Nel mondo degli eSports la longevità è un problema particolarmente sentito. Secondo alcune ricerche realizzato nell’ambito delle neuroscienze, la maggior parte degli eSporters smette di essere competitivo intorno ai 25 anni e di lì a poco si ritira.
Il motivo è che quasi tutti i videogame competitivi richiedono una spiccata reattività e il passare degli anni incide pesantemente sui riflessi. Lo si vede in particolare negli sparatutto (Fortnite, CS:GO, Rainbow 6 etc), negli strategici in tempo reale (StarCraft 2) e nei MOBA più famosi, come League of Legends e Dota 2.
Essere meno competitivi non significa però rinunciare per forza a giocare. Si può accettare il ridimensionamento a livello competitivo senza perdere la voglia di partecipare, come hanno fatto alcuni grandi campioni di Dota 2.
Prendiamo ad esempio Kuro “Kuroky” Takhasomi, campione del mondo nel 2017 al The International. L’ex leader del Team Liquid nel 2019 ha abbandonato l’organizzazione europea per creare una propria società esportiva: Nigma. Lo scorso anno i Nigma sono retrocessi dalla Division 1 alla 2 del Dota Pro Circuit, al termine di una stagione molto complicata che ha visto l’uscita degli storici Ivan “MinD_ContRoL” Ivanov (anche lui vincitore nel TI7) e di Sumail “SumaiL” Hassan dal team. Ciononostante Kuroky è ancora al suo posto, 31 anni e joypad in mano, pronto a continuare l’avventura con i Nigma, a caccia di un ritorno in Division 1. Lo stesso dicasi per Ivanov (27 anni) che sta dando spettacolo nel Team Aster.
Altri casi clamorosi di endurance sono quelli di Sébastien “Ceb” Debs e Topias “Topson” Taavitsainen, entrambi due volte vincitori del titolo mondiale (TI8 e 9) in compagnia di N0tail, ana e JerAx nel team OG. Dopo i grandi successi ottenuti fino al 2021, i due hanno alternato periodi di pausa a brevi apparizioni in altre squadre, fino a ritrovarsi in Division 2 con la versione per veterani di OG, cioè Old G. Le cose non sono andate benissimo perché il team ha perso lo slot anche in Division 2, salvo poi ritrovarlo grazie alla fusione con PuckChamp. Old G riprova in questa stagione a salire di livello, guidato da un 31enne (Ceb) e da un 25enne (Topson).
E poi c’è il più veterano di tutti, Gustav “s4” Magnusson. Classe 1992 come Kuroky e Ceb, lo svedese ha vinto il The International nel lontano 2013 con il team Alliance, del quale è stato uno dei primi membri. Anche se è rimasto l’unico giocatore attivo di quella formazione, s4 ne continua l’eredità in Division 2 alla guida di una nuova squadra di talenti. Lo scorso tour Alliance non ha brillato: è arrivata solo 4a, ma ha comunque fatto molto meglio di Old G.
Certo, probabilmente tutto questo parlare di Division 2 europea fa pensare a un declassamento di questi campioni del passato. In parte è vero, ma non bisogna dimenticare che l’eSport europeo di Dota 2 è da anni il più interessante a livello globale.
Le ultime 5 edizioni dell’evento clou della stagione, il già citato The International, sono finite nella mani di 4 organizzazioni europee se contiamo anche il Team Spirit che è stato fondato in Russia ma, dall’inizio della guerra in Ucraina, si è spostato in Serbia. Le altre sono il Team Liquid, OG e Tundra Esports. Quest’ultima ha vinto il titolo nel 2022, mentre Team Secret e Team Liquid hanno completato il 3 su 4 delle europee nella top four mondiale. Per trovare l’ultima volta di una non-europea bisogna tornare al 2016 quando a vincere il The International fu la compagine cinese Wings.
Immagine di testa: The International 2019 (credits Getty Images)