Pronostico confermato, tutto come da copione o quasi.
Primoz Roglic, grande favorito per vincere la Vuelta Espana 2021 ha trionfato alla grande aggiudicandosi anche la crono finale di Santiago de Compostela e mettendo il sigillo sulla terza corona spagnola consecutiva. Un successo, quello del fuoriclasse sloveno, che abbinato all’oro nella cronometro di Tokyo lo proietta di diritto nel gotha del ciclismo mondiale.
Il dominio incontrastato di Roglic
La 76esima edizione del Grande Giro spagnolo termina come era iniziato, con una sontuosa prova del favorito numero uno, che, pur avendo un margine incolmabile non si è mai risparmiato ne tirato indietro e ha spinto a tutta per sfoderare un’altra prova a cronometro strepitosa, dopo la recente vittoria olimpica contro il tempo.
Il capitano della Jumbo-Visma è il quarto atleta a vincere almeno tre volte la Vuelta, così come lo svizzero Tomi Rominger (1992, 1993 e 1994), Alberto Contador (2008, 2012 e 2014) e il primatista di tutti i tempi Roberto Heras (2000, 2003, 2004 e 2005); vale la pena sottolineare come sia la terza volta che avviene un tris consecutivo, proprio dopo Rominger e Heras.
Con praticamente quasi tutte le posizioni e le maglie consolidate, l’unico duello interessante rimasto era quello tra il quarto, Adam Yates (Ineos Grenadiers), e il quinto, Jack Haig (Bahrain Merida).
Il britannico partiva a razzo conquistando subito metà dello svantaggio accumulato (28″ su un minuto), ma pagava lo sforzo e terminava addirittura peggio del rivale. Nel frattempo, Roglic macinava i 33.8 km con ritmo e decisione – solo un piccolo brivido per una disattenzione che lo ha quasi portato fuori percorso! – e riusciva anche nell’impresa di raggiungere e superare Enric Mas (Movistar) proprio sul traguardo, quasi a imporre in modo definitivo la sua superiorità su ogni terreno in queste tre settimane.
“Mi sembra tutto folle”, attacca un raggiante Roglic al termine della corsa. “Qualche volta si vince in volata, qualche volta con un grande vantaggio, e anche se numeri e statistiche non sono così importanti, sentire che ne parlano tutti è veramente bello. Sono felice per me ma anche per la squadra”.
Il campione sloveno ha fatto il cannibale. Dalla crono alla salita, infatti, Roglic ha sempre dimostrato di essere il migliore e di saper mantenere costantemente la situazione sotto controllo portandosi a casa quattro successi personali, conditi con quattro secondi posti.
Applausi anche a Enric Mas, ottimo secondo grazie a una grande forma in salita e a Jack Haig per la regolarità. I vincitori delle classifiche collaterali premiano tre corridori in grande spolvero come il rientrante Fabio Jakobsen (Deceuninck Quick-Step) che ha trionfato in tre frazioni e nei punti, Gino Mader tra i giovani con un finale in crescendo e soprattutto Michael Storer che si porta a casa con grande merito la maglia a pois e due tappe.
L’addio di Fabio Aru
Contestualmente termina anche la carriera di Fabio Aru: una carriera fatta di successi (tra cui quello della Vuelta 2015, oltre a 2 tappe proprio nel Giro di Spagna, 3 al Giro d’Italia,1 al Tour de France e al titolo nazionale del 2017) ma anche di tante, troppe cadute, fisiche e non.
“In questi giorni mi è piaciuto star lì davanti, lottare, sudare. Ho sempre percepito l’affetto degli spagnoli nei miei confronti”, queste le parole di Aru al termine dell’ultima corsa della sua vita.
“Credo che abbiano apprezzato il mio modo di correre, di attaccare ogni volta che le gambe me lo hanno permesso. Ringrazio tutti per il supporto. Ora avrò bisogno di qualche giorno per capire cosa sta succedendo, adesso è difficile, sarà un grande cambiamento nella mia vita. Ma mi sento felice”.