La Cina, oltre ad essere la roccaforte degli eSports grazie all’altissimo livello dei propri team, si sta confermando una destinazione privilegiata da organizzazioni e investitori. Due sono le ragioni: è un mercato di dimensioni impressionanti, in continua crescita e in questo momento offre maggiori garanzie di sicurezza rispetto alla pandemia di CODIV-19.
Cominciamo dando uno sguardo al mercato. Secondo i dati forniti da iResearch, in Cina ci sono attualmente 488 milioni di persone che si dedicano agli eSports, con una crescita di circa il 10% all’anno dal 2018 al 2020. La loro passione ha prodotto nel 2019 un fatturato pari a 94,73 miliardi di yuan (circa 14,63 milioni di dollari) che nel 2020 è salito a 136,56 miliardi di yuan, cioè più di 21 milioni di dollari, per un aumento del 44,6% in un anno. La previsione per il 2021 è di 165,14 miliardi di yuan (25,5 milioni di dollari).
Con questi numeri, non può stupire il fatto che le grandi multinazionali guardino con interesse a questo crescente mercato. Per fare un esempio, IKEA ha presentato a Shangai la propria collezione di arredi dedicata agli appassionati di videogiochi. Questa linea di mobili studiati appositamente per realizzare l’ambiente ideale dell’esporter, verrà proposta dal colosso svedese prima in Cina e poi nel resto del mondo. Un indicatore di quanto cruciale sia il mondo cinese degli eSports anche per il leader dell’arredamento “fai-da-te”. A confermarlo ci sono le parole di Anna Pawlak-Kuliga, amministratore delegato e presidente di IKEA China: “Il nostro obiettivo è quello di offrire un’esperienza di gioco più confortevole. Pensiamo alla salute di tutti i giocatori in Cina e nel mondo con la nuova collezione”.
All’inizio del 2021 è arrivato un altro assaggio dell’interesse globale per il business esportivo made in China. Il produttore tedesco di sistemi ottici e optoelettronici ZEISS ha firmato un accordo di partnership con il team cinese degli Invictus Gaming per la fornitura di prodotti in grado di migliorare le prestazioni visive dei giocatori professionisti. (fonte esportsmag.it)
Insomma, la pandemia iniziata proprio nella città cinese di Wuhan ha favorito la crescita di un mercato già potente (in generale il PIL della Cina è cresciuto del 2,3% nel 2020 – fonte ilsole24ore.com) e che ora sta attirando nuovi capitali esteri. Senza contare che nel frattempo la Cina è riuscita a contenere la diffusione meglio degli altri Paesi e adesso si propone anche come hub per società esportive estere.
E’ questo il caso dei Los Angeles Valiant della Overwatch League che ad inizio hanno deciso di trasferire il team in Cina. Una strada già percorsa da ai New York Excelsior e ai Philadelphia Fusion, anche se queste due franchigie nordamericane hanno scelto la Corea del Sud come sede per competere nella Overwatch League. La ragione che ha condotto Immortals Gaming Club, la società proprietaria del Valiant, in questa direzione è presto detta: in Cina (e in Corea del Sud) la pandemia è stata affrontata in maniera più efficace e adesso lì diventa più facile pianificare le attività. Non solo: c’è una maggiore probabilità che le competizioni dal vivo della Overwatch League torneranno possibili in entrambi i paesi in questa stagione.
E’ quanto ha dichiarato Ari Segal, amministratore delegato di Immortals Gaming Club: “In un ambiente operativo impegnativo, devi davvero fare il punto su qual è la differenza sul campo. C’è una base di fan appassionati, assetati di Overwatch e – in molti casi – poco serviti in Asia”.
Da quanto è trapelato da fonti vicine alla società, i Valiant hanno stabilito una partnership con un’organizzazione che ha sede in Cina. Nonostante questo, tuttavia, il trasferimento ha incontrato un ostacolo non da poco: l’impossibilità di ottenere il visto per i giocatori del roster di Overwatch. Le ragioni non sono ancora del tutto chiarite, ma la sostanza è che per rispettare il progetto di trasferimento, la società ha dovuto licenziare l’intero team e la maggior parte dello staff tecnico. “Questa non è davvero una scelta”, ha detto Segal riguardo la decisione di cancellare il roster Valiant. “Ovviamente, è una situazione difficile. Ovviamente, sono coinvolti gli stipendi e il pane quotidiano delle persone”.
Gli accordi presi con la società partner in Cina e soprattutto le opportunità offerte dalla prima potenza mondiale nel campo degli eSports hanno avuto la meglio su una società che ora, a causa di questa scelta, ha perso molti punti tra i propri, vecchi sostenitori.
E’ la legge del mercato, che a volte dà e a volte toglie.
Foto di testa by drcommodore.it