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Siete a cena con alcuni amici, in un piacevole ristorante un po’ fuori città. Il locale è piuttosto affollato, ma il cibo è buono e la serata scorre in allegria. Fino a quando in sala arrivano due persone: il proprietario e un ispettore di polizia.

Il primo invita tutti a rimanere calmi e seduti, l’altro spiega il motivo. Nel ristorante c’è stato un omicidio ma la polizia è convinta che il colpevole sia ancora all’interno del locale. Uscire non è possibile, perché gli agenti hanno già circondato tutta l’area.

Panico.

Non proprio, o forse solo simulato, perché tutte le persone in sala sanno che si tratta di una “cena con delitto“, ovvero di una serata di intrattenimento che unisce cibo e gioco.

Le Cene con Delitto sono normalmente organizzate da agenzie di attori e animatori, in collaborazione con il proprietario di un locale. I veri protagonisti sono però gli avventori che hanno pagato per la cena e per l’intrattenimento: sta a loro risolvere il caso in base agli indizi forniti dagli attori, interrogando i sospettati e ricostruendo l’accaduto. Il tutto, tra una portata e l’altra del menu!

Esistono anche “aperitivi con delitto” e “weekend con delitto“, ma l’idea rimane la stessa, cioè partecipare ad un evento socializzante che sfrutta i giochi narrativi.

Immagine credits wwwdcomedonna.com

In realtà le “cene con delitto” rappresentano solo una nicchia molto particolare dei giochi narrativi. In questo spazio ludico, infatti, la parte del leone spetta ai giochi di ruolo (gdr). Ma esistono anche i giochi di comitato, che non sono la stessa cosa.

Nei gdr più diffusi, come ad esempio il “classico” Dungeons & Dragons, i giocatori entrano nei panni di personaggi con caratteristiche legate al regolamento, all’ambientazione del gioco e soprattutto al tiro di dadi. Quando il gruppo di personaggi è pronto, inizia l’avventura sotto la guida di un “regista”, il master. Le avventure indicano un obiettivo da raggiungere, ma non sono quasi mai fini a se stesse. Spesso un gdr coinvolge per anni le stesse persone.

Nei giochi di comitato, invece, non ci sono dadi, né personaggi da costruire e potenziare nel corso dell’avventura, né carta, penna o miniature per seguire l’azione descritta dal master. Ci sono invece personaggi da interpretare, i quali hanno spesso obiettivi diversi, non noti agli altri, che devono raggiungere attraverso l’interazione e il dialogo.

Tutti sono riuniti in luogo determinato: un’assemblea, una riunione, una cena. E’ in quel contesto che va realizzato lo scopo del gioco, cioè prendere una decisione. Di che tipo?

Dipende ovviamente dall’ambientazione del singolo gioco: investigativa (murder party), bellica, di politica, giudiziaria, di lavoro e via dicendo. Di solito non c’è un master a dirigere, ma ci può essere un giocatore che dispone di qualche informazione in più rispetto agli altri.

Credits boardgamegeek.com

Per tutti questi motivi, il gioco di comitato è molto più interpretativo rispetto al gioco di ruolo e decisamente più incentrato sul dialogo. Al tempo stesso, questo lo rende un’esperienza in cui i partecipanti rischiano qualcosa in più a livello personale ed emotivo: serve pertanto un grado di consapevolezza maggiore e la voglia di esporsi al rapporto con altri, pur rimanendo in ambito ludico.

Non è un caso se, nei Paesi anglosassoni, i giochi di comitato sono nati prima di tutto come strumenti di formazione, come simulazioni a fini di apprendimento in ambito lavorativo, scolastico e militare.

In Italia, il gioco di comitato è arrivato negli anni ’90, grazie a Leonardo Tacconi. Poi Riccardo Affinati gli ha dato forma attraverso una serie di pubblicazioni: Il caso Ustica, Questa sera si recita a soggetto, Omicidio a Roma, Il sofà del produttore, Salvate la Corea e tanti altre ancora, a coprire un’ampio range di ambientazioni.

La maggior parte dei giochi di comitato in italiano sono stati pubblicati da riviste ludiche quali E Giochi, Kaos, PowerKaos, GiocAreaA, alcune delle quali oggi purtroppo non esistono più. Altrettanto difficili da trovare sono le raccolte: stampate in un numero limitato di copie, oggi sono quasi del tutto fuori produzione. Qualche chance in più ce l’hanno i libretti di Quality Games, per la serie I giochi del 2000.

Credits Quality Games/boardgamegeek.com

Tuttavia in rete i giochi di comitato si possono ancora raggiungere. Esiste un breve catalogo che serve da riferimento. Alcuni titoli si possono scaricare dal sito GIO.CO. Un’altra fonte di riferimento, soprattutto per i “murder party”, è boardgamegeek.com.

Infine, una precisazione. I giochi di comitato non corrispondo ai cosiddetti “party games” che sono sì giochi ad alta socializzazione, ma basati su set di carte e decisamente più umoristici! Di questi abbiamo parlato in un precedente articolo.

Immagine di testa credits iogioco.it