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La notizia era nell’aria da settimane, ma è diventata ufficiale da pochi giorni e cioè quella di Tom Pidcock che “finalmente” ha lasciato l’Ineos per accasarsi alla Q36.5

Un colpo davvero a sensazione, anche se annunciato, perché il corridore inglese ha lasciato la “Serie A” del ciclismo, un team World Tour, per la “Serie B”, essendo la Q36.5 membro dell’Uci ProTeam.

Evidentemente Tom Pidcock ha ritenuto meritevole stracciare il contratto che aveva in essere con l’Ineos fino al 2027.

Tom Pidcock alla Q36.5, le prospettive

La scelta del corridore inglese è davvero forte, quasi straniante. Lasciare il “posto fisso” dell’Ineos, squadra che partecipa per status a tutte le grandi corse, per lanciarsi nell’avventura con la Q36.5.

Questo team che ha bisogno di essere invitato dagli organizzatori delle varie gare per poter partecipare, non essendo del World Tour, è molto ambizioso ma totalmente a secco di risultati.

Lo sprinche qu Giacomo Nizzolo è una delle punte di diamante della Q36.5. Getty

E di inviti ad oggi non ne aveva praticamente ricevuti, mentre ora cambia tutto, con un corridore come Tom Pidcock in rosa.

Il pluricampione olimpico nel ciclocross va in una Q36.5 dopo che per mesi si era speculato addirittura su un passaggio alla RedBull-Bora, essendo la bevanda energetica uno dei suoi sponsor personali.

Anche questo però rientra nel personaggio Tom Pidcock, una sorta di “cavallo pazzo” di grande talento, che forse aveva bisogno di una squadra totalmente a disposizione, cosa che l’Ineos non poteva essere.

Molta curiosità adesso per questo matrimonio tra l’inglese e la Q36.5, che punta chiaramente all’invito come minimo al Tour de France e magari alla Vuelta.

Di sicuro anche per le classiche, dove Tom Pidcock negli anni è riuscito a costruirsi un grande palmarés con una Strade Bianche e un’Amstel Gold Race, più la tappa dell’Alpe d’Huez al Tour nel 2022.

Ineos, e adesso?

Inevitabilmente hanno cominciato a rincorrersi i commenti a questo punto, dopo la dipartita di Tom Pidcock, di un Team Ineos sempre più ridimensionato, una specie di “grande malato” del ciclismo.

Che dire? Forse è vero, specie se consideriamo il crollo di qualità della rosa da quando la squadra si chiamava Team Sky e dominava con Wiggins e Froome.

Le perdite negli ultimi anni sono state molte, anche se tutto sommato uno come Geraint Thomas tra 2022 e 2023 ha fatto podio al Giro d’Italia, sfiorando anche la vittoria finale come due stagioni fa.

Certo, Tom Pidcock è uomo da classiche, anche se negli ultimi mesi ha provato a spiegare come un suo desiderio volesse essere fare bene in una grande corsa a tappe e ora potrà farlo alla Q36.5.

Il campione olimpico di ciclocross lascia un discreto vuoto nell’Ineos, dove adesso il capitano e il leader rischia di essere un Egan Bernal ridotto davvero ai minimi termini come forma, affiancato da un Carlos Rodriguez che dopo un Tour 2022 da urlo non è più riuscito a riconfermarsi.

Rimangono altri buoni corridori come Arensman o De Plus, il giovane Tarling specialista nelle crono, un Foss che pure lui si è un po’ perso. Insomma, la partenza di Tom Pidcock rischia di rendere davvero quasi inconsistente la presenza dell’Ineos nelle grandi corse, specie nelle classiche.