Solo i grandi campioni possono vincere come ha fatto lui.
Scattato a 17 km dall’arrivo, non ha lasciato speranze ai diretti inseguitori ed è arrivato solo al traguardo, godendosi gli applausi in quelle ultime centinaia di metri come qualcosa di sublime, insperato, ma fortemente voluto e meritato.
Strepitoso Bis mondiale
Julian Alaphilippe si è riconfermato campione del Mondo dopo il successo di Imola del 2020. Il corridore francese ha dominato la corsa per giungere in solitaria all’arrivo di Lovanio.
Alle sue spalle con un ritardo di 32″ l’olandese Dylan Van Barle ha conquistato l’argento mentre, il bronzo e’ andato al danese Michael Valgren. Migliore degli italiani il campione d’Europa Sonny Colbrelli, decimo, ma la gara della squadra azzurra è stata condizionata dalla caduta iniziale di Trentin e Ballerini.
Vero sconfitto il Belgio padrone di casa, con Stuyven quarto e il grande favorito Van Aert solo undicesimo.
“L’anno scorso per me si è avverato un sogno. Questa volta ero rilassato, ma con grande motivazione. Si trattava solo di ottenere il miglior risultato possibile, non avevo nemmeno pensato se sarei potuto diventare campione del mondo qui stamattina. Mi sono sentito bene, ho lavorato bene nelle ultime settimane. In finale sono stato in grado di fare una selezione e ho avuto il supporto di Florian Senechal e Valentin Madouas ”, ha detto Alaphilippe, che ha effettuato il suo attacco decisivo a 17 chilometri dall’arrivo a St. Antoniusberg e ha difeso con sicurezza il suo vantaggio fino al traguardo.
Non è stato facile pedalare da solo per quei kilometri finali verso la gloria. Quasi la totalità del pubblico e dei tifosi gli erano “sportivamente” contro, tutti a cercare di spingere i loro beniamini di casa, tristemente lontani dal podio e dalle medaglie.
“C’è stato qualche spettatore che ha cercato di infastidirmi, non dirò di più, ma ho trovato in quello una motivazione in più per continuare e rispondere in questo modo“, ha confermato in conferenza stampa ai vertici.
Tra l’altro da sopportare fisicamente e mentalmente gli ultimi chilometri scappati con il resto dei candidati che lo inseguono. “E’ orribile, non ho parole. Ho dovuto prendermela comoda perché è stata molto dura, ma ho pensato a mio figlio Nino e ho voluto dare tutto per lui“, ha rivelato.
A proposito degli inseguitori e dei rivali di “Lulu”: nessuno è riuscito a stargli a ruota dopo l’ennesimo e vincente attacco che lo ha portato al traguardo…
“Mi ha sorpreso che nessuno mi seguisse, mi stavo preparando mentalmente allo sprint. È stato un momento magico. Nell’ultimo chilometro non ho più sentito dolore, mi sono solo divertita e ho pensato a mio figlio, che ora non capirà più niente, ma è un ricordo che rimarrò per sempre“, ha commentato.
Nella parte finale del test, dopo il suo attacco a 21,5 km dal traguardo, ha spiegato che “il percorso” stava andando bene per lui e che, inoltre, contando sull’aiuto di “(Florian) Senechal e (Valentin) Madouas davanti”, quello che ha fatto è stata “una selezione” naturale della corsa.
“Ho detto a Senechal di tenere duro perché avrei provato a iniziare a muovere la gara, ma quello che non potevo nemmeno immaginare era che avrei fatto un giro da solo. L’anno scorso era un sogno, è stato difficile ma in alla fine l’ho preso. Lo sapevo. che avevo fatto allora e sono venuto con molte motivazioni per ripeterlo di nuovo. Sono molto felice”.
Adesso la maglia pesa ancora di più rispetto al risultato dello scorso anno di Imola. “Tutti ti guardano con questa maglia e quando non vinci ti criticano perché pensano che, visto che sei il campione, devi vincere tutto. Questa volta la prenderò diversamente. Non voglio correre come un robot, voglio attaccare, divertirmi“.
Alaphilippe tuttavia non si nasconde e magari tenterà anche l’assalto al tris come solo i GOAT possono fare. Il campione del mondo, non ha escluso la ricerca di un terzo titolo che lo collochi tra i corridori con più ori mondiali, insieme all’italiano Alfredo Binda, ai belgi Eddy Merckx e Rik van Steenbergen, allo spagnolo Oscar Freire e allo slovacco Peter Sagan. “Sagan ne ha vinte tre, vedremo“.
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