Vai al contenuto

Nel corso degli anni i cosiddetti picchiaduro/fighting game, cioè i videogiochi di lotta e combattimento a mani nude e con armi da mischia, hanno perso qualcosa in termini di visibilità. Il tempo ha giocato a favore di titoli con maggiori potenzialità di mercato e di marketing, quali DOTA 2, League of Legends, Fortnite, Call of Duty, Counter-Strike e Rainbow Six.

Ciononostante la community dei picchiaduro è ancora oggi una delle più “hardcore” in termini di compattezza e attaccamento ai propri videogame. Secondo molti appassionati, titoli come Street Fighter, Tekken, Mortal Kombat e Dragon Ball FighterZ sono da considerare gli eSports per eccellenza: i più puri, i più emozionanti, i più competitivi.

Titoli per giocatori con passioni forti, verrebbe da dire.

Al pari degli sparatutto, i picchiaduro sono sempre stati considerati dall’opinione pubblica giochi diseducativi per il contenuto violento. E non c’è dubbio che in questi videogame la violenza sia ben presente. Ma questo non significa che chi li gioca sia necessariamente una persona che va in giro a cercare risse. Dietro a monitor e joypad ci sono quasi sempre persone normali e, in alcuni casi, capaci di raccontare storie significative.

Come quella di Dominique McLean, aka SonicFox, uno dei più grandi campioni di picchiaduro di sempre.

NOTA: sulla base di quanto richiesto da Dominique McLean a tutti gli operatori di settore, in riferimento al protagonista useremo la terza persona plurale per pronomi e verbi, consapevoli che questo renderà la lettura a tratti un po’ meno agevole.

Dominque ‘SonicFox’ McClean in azione all’EVO 2018. (Photo by Joe Buglewicz/Getty Images)

Dominique McLean nasce a Townsend (Delaware, USA) il 2 marzo del 1998. La passione per i videogame arriva presto perché il fratello, qualche anno più grande, gioca già con i videogame. E non solo quella, ma più in generale il fratello è all’origine dell’interesse per tutto ciò che sa di fantastico e di alternativo.

Videogame a parte, i due ragazzini entrano in contatto con il furry fandom, il genere di fantasia che associa caratteristiche umane agli animali. Insomma l’antropomorfismo tipico che si vede spesso nei cartoni animati, nei fumetti, nei manga etc.. E’ così che nasce il nickname SonicFox, quello delle grandi performance esportive.

Con il passare degli anni Dominique McLean diventa sempre più bravo con i videogame. In particolare con Mortal Kombat, al punto che gli amici li incoraggiano a partecipare a un torneo. E’ il 2012 quando SonicFox fa la sua comparsa sulla scena esportiva. Anche se chiude al 9° posto, cioè fuori dalla zona in the money, a soli 14 anni Domique McLean ha già messo in mostra un gioco brillante e particolarmente aggressivo.

Serve poco tempo prima che il mondo competitivo si accorga di loro. Succede nel 2014, quando SonicFox partecipa al Final Round 17 in due specialità diverse: Mortal Kombat 9 e Injustice: Gods Among Us. Vincono entrambi i tornei, superando in finale due tra i migliori giocatori del momento, “16-bit” e “Waffles”. Tre mesi dopo McLean si piazza primo alle Evolution Championship Series (EVO) di Injustice. Dopo essere stati sconfitti nel tabellone principale da “Pig of the Hut”, ritornano in gioco attraverso il Losers Bracket. Nella sfida per il titolo l’avversario è di nuovo “Hut”, ma questa volta è tutta un’altra storia: un doppio 3-0 che regala a Dominique McLean il primo grande risultato.

Seguono circa una ventina di podi (il 50% sono vittorie), fino alla stagione che li consacra al top dei picchiaduro e che porta la prima sponsorizzazione importante. Nell’estate del 2015 SonicFox, con la maglia dei Critical Reaction, prima vince le Finals della ESL MKX Pro League di Mortal Kombat X e poi fa cappotto con il secondo titolo EVO. In tutto si portano a casa poco meno di 100mila dollari.

Nel 2016 arrivano due ori dalla ESL Pro League Season e il terzo EVO. E’ un stagione che si conclude con circa altri 200K messi in banca ma alla fine della quale SonicFox decide di allargare il palcoscenico e di passare ad un’altra organizzazione, Echo Fox.

