Il Tour de France 2022 inizia con una sorpresa.
La prima maglia gialla dell’edizione numero 109 della storia non è infatti andata sulle spalle di Filippo Ganna, campione del mondo e d’Italia in carica a cronometro, bensì di un belga, conosciuto solo dagli appassionati di ciclismo più attenti. Non si tratta infatti di Wout Van Aert, solo secondo al traguardo, bensì di Yves Lampaert, che a 31 anni si regala la giornata più emozionante e inattesa della carriera.
Definire il corridore della Quick-Step Alpha Vinyl Team una rivelazione assoluta nelle prove contro il tempo non sarebbe corretto, visto che si sta parlando di un corridore sì a proprio agio soprattutto sul pavé e nella classiche del nord, ma già tre volte campione nazionale nella specialità, l’ultima nel 2021, e che a cronometro va forte da dieci anni, avendo conquistato il titolo belga Under 23 nel 2012. Di certo, però, non si trattava del favorito assoluto nella prima tappa, la crono di 13,2 km svoltasi interamente a Copenaghen.
E invece, complice anche la pioggia che ha sparigliato le carte, Lampaert, primo belga in giallo dai tempi di Philippe Gilbert (2011) ha sorpreso tutti, a cominciare da Van Aeert, che ha chiuso a 5 secondi, precedendo di due secondi Tadej Pogacar.
Solo quarto Ganna, staccato di 10” e tradito da una foratura, anche se lo stesso fuoriclasse piemontese ha sportivamente riconosciuto i meriti degli avversari non appellandosi alla sfortuna.
A seguire Mathieu Van der Poel a 13”, al quale non è bastata la propria esperienza da crossista su un asfalto a tratti ingestibile, e Mats Pedersen a 15”, danese doc e inevitabilmente tra i più scontenti. Per la Quick-Step è una bella iniezione di fiducia dopo il forfeit di Julian Alaphilippe, per quasi tutti i big invece un’occasione persa per vestirsi subito di giallo.
Con qualche distinguo, ovviamente, perché se Van Aert non può che essere deluso per il risultato finale, non essendogli bastato battere per la prima volta in carriera a cronometro Pogacar, lo stesso sloveno, favorito assoluto per il successo finale a Parigi, può guardare con ottimismo al futuro grazie a una condizione che sembra più che confortante.
Ma non c’è tempo per riposarsi, lo stop per la carovana ci sarà solo lunedì dopo le prime tre tappe sul suolo danese. Sabato è infatti in programma la seconda frazione, da Roskilde a Nyborg, 202,5 km interamente lungo il Mare del Nord.
Percorso sostanzialmente pianeggiante (non rilevanti i tre GPM nella parte centrale), ma le insidie non mancheranno, dal vento e dalla possibile pioggia al passaggio per lo Storebaelt, il ponte lungo 18 km completamente esposto che si concluderà ai -3 km dalla conclusione.
Possibile assistere alle prime schermaglie tra uomini di classifica, ma la tappa si presta a più candidati per la vittoria: i velocisti puri, Fabio Jakobsen, Caleb Ewan e Jasper Philipsen, saranno in prima fila se il vento e i relativi rischi di ventagli non li taglieranno fuori, ma finisseurs come Van Aert e lo stesso Van der Poel non possono essere trascurati, così come un Pedersen a caccia di riscatto.