La pandemia non guarda in faccia a nessuno, nemmeno alle grandi aziende del settore media. Può sembrare strano che in tempi in cui le persone sono costrette a trascorrere più tempo a casa e quindi ad usufruire in maniera più ampia dell’offerta televisiva un colosso come Disney possa registrare difficoltà di budget, eppure è così.
La notizia arrivata qualche giorno fa da Burbank – headquarters della multinazionale californiana – parla infatti di tagli al personale. Che poi il settore colpito sia quello dell’informazione, in particolare quella esportiva, è cosa che rende ancora più sorprendente la notizia. In sostanza, a più di 300 tra giornalisti, fotografi, reporter, videomaker di ESPN non verrà rinnovato il contratto in scadenza alla fine di quest’anno. Tra questi ci sono numerosi giornalisti del settore eSports, nomi che hanno contribuito a rendere i videogiochi competitivi un fenomeno conosciuto a livello globale: ci riferiamo a Jacob Wolf, Tyler “Fionn” Erzberger e Emily Rand, per citare solo i più noti.
Una notizia inaspettata, anche se va ricordato che ESPN è un’emittente televisiva del gruppo Disney interamente dedicata agli sport. E tuttavia la diminuzione di eventi sportivi tradizionali a causa del COVID-19 è stata compensata dall’impennata di ascolti e di attenzione generale per gli eSports, che nel corso del 2020 sono diventati un valido sostituto virtuale di tanti eventi live poi cancellati.
Allora perché a pagare è proprio un settore così fortemente in crescita, e che sta ricevendo riconoscimenti non solo a livello media ma anche dalle sempre più numerose aziende che investono negli eSports?
Non abbiamo dati economici precisi, né elementi ufficiali per poter azzardare una risposta attendibile. Però possiamo sbilanciarci con qualche considerazione. In fondo, The Walt Disney Company è un azienda gigantesca che, oltre all’informazione, si occupa di film, serie tv, documentari, fumetti e parchi divertimento. Questi ultimi sono chiusi o funzionano a singhiozzo a causa delle limitazioni agli assembramenti imposte dalla pandemia. Un esempio? Disneyland Parigi. Ma anche il settore cinema soffre parecchio e non solo per i film bloccati a causa della sale cinematografiche chiuse (che poi non sono la voce principale da quando regna l’on demand). Ci sono infatti da registrare i recenti flop soprattutto di produzioni costosissime come quelle dei film incentrati sui supereroi Marvel. Nel 2019 la 21st Century Fox, che si occupa di produrre e distribuire film per conto del gruppo Disney, ha registrato perdite vicine ai 200 milioni di dollari a causa dei cosiddetti “marvelloni”, su tutti il davvero pessimo X-Men: Dark Phoenix.
A questo punto si può essere indotti a pensare che, pur di non intaccare alcuni settori dell’entertainment, Disney abbia scelto di ridurre i costi dell’informazione, anche quando si tratta di informazione sportiva/esportiva. Non sarebbe una sorpresa, purtroppo, e che in questo caso va a colpire un settore in enorme crescita come quello degli eSports, ma forse ritenuto ancora troppo di nicchia o troppo legato ad un pubblico dalle limitate capacità di spesa. Se così fosse, a nostro modesto avviso si tratterebbe di una visione piuttosto miope del futuro.
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