Finalmente, si potrebbe dire, spazio alla Parigi-Roubaix 2025, l’Inferno del Nord o la Classica del Pavé, scegliete voi il soprannome che preferite.
Finalmente perché da anni non si viveva un’attesa così spasmodica per questa corsa, bellissima a prescindere, che però questa domenica 13 aprile avrà alla partenza Tadej Pogacar.
Già questa è una notizia, poi certo vincere non sarà automatico per lo sloveno in una Parigi-Roubaix combattutissima in quanto a favoriti.
Parigi Roubaix 2025, l’apoteosi delle classiche Monumento
Per ora siamo 1-1: la Milano-Sanremo è andata a Mathieu Van der Poel, il Giro delle Fiandre a Tadej Pogacar.
Ci sarà spazio per qualche “intruso”? Tutto sommato la Parigi-Roubaix si presta alle sorprese più del Fiandre, per esempio, anche se non è imprevedibile come la Sanremo.
Con i suoi 260 chilometri di lunghezza, i tratti in pavé iconici come la foresta di Arenberg o il Carrefour de l’Arbre, ha bisogno di corridori forti forse più di testa che di gambe.
Solo chi è saldo mentalmente può gestire le insidie del pavé, con il pubblico ai bordi della strada, con il rischio di andare a sbattere o di cadere.
E se davvero dovesse piovere come dicono le previsioni del tempo la Parigi-Roubaix 2025 rischia di diventare ancora più una lotteria, una battaglia nel fango tipo il 2021 quando vinse Colbrelli.
Chi arriverà per primo al velodromo di Roubaix? Chi riuscirà a domare le pietre e le sconnessioni? Questo è il fascino immortale della Classica Monumento forse più prestigiosa di tutte.
Un possibile ranking dei favoriti
E il debutto di Pogacar alla Parigi-Roubaix 2025 sarà dunque presumibilmente un battesimo del fuoco. Tutti contro di lui, come sempre, e magari sotto la pioggia.
Però, fa strano dirlo, nonostante il rabbioso trionfo al Fiandre, lo sloveno possiamo non considerarlo come l’assoluto favorito.
Attenzione, la gamba c’è e la volontà pure, questa proprio non è mai mancata. Rimane il fatto che la Parigi-Roubaix è molto difficile da vincere all’esordio, al netto delle decine di prove fatte con i compagni di squadra, ma concretamente da solo.
La Roubaix è una corsa per duri, massacrante, dove l’imprevisto è dietro l’angolo a cominciare dagli inconvenienti meccanici.
L’hanno vinta grandi campioni e “meteore”, i belgi per esempio si trovano benissimo su strade francesi che però ricordano le loro, e in otto delle ultime 9 edizioni hanno mandato uno dei loro rappresentanti sul podio.
Per cui occhio a Van Aert, che sta dando interessanti segnali di vita nelle ultime settimane, tra l’Attraverso le Fiandre perso in maniera assurda e un buon Fiandre, prodromi della Parigi-Roubaix 2025. Già un secondo e un terzo posto per lui nell’Inferno del Nord in carriera.
E poi il solito Van der Poel, vincitore delle ultime due edizioni e che punta a un tris consecutivo riuscito in precedenza solo a Francesco Moser e Octave Lapize, roba di oltre 100 anni fa nel secondo caso.
Le speranze su Ganna
I tifosi italiani guardano con ottimismo a Filippo Ganna nell’ottica della Parigi-Roubaix 2025. Secondo alla Sanremo, nella top 10 anche al Fiandre, il “Gigante di Verbania” possiamo considerarlo nel secondo gruppetto di favoriti.
Con lui Mads Pedersen e Jasper Philipsen, altri che conoscono bene questa corsa e che sono già saliti sul podio dell’Inferno del Nord.
Con Ganna il problema è sempre quello, perché paradossalmente la Roubaix è la Classica che gli calza di più a pennello, forse per il finale al velodromo.
Pochissimo dislivello, un ritmo di pedalata da cronoman che può mangiarsi agilmente il pavé in condizioni normali, l’unico vero problema è la gestione della gara.
La mezza fuga tentata al Fiandre non è stata molto comprensibile, forse avrebbe fatto meglio ad attendere. Inutile ormai pensarci.
Anche qua, la forma sembra esserci e la Parigi-Roubaix 2025 è probabilmente l’ultima cartuccia da sparare nelle classiche per quest’anno prima di dedicarsi alle corse a tappe. Arrivare di nuovo in top 10 sarebbe un eccellente risultato.