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Stefano Villa è stato scelto al posto di Daniele Bennati come commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo. Una decisione che era nell’aria e che si è concretizzata in settimana.

Dopo settimane di speculazioni e nomi che sono circolati (Martinelli, per esempio), il nuovo ct è atteso a un duro lavoro per riportare l’Italia al top per quanto riguarda le corse su strada, soprattutto.

Stefano Villa “re della pista”

Stefano Villa infatti è stato per anni il ct della pista, vincendo tre ori olimpici con Viviani a Rio 2016 nell’Omnium, con il quartetto maschile dell’inseguimento a squadre di Lamon, Consonni, Milan e Ganna a Tokyo 2021 e nell’Americana donne con Consonni e Guazzini a Parigi 2024.

Ora passa alla strada però mantiene anche, come fa sapere la Fci, il ruolo di ct della pista per il settore femminile, insieme a Diego Bragato. Quello della pista Elite maschile passa invece a Dino Salvoldi, che continuerà anche a occuparsi degli Juniores di strada e pista. Marco Velo è invece il nuovo ct della nazionale femminile.

Inutile specificare che la pista non è la strada, ma Stefano Villa lo sa benissimo e verrà circondato a tal proposito da uno staff apposito.

E poi è altrettanto inutile aggiungere che peggio che negli ultimi anni è praticamente impossibile, purtroppo, almeno nelle corse in linea.

Probabilmente, però, vedremo un posto più da leader per Filippo Ganna non solo a cronometro o in pista.

L’addio di Bennati

Il quadriennio di Bennati non è stato così disastroso in realtà se guardiamo ai risultati in generale. Certo, la mancanza di un grande risultato al mondiale, dove però la concorrenza è enorme, ha pesato nella cacciata del ct e nella sua sostituzione con Stefano Villa.

“Finisco con le stesse parole con cui ho iniziato nel novembre del 2021. Per me guidare la Nazionale di Ciclismo su strada è stato un sogno bellissimo. Prima ad occhi chiusi, poi ad occhi aperti“. Queste le parole di Bennati nel suo messaggio d’addio sui suoi profili social.

“E per questo ringrazio chi me l’ha fatto vivere, cioè la Federazione Ciclistica Italiana e tutti quelli che con me hanno condiviso gioie e dolori legati a tale esperienza. Come tutte le volte che ti svegli, ti dispiace che il sogno sia finito.
Nel mio caso il rammarico è dovuto al fatto che non ho avuto la possibilità di completare un progetto che, per il momento storico in cui si trova attualmente il ciclismo italiano su strada, anche rispetto a quello di altri paesi, richiedeva tempi più lunghi”.

Avanti quindi ora con Stefano Villa, chiamato a un compito tutt’altro che semplice in uno sport dove il livellamento verso l’alto negli ultimi anni ha toccato pesantemente le vecchie grandi scuole precedenti, su tutte forse proprio l’Italia.