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Battle Arena Toshinden è un videogioco picchiaduro sviluppato da Tamsoft, oggi famosa per la serie Senran Kagura e il recente Captain Tsubasa: Rise of New Champions. Il gioco ha visto la luce nel 1995 su PlayStation, grazie al publihser Tankara in collaborazione con Sony Entertainment.

Battle Arena Toshinden fu uno dei primi, se non il primo, fighting game completamente 3D. Era pensato per diventare competitor diretto di Virtua Fighter di Sega, tanto da essere soprannominato da Sony come il Sega Saturn Killer. Il gioco non fu quindi solo una delle prime pubblicazioni per PlayStation, ma anche l’iniziale cavallo di battaglia di Sony. Il publisher nipponico intraprese un’agguerrita campagna marketing, sostituendo il protagonista Eiji con la prosperosa “dominatrice” Sophia che divenne così la mascotte dei primi mesi di PlayStation.

Immagine via OldGames.sk

LA STORIA

Come da copione dei picchiaduro dell’epoca, la narrazione era solo accennata e non si discostava molto dagli standard affermati. Otto combattenti, ognuno mosso da un’obiettivo personale, si incontrano al torneo di lotta Battle Arena Toshinden, noto soltanto ai lottatori dell’underground e organizzato dalla misteriosa “La Società Segreta”. Ognuno dei personaggi deve affrontare il proprio destino.

GAMEPLAY

Battle Arena Toshinden presentava due modalità di gioco. Quella arcade proponeva una serie di combattimenti fino allo scontro finale con il boss. L’altra era una V.S. mode che permetteva non solo di giocare contro un altro giocatore ma anche contro il computer, selezionando il personaggio da affrontare.

Il picchiaduro presentava 10 personaggi: 8 giocabili fin dall’inizio con l’aggiunta del boss finale e di quello segreto. Il secondo era ottenibile solo completando la modalità arcade senza mai usare l’opzione “continua”.

Il combattimento mostrava un forte focus sulle armi (prima ancora dell’uscita di Soul Blade) ed ogni personaggio aveva uno stile di combattimento unico con mosse, combo e un “desperation attack” utilizzabile solo quando la salute scendeva al di sotto del 10%. Per assicurarsi la vittoria era necessario esaurire la salute dell’avversario o terminare il tempo di scontro con più salute della sua. Tuttavia, si poteva anche spingere il nemico fuori dal ring, ottenendo così la vittoria a prescindere dalla salute.

Pur se non troppo rifinito nelle sue meccaniche, il gameplay di Battle Arena Toshinden risultava comunque divertente ed appagante. Inoltre, grazie alle arene 3D, questo titolo fu il primo picchiaduro a introdurre un meccanismo di schivata che permetteva di muovere attraverso l’asse Z della mappa e raggiungere il fianco dell’avversario, portando una forte innovazione al genere.

Immagine via Twitter (Killer Gaming)

SEQUEL

Battle Arena Toshinden fu un buon titolo di lancio per PlayStation e una pietra miliare del genere picchiaduro. Tuttavia, l’avvento di Tekken spinse Sony a non utilizzarlo più come cavallo di battaglia.

Il videogioco ebbe comunque un sequel, pubblicato nel 1996: Battle Arena Toshinden 2, sviluppato da Tamsoft e pubblicato sempre da Tankara per il mercato giapponese. L’uscita per il mercato occidentale fu invece opera di Playmates Interactive che lo rilasciò prima in versione Arcade e poi per PlayStation, Sega Saturn e Microsoft Windows.

Il gioco introduceva nuovi personaggi e qualche miglioria grafica, soprattutto per le ambientazioni e gli sfondi animati delle arene. Non ci fu però alcuna novità o rifinitura per quanto riguarda il gameplay.

Su questo fronte, fu necessario attendere il 1998. Quell’anno uscì Battle Arena Toshinden 3 per PlayStation, grazie allo sforzo combinato sempre degli stessi publisher. Il terzo capitolo cambiava radicalmente il gameplay della serie. Le arene diventano chiuse e permettevano al giocatore di lanciare il proprio avversario contro le pareti, aumentando il danno inflitto, mentre le combo venivano semplificate e rinnovate per ogni personaggio. Fu ampliato anche il roster, con 14 personaggi iniziali e 18 sbloccabili, la maggior parte dei quali fu un reskin dei personaggi iniziali.

Cambiava anche la modalità arcade in cui gli avversari da affrontare nel corso del gioco variano a seconda del personaggio selezionato: adesso erano divisi in eroi (cioè i personaggi iniziali) e antagonisti (cioè i membri dell’organizzazione).

Il quarto capitolo, Toshinden 4, pubblicato nel 2000 solo in Giappone con il titolo Toshinden Subaru e nelle regioni PAL, fu anche l’ultimo gioco della serie. Pur introducendo novità quali le battaglie a squadre da tre (non ancora in tag team ma in scontri uno contro uno consecutivi), le modalità alternative e alcuni minigiochi (ad esempio, un puzzle game a un dancing game) non sempre di qualità, Toshinden 4 non portava veri e propri miglioramenti al gameplay. Rinunciava inoltre a un roster consolidato per introdurre nuovi personaggi e uno stile anime che gli faceva perdere riconoscibilità. Toshinden 4 era un gioco divertente ma purtroppo non memorabile. L’esito fu la fine della serie davanti all’avanzata dei grandi protagonisti della scena picchiaduro.

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