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Con tutto questo parlare dell’uscita (12/11/2024) di Assassin’s Creed: Shadows, fra chi è “in hype” per l’ambientazione, chi ne critica alcuni aspetti discutibili e chi lo attacca per futili ragioni, per ingannare l’attesa abbiamo giocato ad Assassin’s Creed: Mirage, anche se un po’ in ritardo.

Il titolo, inizialmente pensato come un pacchetto di espansione per Valhalla (quando era trapelato come rumors con il nome in codice Assassin’s Creed: Rift), è stato poi annunciato il 10 settembre 2022 durante un Ubisoft Forward come titolo autonomo della serie, di dimensioni ridotte e simile ai capitoli antecedenti la deriva gdr, per celebrare il 15° anniversario del brand e rendere omaggio al primo Assassin’s Creed.

LA NOSTRA ESPERIENZA

Uno degli obiettivi di Mirage era riportare in Assassin’s Creed una narrazione più lineare e meno dispersiva, raccontando una storia di formazione che vede il ladruncolo di strada Basim (già presentato in Valhalla) scalare i ranghi degli Occulti (divenuti poi Assassini) mentre affronta visioni terrificanti e foriere di misteri.

A parte i personaggi primari, però, gli altri sono tutti semplicemente abbozzati. La cosa è ancora più evidente negli antagonisti che risultano poco dettagliati e sicuramente non memorabili. Sotto questo profilo, il risultato è piuttosto deludente. Inoltre, a fare da contorno all’avventura manca un contesto storico davvero accattivante come potevano essere le Crociate (per il primo Assassin’s Creed) o l’epoca dei pirati (per Black Flag).

Il gameplay torna alle origini della saga. La mappa è ridotta a una dimensione praticamente cittadina, lo stealth è protagonista e il combattimento solo l’ultima spiaggia per togliersi dai guai. Anche qui però Mirage non brilla particolarmente.

Se è vero che la mappa è godibile e potenzialmente esplorabile anche senza la necessità di una bussola, a fare da contraltare c’è un combattimento basato su attacco, parata e schivata decisamente semplificato rispetto a Valhalla. Lo stealth, inoltre, non aggiunge niente a quello già visto nei vecchi capitoli della serie. Complice anche un livello di difficoltà tarato verso il basso, si sente la mancanza di nemici particolarmente determinati a cercare Basim o particolarmente abili ad individuarlo o situazioni e soluzioni nuove per passare inosservati.

Il punto più basso dell’esperienza è probabilmente il comparto tecnico non all’altezza di un titolo pubblicato nel 2023, con animazioni facciali davvero insufficienti che tendono a buttare un po’ fuori dalla finzione narrativa. A risollevare l’esperienza c’è però un colpo d’occhio ambientale davvero intrigante, cosa in cui Ubisoft è ancora maestra, e la resa di una città viva e brulicante.

CONCLUSIONI

Assassin’s Creed: Mirage è un videogioco che prova a riprendere quella fetta di pubblico che ha un po’ perso la magia del brand o ha abbandonato la serie dopo la deriva gdr iniziata con Origins. Nel giudicarlo, dobbiamo anche valutare che è una sorta di side-project e tenere a mente il prezzo di lancio ridotto.

Purtroppo Ubisoft ha sì cercato di riportare in vita la formula originale di Assassin’s Creed, ma innovandola giusto il minimo indispensabile per renderla (quasi) moderna e accompagnandola ad una narrazione che non è all’altezza dei capitoli storici della serie.

L’esperienza rimane godibile, accompagnata dal grande pregio di non annoiare ed essere stucchevole (pur avendo delle meccaniche ripetitive), ma che purtroppo non rimarrà impressa nel cuore dei giocatori come hanno fatto, per esempio, Assassin’s Creed 2 o Black Flag.

Si ringrazia Nicola Benetton per la consulenza

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