Una specie di enorme gorilla fa due balzi in avanti. “Ora fai attenzione R2” dice il droide C-3PO. Due secondi dopo, la mossa è fatta. Un bestione ancora più grosso avanza, solleva il gorilla e lo sbatte con forza sulla scacchiera. Chewbecca protesta vigorosamente, anche se non è chiaro cosa dica (forse è meglio così). “Ha fatto una mossa legale“, lo rimprovera C-3PO. “Urlare non ti aiuterà“.
A questo punto interviene il comandante del Millennium Falcon, Han Solo, che conosce meglio di tutti le abitudini del suo compagno di viaggio: “Non credo sia intelligente far innervosire un wookee” dice al droide che replica “Ma signore, nessuno si preoccupa di far arrabbiare un droide“. Solo: “Questo perché un droide non stacca le braccia agli avversari quando perde. Si sa che i wookee fanno così“. C-3PO guarda per un attimo il peloso antagonista e poi si rivolge di nuovo a R2-D2: “Suggerisco una nuova strategia, R2: lascia vincere il wookee!”
Va bene, la traduzione non è quella originale, è nostra. Ma il senso è chiaro. E soprattutto tutti avranno già capito che si tratta di una scena molto famosa di Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza (A New Hope).
Il Millennium Falcon è appena decollato con a bordo, oltre ai due droidi e all’equipaggio Solo-Chewbecca, anche il maestro Jedi Obi-One Kenobi e Luke Skywalker, la speranza per il futuro della galassia. Il viaggio verso il pianeta Alderaan (che non troveranno mai perché è stato distrutto) è lungo e il gruppetto si intrattiene come può.
Ma a cosa stanno giocando Chewbecca e R2-D2? A Dejarik, meglio noto in tutta la galassia come Holochess. E’ una versione futuristica degli scacchi dove, al posto dei classici pezzi, ci sono proiezioni olografiche 3D di strani esseri, ciascuno con abilità diverse. La scacchiera è invece fisica e rotonda, una sorta di arena nella quale i pezzi combattono “realmente”.
Un gioco sci-fi, quindi, totalmente inventato per la pellicola di Lucas, ad eccezione delle scacchiera tonda che deriva da una variante esistente degli scacchi.
Nel film non vengono spiegate le regole, nemmeno nelle apparizioni degli Holochess in altri episodi della saga (nell’Episodio VII, Il risveglio della Forza e nello stand-alone Solo: A Star Wars Story). Qualcuno ha tuttavia provato a metterle insieme.
In sostanza è un gioco che ricorda quelli di miniature tridimensionali, dove ciascun pezzo hai dei valori prefissati e ogni giocatore compone la propria lista in base ad un punteggio massimo prefissato. I giocatori hanno a disposizione una serie di mosse possibili da far compiere sulla scacchiera ai propri “mostri”. Qualcuno ha aggiunto anche l’elemento randomico: si tirano tanti dadi quanto sono quelli indicati per ogni caratteristica del pezzo. Un sunto di queste regole sperimentali è rintracciabile in questo video:
Regole che oltretutto non sono nemmeno ufficiali. Questo però non ha impedito a qualche appassionato con grandi capacità artigianali di creare scacchiere e pezzi di Holochess per i collezionisti più incalliti. Trovate qualche esempio qui.
Per ora gli “scacchi del futuro” restano nei sogni dei fans di Guerre Stellari. A noi però ricordano un altro tipo di giochi. Anzi videogiochi, i cosiddetti strategici a turni o Auto battler.
Il genere ha cominciato a diffondersi nel 2019 con Dota Auto Chess. Successivamente sono arrivati Dota Underlords, Hearthstone’s Battlegrounds e Teamfight Tactics di Riot Games, oggi forse quello con più mercato.
Sono videogame meno dinamici dai vari sparatutto, picchiaduro etc, ma molto tattici in virtù della forte parentela con gli scacchi. I giocatori selezionano i propri eroi, personaggi, mostri in base alle regole di composizione del team e poi li muovono all’interno dell’arena costruita su una griglia di movimento, tipo le caselle degli scacchi. Una volta che i pezzi arrivano a raggio d’azione con quelli avversari, lo scontro va in automatico.
La parte fondamentale è quindi quella che precede lo scontro, cioè il posizionamento e il movimento iniziale. Bisogna fare quindi attenzione ad evitare i cosidetti mismatch, cioè gli scontri impari.
Anche perché, come direbbe un saggio maestro Jedi, “C’è sempre un pesce più grosso“. (Qui-Gon Jinn, Guerre Stellari: Episodio I – La minaccia fantasma)
Immagine di testa YouTube
Altre fonti: http://www.elenafrascaodorizzi.it/