Il mondo degli sport di squadra ci insegna che dietro ad ogni grande performance individuale c’è un team coeso. Ma per avere un gruppo di persone che collaborano serve una Società Sportiva con idee ben chiare sui propri obiettivi.
Il calcio ci offre alcuni esempi famosi. Esempi di società che non fanno parte delle “big” eppure sanno programmare molto bene l’intera annata. Di squadre che ad inizio stagione giocano per salvarsi e poi vincono lo scudetto. Il Verona 1984/1985. Il Kaiserslautern 1997/98. Il Montpellier 2011/12. Il Leicester 2015/16.
Sono tutte vittorie che raccontano la storia di chi nasce Cenerentola e poi si trasforma in Principessa.
In occasione della recente eSerie A TIM di FIFA22 abbiamo però scoperto che questo esempio non viene solo dal calcio “reale”, ma anche da quello dei videogame competitivi. La protagonista, in questo caso, si chiama U.S. Salernitana 1919 Esports.
Chiariamo subito una cosa. L’e-calcio professionistico italiano è un settore giovane che non ha ancora (per fortuna) le sue “Sette Sorelle”. Stabilire ad inizio stagione chi sono i favoriti e chi fa parte delle Cenerentole è un azzardo.
Di sicuro, però, la Società calcistica campana ha dimostrato, oltre al grande interesse per gli eSports, una capacità organizzativa che raramente si vede in questo ambito.
A Milano, per le Final Eight della eSerie A TIM, la Salernitana aveva a disposizione tre pro player, il coach, il Team Manager e un assistente Staff. Sei persone. Nessun’altra società sportiva ha fatto altrettanto, neppure nella passata edizione del torneo. E i risultati di tanta cura per il team si sono visti.
Dopo un’ottima Regular Season e una fase ad eliminazione diretta che ha messo in mostra il talento di Andrea “Montaxer” Montanini, la Salernitana Esports è arrivata a un passo dal realizzare il sogno: vincere il campionato italiano di FIFA22.
Purtroppo per i campani, non è andata così. Sul cammino della Salernitana si è frapposto in semifinale il Venezia Esports: la sfida tra Montaxer e Karim “Karimisbak” Rmaiti è stata una delle partite più spettacolari di tutto il torneo, ma il player della società lagunare ha dimostrato di essere in uno stato di grazia.
Alla fine per la Salernitana è arrivato un terzo posto prezioso sia perché conferma la bontà del team sia perché qualifica Andrea Montanini ai Playoffs delle FIFA22 Global Series. Tuttavia il risultato soddisfa solo a metà la compagine, come ci ha confermato l’Esports Team Manager Ivan Moscardino al termine delle Final Eight milanesi.
Il 50% di delusione può essere comprensibile, visto il grande lavoro fatto. Tuttavia, se potrà contare ancora su questo team, siamo convinti che la Salernitana Esports abbia ancora tanto da dire.
Grazie a Ivan Moscardino e a Daniele Rizzoli, negli Studi Infront di Milano abbiamo incontrato e conosciuto da vicino i “quattro moschettieri granata” del joypad.
Ve li presentiamo qui di seguito.
ANDREA “Montaxer” MONTANINI
Classe 2000, Andrea Montanini viene da La Spezia. Gestito dall’agenzia di procura Pro2be, gioca per i Reply Totem ed è attualmente in prestito alla Salernitana.
I videogame sono entrati molto presto nella sua vita. Ben prima di diventare “Montaxer”.
“Ho iniziato da bambino, giocando con mio fratello a FIFA07. Poi un po’ alla volta mi sono avvicinato alle gare. Il competitivo di alto livello è arrivato con FIFA20″, ci spiega. “Nel 2020 ho chiuso al 9° posto in Italia e al 100° in Europa. Nel 2021 mi sono migliorato con un 29 posto continentale e quest’anno sta andando alla grande: semifinale qui, attualmente sono 10° in Europa e qualche giorno fa sono diventato un giocatore della nazionale italiana“.
Lo spezzino ha tanta passione per questo gioco, cioè FIFA22, al quale però non lesina qualche critica: “Complessivamente lo trovo un buon prodotto. L’ultima patch rilasciata lo ha migliorato, però a volte subisci dei gol strani e questo dà un po’ fastidio“.
Andrea Montanini non parla molto. E’ un giocatore pro al 100% ed è evidente che nella sua testa c’è la partita che lo aspetta [l’intervista è stata fatta prima della sfida con Karimisback]. Al tempo stesso ha ben chiara l’importanza che gli eSports rivestono per lui.
“Essere un esporter significa avere la possibilità di raggiungere traguardi importanti. Lo vivo come uno stimolo a migliorarmi e questo è esattamente quello che vedo nel mio futuro“.
VINCENZO CIPOLLA
Il 26enne di Castellamare di Stabia (NA) – ma residente ad Ancona “da sempre” – è il coach della squadra. Dopo una breve esperienza nel competitivo, si è reso conto che la sua strada era un’altra.
“Non ero abbastanza forte. Però capivo bene il gioco e questo mi ha aiutato a diventare un coach“.
D’altra parte, l’esperienza è dalla sua. “Sono in questo modo da prima che iniziasse ad esistere in Italia una scena competitiva vera e propria. Ho fatto parte di diverse organizzazioni esportive e di società di calcio interessate a questo settore, come ad esempio il Monza. Da due anni sono manager e coach del team FIFA di Reply Totem attraverso il quale sono approdato alla Salernitana, un anno fa“.
Un po’ per l’età, un po’ per la prospettiva che la sua posizione di allenatore gli offre, Vincenzo Cipolla ha uno sguardo ampio sul mondo degli eSports.
“Il settore degli eSports non è del tutto maturo in Italia. Ci sono margini di sviluppo, ma sono convinto che stiamo andando nella direzione giusta. Con il tempo questo settore crescerà molto creando nuovi posti di lavoro: soprattutto per i giovani che potranno dimostrare la loro professionalità“.
Ci sono però delle condizioni affinché tutto si realizzi: “E’ necessario che più persone esperte di eSports entrino nel business. Ci vuole esperienza per convincere i potenziali investitori. Questi ultimi devono essere lungimiranti: non si può pensare in modalità ‘mordi-e-fuggi’ ma bisogna credere in un movimento che ha un grande potenziale“.
E al futuro pensa anche lui. “Personalmente voglio continuare a crescere in questo settore, a migliorarmi come professionista e come persona. E’ questo che mi importa trasmettere ai giocatori che alleno: diventare non solo player più forti ma anche persone migliori. Queste due cose vanno di pari passo“.
Parola di coach.
SIMONE “Simob” BARBATO
Simob è il “primavera” del gruppo. Ha solo 19 anni, ma dal 2021 è già un pro player di PLB Esports, la società creata dagli ex professionisti del calcio “real life” Christian Vieri e Bernardo Corradi.
E’ anche uno dei due salernitani del gruppo. “E’ stata una grande emozione quando la Salernitana mi ha scelto dal draft dei qualificati online. Parenti, amici e tanti appassionati di esports della città hanno condiviso con me la gioia per il traguardo raggiunto“.
Da buon giocatore si sbilancia su FIFA22. “Circolano pareri contrastanti su questa edizione. A me piace, soprattutto perché è diventato più realistico nella fase difensiva. Ci sono però da risolvere alcuni bug, i kickoff glitch e il fatto che si segnano troppi gol nelle fasi finali dei due tempi. Insomma, i soliti problemi!“
Simone Barbato è un giovane molto consapevole, in particolare quando si parla di eSports in Italia.
“La figura del pro player è ancora poco riconosciuta in Italia. C’è un’enorme differenza con altri Paesi, soprattutto quelli del Far East dove i giocatori di professione sono delle star. Da noi quello che funziona di più in questo momento è lo streaming, l’utilizzo di Twitch. Va bene, ma serve uno scarto per poter parlare di professionismo vero e proprio“.
Sa che in ballo c’è il suo futuro. “Spero di poter coltivare questa mia passione, ma non sempre è facile parlarne in famiglia. I genitori fanno fatica a capire che il mondo degli eSports potrebbe offrirmi opportunità professionali. Dovrò fare le mie valutazioni, anche perché il professionismo richiede molto tempo e qualche rinuncia“.
EMILIANO “DiGianni” DI GIANNI
L’altro player nato e residente a Salerno è Emiliano Di Gianni. Un salernitano “doc”, tifosissimo del club cittadino da 26 anni (in pratica da quando è nato). Gioca da pro player per il team NoLimits.Melagoodo (anche lui attraverso Pro2Be), che per quest’anno lo ha condiviso con la società campana.
Di Gianni è il “veterano” che vorresti sempre avere al tuo fianco. Un po’ come Paul Newman nel film “Slap Shot”: sa dare buoni consigli ai campioni emergenti (Montaxer) e togliersi qualche bella soddisfazione quando gli viene affidato il joypad (vedi le vittorie su Inter ed Empoli nel Gruppo C della Regular Season).
“Nel 2018 ho raggiunto la top 32 ai Mondiali di FIFA disputati ad Amsterdam. In realtà mi sono appassionato a questo videogame molto prima, con la modalità Pro Club di FIFA10. Allora giocavo solo per divertimento. Poi, con il risultato ai Mondiali, è arrivato il primo contratto da pro player“.
Nessun rimpianto ovviamente, anche se questa edizione del gioco gli lascia qualche perplessità.
“Ho sempre amato FIFA e tuttora mi piace. E’ evidente però che ci sono sempre quelle giocate che devi provare a fare perché sai che il software le premia. Questo limita la creatività ed è una cosa che mi disturba un po’“.
Ha idee chiare anche sul mondo degli eSports. “Servono investimenti e, di riflesso, gli incentivi perché le aziende siano invogliate a mettere i soldi. Serve visibilità per far sì che il mondo degli eSports non resti confinato alle generazioni più giovani ma coinvolga anche gli over 40″. Sul futuro è ottimista perché “quando gli attuali appassionati di eSports avranno quarant’anni, non sarà più necessario ‘sdoganare’ questo settore!“
E lui dove sarà? E’ un pensiero marginale perché per ora, anche se si definisce “il vecchietto del gruppo”, vuole rimanere un pro player.
“Voglio dare sempre il 100%. Non ti puoi rilassare se vuoi competere con i più giovani. Quando non ne avrò più, vorrei provare a restare in questo mondo che mi ha sempre affascinato, ovviamente con altri ruoli“.
Immagine di testa: il team della Salernitana Esports. Da sx: il coach Vincenzo Cipolla, Andrea “Montaxer” Montanini, Emiliano “DiGianni” Di Gianni, Simone “Simob” Barbato (credits US Salernitana 1919 Esports)