E così dopo la vittoria di Tadej Pogacar al Mondiale di ciclismo di Zurigo è arrivato Eddy Merckx che ha detto: “Sì, ormai mi ha superato, è meglio di me”.
Accidenti, se lo dice “Il Cannibale”, il ciclista che agli avversari non lasciava nemmeno le briciole, ci sarà da credergli. Di certo quello che ha combinato Pogi in questo 2024 è qualcosa da consegnare agli annali.
Ma davvero Pogacar è già adesso meglio di Merckx? Proviamo allora a fare un confronto, teoricamente impossibile, le ere sono troppo diverse, e a capire se è vero.
Pogacar e Merckx, fuoriclasse già a 26 anni
Intanto un buon punto di partenza per comparare questi due fenomeni del ciclismo è tirare una linea per quanto riguarda l’età: dov’era Merckx a 26 anni, la stessa età di Pogacar?
Ecco il confronto a livello di palmarés
- Pogacar: 3 Tour de France, 1 Giro d’Italia, 1 Mondiale (una tripletta Giro-Tour Mondiale; una doppietta Giro-Tour nello stesso anno), 1 Giro delle Fiandre, 2 Liegi-Bastogne-Liegi, 3 Giro di Lombardia, 1 Amstel Gold Race, 1 Freccia Vallone, 2 Tirreno-Adriatico, 1 Parigi-Nizza *
- Merckx: 3 Tour de France, 2 Giri d’Italia, 2 Mondiali (una doppietta Giro-Tour nello stesso anno), 4 Milano – Sanremo, 2 Parigi – Roubaix, 2 Giri delle Fiandre, 1 Liegi-Bastogne-Liegi, 1 Giro di Lombardia, 2 Freccia Vallone, 2 Gand-Wevelgem, 1 Giro di Romandia, 1 Volta a Catalunya, 3 Parigi-Nizza, 1 Giro del Delfinato
*Non contiamo le 2 Strade Bianche vinte che all’epoca di Merckx non esistevano…
Numeri mostruosi, vero? Era un altro ciclismo, certo, ma la sensazione di superiorità e di terrore seminato tra gli avversari che dava Merckx, competitivo su tutti i tipi di corsa, Pogacar forse non ce l’ha ancora “in portafoglio”.
Anche per questo motivo Pogi ha più volte dichiarato, ad esempio, che come obiettivo di carriera una Milano-Sanremo è assolutamente da tenere in considerazione. Una corsa dove non si può tentare agevolmente la sparata dalla distanza, e dove nel peggiore dei casi bisogna giocarsi tutto in volata, forse l’unico punto in cui lo sloveno è carente.
Per non parlare della Parigi – Roubaix, altro buco nel palmarés di Pogacar a differenza di Merckx che ne aveva già incamerate ben due.
Manca ancora qualcosa allo sloveno?
Certo, a 26 anni Pogacar ha già centrato “l’anno perfetto” con Giro d’Italia + Tour de France + Mondiale, mentre Merckx ci sarebbe riuscito solo a 29 anni, nel 1974.
La maniera in cui Pogi ha saputo trionfare nonostante tutti i pronostici a suo favore praticamente in ogni corsa dove abbia preso parte è un merito ulteriore per un ragazzo che al giorno d’oggi ha polverizzato la concorrenza, almeno per quanto riguarda le gare sulle tre settimane.
Come detto, gli manca quel pizzico di furbizia per vincere la Milano – Sanremo, dove si decide tutto in pochi chilometri e alla fine, e forse “il tempo”, nel senso che va preparata con estrema meticolosità, per quanto riguarda la Parigi – Roubaix, regno quest’anno di Van der Poel.
Sono naturalmente dettagli che però sappiamo bene come contino a livello di “peso” quando si confrontano corridori di epoche così diverse, in cui Merckx era “Il cannibale” e Pogacar ancora no, certo, ma in quanto a risultati in questo 2024 lo è stato.
Il belga poi riusciva a conciliare quei risultati con la stagione in pista e con i tentativi di battere il record dell’ora, quindi parliamo proprio di uno che viveva il ciclismo 12 mesi all’anno, h24, al limite dell’ossessione.
Pogacar in tal senso, con le programmazioni cambiate e un calendario meno folle (checché se ne dica), mantiene una certa giocosità nel suo lavoro. In questo forse è davvero il migliore di sempre.