi completamente le inquadrature dell’opera originale. I più attenti avranno riconosciuto l’arena in cui c’è la boss fight con The End, la sua mimetica (poi utilizzabile) e la sua arma, la rapida inquadratura dove appare di sfuggita la figura di Ocelot e, nascosta fra le frasche, una maledettissima Kerotan.

Il gioco sfoggia una veste grafica di tutto rispetto ed estrema attenzione a dettagli quali le foglie secche che si alzano quando un soldato nemico viene sbattuto a terra, l’uniforme che si sporca mentre Snake striscia nel fango (avrà un impatto sulla mimetizzazione?) o ancora i capelli del protagonista bagnati dalla pioggia. Buone anche le animazioni, nonostante i modelli in certi momenti risultino un po’ plastificati.

Ciò che invece lascia un po’ perplessi è l’art direction. Per quanto gli sviluppatori abbiano fatto un ottimo lavoro con l’Unreal Engine 5, l’aspetto iperrealistico del gioco risulta un po’ anonimo, quando invece anche solo l’immagine della giungla dell’opera originale era riconoscibile come la giungla di Metal Gear Solid 3.

Questo trailer mostra quindi un remake di Snake Eater che non è una reinterpretazione dell’originale, come ad esempio accadde con Final Fantasy 7 Remake, ma un reskin che recupera quasi 1:1 l’originale, attingendo a piene mani dai lavori fatti per The Phantom Pain, titolo rimasto incompleto per la frattura tra Konami e Kojima ma dotato di un gameplay ancora oggi più che invidiabile.

Nell’ultimo episodio della hotline gli sviluppatori di Metal Gear Solid Delta hanno evidenziato una serie di caratteristiche già note, aggiungendo però alcune novità. È confermato che le differenze fra l’originale e il remake riguarderanno principalmente la grafica e i controlli e che ci sarà il doppiaggio originale, con l’eccezione di alcuni tutorial. Ne consegue che, a ragion di logica, la sceneggiatura non subirà modifiche.

Lo staff ha inoltre spiegato le due modalità di gioco. Legacy è per chi vuole giocare con la telecamera dall’alto come nel 2004; Moderna offre invece un approccio più simile ai titoli odierni che mettono la telecamera dietro la spalla, per uno stile di gioco più simile a quello visto in The Phantom Pain. Si sa inoltre che a queste due modalità di gioco saranno collegate alla schermata iniziale dell’opera. Coloro che sceglieranno l’approccio Moderno vedranno la schermata iniziale con la giungla, chi invece userà Legacy avrà la schermata che ricalca quella dell’originale.

Un’altra novità riguarda i filtri con cui sarà possibile vivere l’esperienza, uno dei quali prova a riprodurre nella modernità le tinte tendenti al verde che aveva lo Snake Eater originale. I menù delle mimetiche e delle ferite sembrano uguali agli originali, nonostante all’inizio Konami avesse dichiarato di voler rendere l’esperienza più fluida.

Gli sviluppatori giustificano anche la scelta di Snake Eater come (primo) remake con l’intenzione di rendere più agevole il percorso dei neofiti. Pur essendo di fatto il quinto capitolo della saga ad essere pubblicato, Snake Eater è il primo in ordine cronologico nella timeline di Metal Gear e racconta quindi l’inizio della storia. In questo modo chi si approccia all’opera per la prima volta non si trova davanti a rimandi specifici ad altri titoli che non sono (ancora) disponibili in versione aggiornata.

A questa scelta si può però obiettare che avvicinarsi alla saga in ordine di pubblicazione consente di apprezzare al meglio l’evoluzione del gameplay, gli easter eggs e le autocitazioni. Si può quindi pensare che Snake Eater sia stato scelto anche perché è decisamente più facile da svecchiare e restaurare rispetto al primo Metal Gear Solid.

Immagine credits Konami

SPERANZE E TIMORI

Le aspettative iniziano ad esserci pur tenendo bene a mente che non sarà un “Hideo Kojima game” perché, come abbiamo detto all’inizio, la direzione appartiene a un nuovo team e non ci sarà alcuna supervisione degli autori originali.

Lascia ben sperare anche il modo in cui Konami sta comunicando questo remake, a differenza delle modalità un po’ goffe con cui il publisher ha presentato Silent Hill. Adesso siamo di fronte a una comunicazione trasparente, attenta al feedback del pubblico, con il publisher che ammette la responsabilità di avere tra le mani un’opera importante.

Metal Gear Solid 3, infatti, è stato un titolo di grande spessore non solo per gli elementi del gioco che offriva (interazione con l’ambiente, varietà di approcci alle varie situazioni e quindi rigiocabilità) ma anche per i temi che affrontava.

Non va infatti dimenticato che in ogni capitolo l’autore ha affrontato un tema: la genetica in MGS, la cultura/tradizione (i “meme“) in MGS2 e l’interazione sensoriale (il “senso”) con l’ambiente in MGS4. Con Snake Eater il focus si sposta sulla scena, intesa non solo in senso cinematografico ma anche e soprattutto come contesto che – nell’ottica della critica alla guerra proposta da Hideo Kojima attraverso l’intera saga – contestualizza la politica, gli ideali, le convinzioni, gli amici e i nemici. Il tutto attraverso gli occhi di un soldato che prima di essere Snake è il ventitreenne Jack.

Inoltre, nel corso dell’hotpoint per la prima volta Konami ha fatto riferimento a Kojima confermando che il suo nome comparirà nei credits del remake. Una cosa non da poco visto che fu Konami stessa ad impedire all’autore di ritirare personalmente i premi per TPP ai The Games Awards!

L’altro lato della medaglia, quello che suscita qualche preoccupazione, ricorda invece The Twin Snakes: il remake per GameCube di Metal Gear Solid che, oltre a rovinare completamente il mood dell’avventura e la caratterizzazione di alcuni personaggi (fra cui il protagonista), portava senza modifiche il gameplay del secondo capitolo (Sons of Liberty) nelle mappe del primo, permettendo di saltare intere aree e rompendolo completamente. Sarà quindi necessaria molta attenzione al bilanciamento per non ripetere l’errore con Delta le cui meccaniche, prese da Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, potrebbero risultare poco adatte se riproposte in mappe identiche alle originali.

Per dissipare i dubbi non ci resta che aspettare l’arrivo di questo remake, in uscita su PlayStation 5, Xbox Series X/S e PC ma per il quale non è ancora prevista una finestra di lancio. Solo allora potremo dire a Konami: “You’re pretty good”.

Immagine di testa screenshot credits Konami

Si ringrazia Nicola Benetton per la collaborazione

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