A volte un grande campione può avere origini geografiche inaspettate.
Nel mondo degli eSports siamo per lo più abituati a raccontare le imprese di giocatori che vengono da Nord America, Europa e Far East. Quando però ad imporsi all’attenzione mondiale è un gamer che vive in un Paese del Terzo Mondo, la storia assume un senso diverso.
E’ il caso di Arslan Siddique, conosciuto nel mondo dei “picchiaduro” semplicemente come Ash. Il 25enne di Lahore (Pakistan) è dal 2019 una stella di Tekken 7 che vanta anche un buon palmares con The King of Fighters 14. Il nickname è legato proprio a questo secondo videogame.
Dedicarsi ai videogiochi competitivi in Pakistan equivale ad essere un perditempo. O almeno era così prima dell’avventura di Arlsan Siddique.
La sua fortuna, almeno inizialmente, è quello di avere alla spalle una famiglia sufficientemente agiata da consentirgli di giocare con i videogame. Un caso abbastanza raro in Pakistan, il che fa di lui un privilegiato. Nonostante questo, i genitori hanno piani diversi per il suo futuro, anche perché il ragazzo è un ottimo studente. Il padre in particolare vuole che diventi un medico.
Ma Arslan ha i videogiochi nel sangue, ed è pure molto bravo. A Lahore batte tutti. Quando poi si materializza l’opportunità di un torneo, il Pakistan Tekken 6 Grand Masters Championship (GMC), il ragazzo si tuffa nella competizione: vince e dimostra di essere già il migliore nel Paese. A quel punto gli amici cominciano a parlargli dei tornei internazionali.
Strada aperta per gli eSports, quindi? Non proprio, perché poco tempo dopo la prima vittoria, suo padre muore. Il peso del sostentamento della famiglia ricade sulle spalle della madre, sarta e decoratrice, e dei due fratelli maggiori. Ma i soldi per andare ai tornei internazionali adesso non ci sono più.
Sono gli amici ad aiutarlo, con una raccolta fondi per consentirgli di andare al KOF GCC 2018. La madre e i fratelli danno il loro benestare e così Arslan Siddique, ora per tutti Ash, può volare in Oman. Qui batte tutti nel torneo di Tekken 6 e chiude al 4° posto in quello di KoF. Si materializzano così anche le prime vincite economiche che gli fanno immaginare un futuro da pro gamer.
Studio e carriera da esporter spesso non sono percorsi compatibili. Lo sa l’intera famiglia che non crede che con gli eSports si possa guadagnare. Difficile dare loro torto perché in Pakistan la scena competitiva è quasi sconosciuta e nessuno ci investe.
“Mia madre era molto delusa dalla mia decisione di dedicarmi full time ai tornei di videogame. L’intera la famiglia mi accusava di aver sprecato i soldi investiti negli studi. Mi sono detto: dimostrerò a tutti che ho fatto la scelta giusta“. La chiave è riuscire a far parlare di sé a livello globale.
E il giovane pakistano ci riesce subito. Dopo l’Oman si sposta in Malaysia per partecipare al FV X SEA Major dove trova gloria solo fino ai quarti di finale. Ma questo non è sufficiente ad arrestarlo. Torna nella penisola arabica, in Dubai per disputare l’OUG Tournament e il PLG Tournament e li vince entrambi.
E’ la fine del 2018 e il suo nome inizia a farsi strada. Anche perché nella finale dell’OUG batte Jae-Min “Knee” Bae, la leggenda coreana di Tekken. “Lui era il numero uno in quel momento e questo mi rendeva molto nervoso. Eppure in qualche modo sono riuscito a vincere. In quel momento il mondo del gaming si è accorto di un ragazzo pakistano di nome Arslan“. Ma per lui c’è ancora molta strada da fare.
Lo stop successivo si chiama Giappone, dove nel 2019 vanno in scena le Evolution Championship Series (EVO). La prima sfida di Ash è quella con la trasferta. 5 aeroporti diversi, due giorni e mezzo per raggiungere il Paese del Sol Levante. Poi problemi di visa, problemi per cambiare le rupie pakistane in yen, insomma una maratona che lo porta nella gaming area solo pochi minuti prima dell’inizio del torneo. Non è la situazione migliore per un debuttante che però riesce ad arrivare in finale. L’ultimo ostacolo è il filippino AK: Ash lo batte per 2 partite a 0 (3:0 e 3:1). Il pakistano si porta a casa il torneo insieme ai primi soldi importanti (poco più di 13mila dollari) e di lui iniziano ad interessarsi un po’ tutti.
La determinazione e il talento di Arslan Siddique sono fuori dal comune. In Asia ormai lo sanno, ma il giovane vuole dimostrarlo anche in altri continenti. Si sposta così negli States dove partecipa all’EVO USA 2019 di Tekken. Ancora una volta è costretto a superare un mare di tribolazioni prima di entrare nel Paese. Alla fine ci riesca ma a condizione di partecipare ad un altro torneo (finisce 7-8°) in programma una settimana prima. Poi finalmente è la volta dell’EVO. Ash si fa largo fino alla finale che ripropone la sfida con Knee. La partita è combattutissima, ma il pakistano vince ancora (3:2) e incassa altri 14mila dollari. E non è finita. Poco dopo è a Dubai dove vince l’Insomia 2019.
La ciliegina sulla torta arriva verso la fine di quell’anno, ma non è un torneo. Lo chiama Red Bull, per farne uno dei suoi ambassador esportivi. “Diventare un testimonial Red Bull è un sogno per qualsiasi gamer. Per me lo è di sicuro, perché Red Bull è un brand chiave nel mondo degli eSports. Questa partnership è come entrare a far parte di una grande famiglia“.
I riconoscimenti non sono finiti perché, sempre nel 2019, per ESPN Arslan “Ash” Siddique è l’esporter dell’anno. Ed è anche il nuovo numero 1 di Tekken 7.
Nel 2020 e nel 2021, nonostante le limitazioni alle gare dal vivo imposte dalla pandemia, Ash vince ancora. Prima al Kumite In Tennessee e poi al WUFL Season 1, sempre nello storico picchiaduro di Bandai Namco. L’ultimo risultato è per ora il più ricco dal punto di vista economico: $15.000, conquistati al termine della sfida contro un altro player pakistano, Awais “Awais Honey” Iftikhar.
Se Red Bull è la “famiglia allargata”, quella reale lo aspetta in Pakistan, anche perché la riconciliazione è già avvenuta da un po’. In primis con la mamma. “Dopo la morte di mio padre, è stata lei che si è presa cura di me. Credo che mi abbia anche trasmesso la voglia e la capacità di competere, dal momento che è stata un’atleta ai tempi del college“. E ancora: “Tutto dipende dalla preghiere che lei ha rivolto ad Allah per me. Mi sento un privilegiato per tutto quello che ho avuto. L’80% lo devo a mia madre“.
La quale è ormai parte integrante del futuro esportivo del figlio, come manager e supporto mentale. E anche come genitore molto più positivo: “Adesso lei è felice e va in giro dicendo a tutti che suo figlio è un campione di videogame. Sono diventato ancora più famoso anche nella mia zona! Le ho detto che può smettere di lavorare. E infatti, per la prima volta, mia madre ha iniziato a godersi un po’ la vita, com’é giusto che sia“.
Per chi volesse approfondire la storia Arslan Siddique c’è questo interessante video prodotto da Red Bull:
Foto di testa: Arslan “Ash” Siddique (courtesy of red Bull)