Photo credits www.esportstalk.com

Nel 2017 si dedicano soprattutto a Injustice 2, titolo con il quale vincono il torneo più importante e ricco della loro carriera: 120.000 dollari di primo premio per la vittoria nelle Los Angeles Grand Finals. Tuttavia, dopo quel risultato, il field di Injustice 2 si rivela più ostico del previsto. Arrivano un po’ di alti e bassi: tra quest’ultimi ci sono le due sconfitte (una all’EVO 2017) rimediate acontro Semmij, lo stesso giocatore battuto nella finale di L.A..

Non sappiamo se questa sia stata la ragione per un’ulteriore allargamento degli orizzonti. Fatto sta che Dominique McLean sposta l’attenzione su Dragon Ball FighterZ, pur senza accantonare Injustice 2. E la scelta si rivela azzeccata, perché la striscia vincente ricomincia.

Il momento più esaltante con il titolo basato sul famoso manga è la finale dell’EVO 2018. Una sfida tiratissima e spettacolare contro un altro campione emergente di DBFZ, il nipponico Go1. I due si erano già scambiati reciproche mazzate nel corso dei tornei precedenti.

All’EVO SonicFox spedisce Go1 al Loser bracket, dal quale il player giapponese risale fino a sfidare nuovamente McLean per i titolo. La finale è tesa, tirata. Ad un certo punto, però, SonicFox chiede lo scambio di posizione, visto che il regolamento lo permette. I due giocatori si spostano e, per qualche strano motivo, si sposta anche l’equilibrio: l’americano chiude 3-0 e vince il quarto titolo EVO.

Quell’anno Dominique McLean viene eletto Esports Player of the Year ai Game Awards internazionali.

https://youtu.be/OVvKn7odYzQ
La sfida contro Go1 all’EVO 2018, con la richiesta di SonicFox del cambio di posizione.

Nel 2019 SonicFox vince il suo 5° – e per ora ultimo – EVO, questa volta con Mortal Kombat 11. E’ il miglior risultato di una stagione che li vede andare a premio 20 volte. Con l’arrivo della pandemia i tornei dimnuiscono, soprattutto nel 2020, e di conseguenza anche i risultati ottenuti da Dominique McLean. Ma il campione è sempre là, pronto a competere e a dare il meglio. Quell’anno vincono il Final Kombat 2020 di MK11, per 40mila dollari.

Nel 2021, all’interno del team Evil Geniuses, si sono presi la WUFL Season di MK11 ($15.000), 4 primi posti e altri 4 in the money. Complessivamente le loro vincite ammontano oggi a 700.478 dollari.

Ma la storia di Dominique “SonicFox” McLean non si esaurisce con i numeri delle vittorie, perché è una storia che parla anche di diversità e di coraggio.

Subito dopo la vittoria all’EVO 2019, Dominique McLean ha pubblicamente dichiarato con un tweet la propria omosessualità: “Im gay And the BEST MK11 PLAYER ON THE PLANET DONT FORGET IT”.

Nel settembre dello stesso anno, il termine è diventato “non-binario (non-binary), ovvero persona che non si identifica in maniera esclusiva nel genere assegnato per natura. Per questo Dominique McLean ha chiesto a tutti (con l’eccezione di parenti e amici stretti) di essere indicato usando la terza persona plurale per pronomi e verbi.

La perla è arrivata subito dopo la vittoria nel Final Kombat 2020. Prima di lasciare il palco, Dominique McLean si è impossessato del microfono per dire: “Votate Bernie“, riferito al senatore Sanders, il più alternativo dei candidati democratici in corsa per la Casa Bianca. Già nel 2018, in occasione degli Awards, si erano sbilanciati sul tema della politica: “I’m gay, black, a furry — pretty much everything a Republican hates!

LDominique “SonicFox” McLean festeggia la vittoria al DragonBall FighterZ Grand Championship EVO 2018. (Photo by Joe Buglewicz/Getty Images)

Infine, al già citato WUFL 2021 sono stati presentati come “defenders of trans rights” (difensori dei diritti transgender), con tanto di bandiera delle identità non binarie che sventolava alle spalle. E con l’immancabile costume da SonicFox addosso. Un video che potete vedere cliccando qui.

Alla faccia dell’immagine stereotipata di macho, se non di violento, che spesso viene affibbiata al giocatore di videogame picchiaduro. Ma anche alla faccia di chi, purtroppo, nel mondo globale degli eSports fa ancora discriminazioni di sesso, etnia e religione.

Immagine di testa credits Rock Paper Shotgun