Quella delle competizioni esportive è una storia di progressiva e costante crescita a partire dalla fine del XX secolo. Anche se di fatto i primi tornei di videogiochi si collocano all’inizio degli anni ’80 (per chi fosse interessato all’argomento consigliamo il documentario High Score), il termine eSports si applica con maggiore precisione al boom competitivo che i videogiochi hanno registrato sul finire del secolo scorso.
L’apripista è stato probabilmente il Red Annihilation Tournament di Quake del 1997, innanzitutto per le dimensioni del “field”: 2.000 partecipanti, 16 dei quali si sono poi qualificati alla fase finale del torneo. L’E3 si è poi svolto in un’arena del World Congress Centre, dove Dennis ‘Thrsh’ Fong si è imposto su Tom ‘Entropy’ Kimzey, portandosi a casa la Ferrari 328 GTS appartenuta allo sviluppatore di Quake, John Carmack. Ed è anche l’importanza di questo montepremi a determinare il salto di qualità delle e-competizioni, tant’è che Fong può essere considerato come il primo professional gamer al mondo.
Da lì in avanti l’idea di mettere in palio montepremi in denaro sempre più interessanti si è fatta strada nella testa degli organizzatori.
Nel 2004, uno dei primi Major di Counter Strike (il primo in assoluato è datato 2001) segna una svolta per quanto riguarda le vincite in denaro legate ad un videogioco: 100mila dollari, incassati dal team svedese SK Gaming. Di fatto è il primo premio ufficiale a 6 cifre e, anche se oggi sembra poca cosa, ha dato il via alla progressiva escalation dei montepremi nel mondo esportivo.
L’anno successivo, infatti, la cifra sale a 510.000 dollari. Un vero exploit, grazie al prizepool complessivo delle CPL (Cyberathlete Professional League di Painkiller e CS) World Tour Finals di New York. Il primo premio, invece, è di 150mila dollari, vinti da Johnathan “Fatal1ty” Wendel su Sander “Vo0” Kaasjager, runner-up per $120.000.
Nonostante questa accelerazione repentina, gli eSports assistono ad una battuta d’arresto nel 2006 per quanto riguarda i montepremi. Il più alto è costituito dai 180.000 dollari messi in palio per 4v4 Halo 2 su Xbox, organizzato da Major League Gaming.
Nel 2007, invece, l’asticella torna ad alzarsi con un prizepool di $477.500, nuovamente per le Championship Gaming Series di Counter Strike. Una curiosità: il vincitore di quell’edizione è il futuro poker pro nonché november nine Griffin Benger.
Nel 2008 il protagonista è ancora una volta il titolo di Valve, ma il montepremi quell’anno si ferma un po’ sotto l’edizione precedente: $455.000.
Un anno dopo, nonostante un nuovo calo, fa capolino un gioco che sarà tra i protagonisti del mondo esportivo negli anni a seguire. Parliamo di Halo 3 che distribuisce 280.000 dollari attraverso i 7 eventi della Major League Gaming. In termini di valore assoluto, CS mantiene la leadership con 1,3 milioni, distribuiti però su 121 tornei.
La stessa situazione si ripete nel 2010, ma questa volta il montepremi di Halo 3 tocca quota 800mila dollari in 9 appuntamenti.
La svolta arriva nel 2011, quando fa la sua comparsa il videogame che dominerà la scena competitiva nel secondo decennio del XXI secolo. L’International di Dota 2 arriva infatti all’incredibile cifra di 1,2 milioni di dollari di prizepool. E’ uno shock, un evento destinato a cambiare il senso stesso delle competizioni videoludiche e che di fatto sancisce la nascita dell’eSport professionale che oggi conosciamo.
Un risultato, questo, che il torneo continua a superare negli anni successivi. Nel 2012 The International distribuisce 1,6 milioni di dollari che nel 2013 diventano $2.800.000. A far compagnia a The International sul tetto dei prizepool a 7 cifre si affaccia – già dal 2012 – League of Legends, con i suoi Worlds Season 2 che mettono a disposizione dei team circa 1,5 milioni di dollari.
Il 2014 è l’anno del boom definitivo. Dota 2 è talmente gettonato che il montepremi di The International sfonda il tetto delle 7 cifre: 10.900.000 dollari. Ma l’exploit di Defence Of The Ancients è un volano per tanti altri videogiochi, le cui competizioni vengono trainate a livelli impensati solo pochi anni prima.
Nel 2015 la leadership è ancora saldamente in mano a The International che vola a 18,4 milioni di dollari, ma nella classifiche degli eventi milionari entrano Smite (2,61 milioni), sempre in compagnia dei Worlds di League of Legends, e i World Championship di Halo che toccano quota 2,5 milioni.
Dal 2016 al 2020, The International resta inattaccabile, con un prizepool che lo scorso anno è arrivato a 40 milioni di dollari! Distanziati ma in crescita anche i Worlds di LoL che nel 2016 hanno registrato il loro best con $6.700.000 ad appannaggio dei finalisti. Dal 2018 ha fatto il suo ingresso nella speciale classifica degli eventi milionari anche Fortnite che, grazie alla versione Battle Royale, nel 2018 si è fregiato del terzo posto assoluto tra i prizepool di una singola manifestazione: 4 milioni di dollari. Va detto, però, che nel 2019 il titolo di Epic Games è stato il campione del prizepool complessivo stagionale, cioè il montepremi cumulativo messo in palio attraverso tutti i tornei ufficiali dell’annata: 64,42 milioni di dollari.
Foto di testa: la finale di The International 9 a Shangai