Vai al contenuto

La diciannovesima tappa del Tour de France 2024 ha messo di nuovo il mondo del ciclismo davanti al fatto compiuto: Tadej Pogacar è il più forte di tutti.

Ed è anche noioso ripeterlo, ma se lo sloveno è al top della forma non ce n’è per nessuno, figuriamoci per dei rivali reduci da gravi incidenti come Vingegaard.

Tour de France 2024, i valori delle squadre

Lo dicevamo anche prima della Grande Boucle, che sarebbe stata una sfida colossale soprattutto tra squadre poderosissime. La UAE con la sua batteria di corridori che sarebbero capitani ovunque, la Visma cercando di tappare i buchi, in più senza Kuss, lo scudiero migliore possibile per Vingegaard.

A Pogacar “è bastato” farsi scortare fino ai meno dieci di Isola 2000 e da lì aprire il gas, recuperare 3 minuti al povero Jorgenson che era in fuga dalla mattina è stato quasi facile. Quasi la stessa cosa sul Col de la Couillole.

Del resto la UAE al Tour de France è stata costruita come una corazzata proprio per consentire allo sloveno di spendere il meno possibile. Non a caso infatti l’unica tappa in cui Pogi ha sofferto, a Le Lioran, è stato quando se l’è dovuta vedere testa a testa con un coraggioso Vingegaard.

Attenzione, con questo non vogliamo affatto sminuire l’impresa di Pogacar al Tour de France, ma questa condizione di squadre enormi che battagliano tra loro costringe i “peones” del gruppo a stare accorti, senza cercare strani attacchi. Come del resto ha fatto Evenepoel, che ha attaccato ma con giudizio.

Il mercato come alternativa

Detto che, parliamoci chiaro, Pogacar andrebbe forte al Tour de France probabilmente anche se dovesse correre con l’Arkea (per esempio), il futuro ci parla di una polarizzazione ancora più estrema nella composizione delle squadre.

Si parla infatti, proprio riguardo ad Evenepoel, di un passaggio del belga alla Bora-RedBull. Remco andrebbe di fatto a sostituire Roglic nella leadership in ottica Tour de France, con lo sloveno (che comunque ha quasi 35 anni) forse relegato a corse “minori” tipo il Giro d’Italia.

UAE, Visma e Bora sono ormai le big del ciclismo internazionale a livello di team, con Ineos e Soudal destinate a scendere ulteriormente in quanto a nomi e budget, con anche la Lidl che sta entrando prepotentemente almeno per quanto riguarda le classiche.

E forse è vero che oggi una Mercatone Uno, la squadra di Marco Pantani, non potrebbe vincere un Tour de France; la tendenza però è ormai questa, super-squadre con super-corridori, con colpi di mercato degni del calcio.