È la domenica del gran finale per i Mondiali di ciclismo su pista di Roubaix, con l’epilogo dei quali calerà il sipario sulla lunga stagione 2021.
I titoli in palio nella quinta ed ultima giornata di gare saranno cinque, che saranno assegnati nella sessione unica in programma a partire dalle 13. Per l’Italia non mancano le possibilità di rimpinguare il già ragguardevole bottino di medaglie. Con sette podi, infatti, e ben tre medaglie d’oro (con due argenti e tre bronzi) il contingente italiano ha già migliorato il rendimento di Berlino 2020, quando le medaglie totali furono sei.
Le speranze di medaglia dell’ultima giornata
Non sarà tuttavia facile per gli azzurri in gara riuscire a salire sul podio. Le speranze più concrete poggiano su Silvia Zanardi, in gara nella corsa a punti. La giovane emiliana, neocampionessa europea su strada Under 23 e tra le migliori al mondo nella specialità a livello giovanile, sarà tuttavia al primo, vero test con i “senior”: le sue qualità non sono indiscusse, ma non sarà facile lottare alla pari con campionesse esperte come Lotte Kopecky e Katie Archinald, già a medaglia in questo mondiale.
Inedita o quasi sarà invece la coppia dell’americana, dove Simone Consonni si cimenterà con Michele Scartezzini, che si è avvantaggiato dalla scelta di Elia Viviani di rinunciare a questa specialità per puntare tutto sulla corsa ad eliminazione. Difficile prevedere un exploit per Consonni e Scartezzini, in una specialità in cui l’intesa di coppia e l’esperienza sono variabili fondamentali, ma non si sa mai e anche per Viviani la corsa al podio nell’eliminazione non si annuncia facile visto che nella stessa prova all’interno dell’omnium Elia non è andato oltre il nono posto.
Attesa per Viviani
Chissà però che a dare motivazioni a Viviani non sia proprio l’exploit compiuto sabato proprio nell’omnium, con quella medaglia di bronzo bis di quella ottenuta due mesi e mezzo fa a Tokyo, ma che sa di impresa alla luce della rimonta compiuta dal veronese durante la prova.
Quarto dopo due prove, Viviani ha disputato una corsa a punti da protagonista assoluto, facendo le due cose che servivano per artigliare il podio, guadagnare il giro e vincere lo sprint finale e mettendo quindi in carniere 30 punti complessivi, salendo a quota 121 e precedendo di quattro punti il portoghese Iuri Leitao.
Impossibile lottare con il super Ethan Hayter, che ha vinto tre prove su quattro e con il neozelandese Aaron Gate, Viviani si è confermato “animale da battaglia”, in grado di esaltarsi quando tutto sembra perso e aggiungendo un’altra medaglia ad una carriera già leggendaria.
Viviani ha inoltre riscattato le delusioni azzurre coincise con i quarti posti nell’inseguimento di Martina Alzini, sconfitta dalla tedesca Mieke Kroeger nella finale per il bronzo, e di Letizia Paternoster e Rachele Barbieri nell’americana. La neo campionessa del mondo nell’eliminazione e la modenese hanno poco da rimproverarsi, Barbieri è stata in particolare autrice di una bella rimonta, non sufficiente però per fare meglio della Gran Bretagna, terza per un punto in più delle azzurre (24-23).
L’Italia scende così dal podio in questa specialità nella prova femminile dopo i due bronzi conquistati nel 2018 con la coppia Paternoster-Confalonieri e a Berlino 2020 con Paternoster ed Elisa Balsamo.
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