Primoz Roglic si appresta a cogliere la sua terza vittoria consecutiva su tre partecipazioni alla Vuelta a Espana.
Manca infatti solo la cronometro finale, da Padron a Santiago de Compostela di 33,8 km, perché il 31enne sloveno, che è diventato ciclista professionista dopo essere stato da ragazzino un ottimo saltatore con gli sci, metta il suo ormai probabilissimo terzo sigillo sulla più importante corsa a tappe spagnola.
Inutile dire che Roglic è il favorito anche della tappa di domani, visto che di cronometro alla Vuelta ne ha vinte tre su tre, l’ultima delle quali è stato la prima tappa dell’edizione che sta per concludersi, disputatasi intorno alla cattedrale di Burgos, in Castiglia, lo scorso 14 agosto, e andata in scena per celebrarne gli 800 anni dall’inizio della costruzione.
L’arrivo dell’apoteosi per Roglic sarà invece nella celeberrima città capoluogo della Galizia al cospetto della cattedrale che è la meta finale del cammino di Santiago, un’insieme di itinerari che i pellegrini percorrevano fin dal Medioevo attraverso i vari paesi europei per raggiungere la cattedrale, e i cui attuali sentieri francesi e spagnoli che compongono l’itinerario sono stati dichiarati Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1993.
Chiusura con la cronometro
Tornando alla cronometro di domani, Roglic è il netto favorito quindi anche per il successo di tappa: a Burgos, lungo i 7,1 km del percorso, diede 6 secondi di distacco ad Alex Aranburu, che poi si è ritirato prima della partenza dell’undicesima tappa.
Roglic, portacolori della Jumbo-Visma, pur avendo ceduto la maglia rossa di leader della classifica generale prima all’estone Rein Taaramae nella terza e nella quarta frazione, al francese Kenny Elissonde nella quinta, e infine, dopo essersela ripresa dalla sesta alla nona, al danese Odd Christian Eiking dalla decima alla sedicesima tappa, non ha mai mostrato un segno di cedimento e di difficoltà e si è ripreso il simbolo del primato mercoledì scorso, nel classico arrivo in salita di Lagos de Covadonga.