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La Milano Sanremo del 2025 ha confermato come Tadej Pogacar soffra particolarmente la Classicissima di Primavera. Ci ha provato di nuovo con un forsennato attacco sulla Cipressa, ma alla fine ha chiuso ancora terzo.

Grande vittoria di Van der Poel, la seconda in tre anni, e Pogi beffato anche da un superlativo Ganna: ancora terzo, insomma, come nel 2024.

Che questa corsa sia stregata? Oppure semplicemente la Milano Sanremo è forse l’unica corsa che il fuoriclasse sloveno fatica di più a gestire?

Milano Sanremo, dove attaccare può non servire

Lo hanno scritto tutti gli analisti, l’edizione del 2025 della Classicissima di Primavera è stata una delle più belle di sempre. In effetti non possiamo che accodarci a questo giudizio.

Raramente si sono visti tre campioni del genere, tutti con all’attivo almeno una maglia iridata (Ganna anche un oro olimpico), disputarsi la Milano Sanremo in un finale mozzafiato.

Tutto nato dal furioso attacco di Pogacar sulla Cipressa, coadiuvato seppur per pochi tratti da un Narvaez che la UAE ha tesserato esattamente per questo motivo, dare uno strappetto decisivo al gruppo e consentire le sfuriate di Pogi.

Eppure non è bastato, perché un Van der Poel sornione è riuscito a stare a ruota dello sloveno e addirittura a mettergli il naso davanti sul Poggio, mentre Ganna prima faticava e poi rinveniva.

Pogacar avrebbe voluto arrivare da solo alla fine della Milano Sanremo, come nelle sue migliori giornate, ma ormai è chiaro che se Pogi deve condividere uno sprint diventa “uno qualunque”.

Attaccare, quindi, non è servito a niente. