Nella maggior parte dei boardgame, i giocatori agiscono al proprio turno in base a una sequenza prestabilita all’inizio della partita, per lo più attraverso un tiro di dadi. All’interno del proprio turno, poi, i giocatori scelgono quali azioni compiere.
E’ il modello classico, quello che troviamo in Monopoli, Risiko!, Coloni di Catan, Carcassonne, giusto per fare qualche esempio famoso.
Tuttavia, all’inizio del XXI secondo, tra i game designer si è fatto largo un altro tipo di modello, che rompe la rigidità dei turni fissi e inserisce più fasi di gioco all’interno di ogni turno.
Potrebbe sembrare un’innovazione modesta, ma in realtà si tratta di un sistema che comporta un forte cambiamento strategico.
Saint Petersburg è un perfetto esempio – anche se non l’unico – di questo sistema di gioco.
STORIA E AMBIENTAZIONE DEL GIOCO
Saint Petersburg nasce da tre menti: quelle di Michael Bruinsma, Jay Tummelson e Bernd Brunnhofer. Sulla scatola è però indicato solo un certo Michael Tummelhofer: in realtà si tratta dello pseudonimo che unisce i nomi degli autori reali.
Il gioco è uscito nel 2004 per l’editore tedesco Hans im Glück, il cui CEO è stato fino al 2017 lo stesso Bernd Brunnhofer. Quest’ultimo è stato anche l’autore di altri titoli quali Dodge City (in collaborazione con Karl-Heinz Schmiel) e la fortunata serie Stone Age. Tutti hanno riscontrato un buon successo, ma Saint Petersburg è quello che ha ricevuto i riconoscimenti maggiori: subito dopo l’uscita ha vinto il Deutscher Spiele Preis e il premio International Gamers Award – Miglior gioco di strategia. Il distributore di Saint Petersburg per l’Italia è Rio Grande Games.
Saint Petersburg si ispira direttamente alla costruzione della città voluta dallo Zar Pietro I “Il Grande” all’inizio del XVIII secolo. Per realizzarla, l’intera società russa è stata mobilitata: forza lavoro, tecnici e nobiltà.
MECCANICA DI GIOCO
Le tre classi sopra indicate diventano nel gioco tre fasi: quella degli artigiani, dei palazzi e dei nobili. C’è anche una quarta fase: quella dei potenziamenti o upgrade che servono per migliore le carte accumulate nelle fasi precedenti. Una volta completata anche la quarta fase, il turno termina.
L’azione principale è l’acquisto delle carte. Tutti i giocatori (max 4) partono con la stessa dotazione di rubli per comprarle.
Ad ogni fase di gioco vengono girate nuove carte specifiche: nella fase degli artigiani ci sono carte che simboleggiano le varie professioni, gli edifici storici arrivano nella fase quella dei palazzi, gli aristocratici (compresa la Zarina!) e le altre figure della corte in quella dei nobili. I giocatori, che sono tutti attivi nella stessa fase, acquistano quelle che ritengono più interessanti per la propria strategia. Alla fine della fase specifica, le carte comprate possono ripagare i giocatori che le hanno acquistate con rubli, punti, entrambe le cose oppure con azioni speciali. Quella non comprate, alla fine della quarte fase (upgrade), scendono di un livello sul tabellone e il loro prezzo diminuisce di un rublo. Dopo due turni di presenza sul tabellone, le carte non comprate vengono tolte.
Avere la prima scelta nell’acquisto è importante, ma chi comincia? Qui viene il bello, perché la priorità cambia di turno in turno. I giocatori, infatti, ricevono all’inizio della partita un segnalino che rappresenta la priorità in una determinata fase. Al termine delle quattro fasi, cioè alla fine del turno, ogni segnalino viene consegnato al giocatore alla propria destra (nel caso di partite 1 vs 1, ci sono due segnalini a testa).
Il gioco termina quando almeno un set di carte si esaurisce. A quel punto vince chi ha totalizzato più punti.
STRATEGIA
Da questo (parziale) resoconto sul regolamento, si capisce quanto sia articolato il modo di ragionare in Saint Petersburg.
Nei giochi classici, si agisce principalmente in “real time”. In altre parole: al mio turno ho visto cosa hanno fatto prima di me gli altri, so quali azioni ho a disposizione e agisco di conseguenza. Nei giochi con ‘rotazioni‘ e ‘fasi‘ come Saint Petersburg, esiste un livello di pensiero in più: per agire correttamente in una fase, devo ragionare in base a quello che avverrà nelle successive e possibilmente anche in quelle del turno che seguirà.
Si potrebbe dire che Saint Petersburg comporta una forma di ragionamento quasi scacchistico, molto orientato alla previsione delle mosse future, anche se la giusta dose di casualità (l’uscita delle carte) lo rende divertente e vario.
Con il tempo si impara che ogni fase ha le sue specificità e potenzialità a seconda del turno. Ad esempio, gli artigiani perdono un po’ di valore nei turni avanzati, mentre i nobili beneficiano molto dagli upgrade, soprattutto se si riesce a creare una “collezione” di figure tutte diverse.
E poi… beh, il resto lo lasciamo scoprire a voi, se avrete voglia di provare questo gioco per nulla banale!
VARIE
Sull’onda del successo ottenuto, di Saint Petersburg è stata pubblicata un’espansione nel 2005, intitolata St. Petersburg: The Festival.
Nel 2008 è invece uscita una versione ampliata a 5 giocatori e 35 carte in più. Nel 2014 questa è stata ripubblicata, sempre da Hans Im Gluck, con l’aggiunta di una quinta fase: il “mercato”. Potete trovare qui una recensione di Saint Petersburg 2a edizione.
Infine, per chi non può fare a meno del digitale, Saint Petersburg ha alcune opzioni da offrire. C’è un software (un po’ datato) per PC che consente di giocare con altre persone (se proprio non avete il gioco fisico), oppure contro l’I.A.. Se volete scaricarlo, il link è raggiungibile da qui.
Oppure si può giocare online su boardgamearena o su youcata.de.
Immagine di testa: scatola di Saint Petersburg edizione 2004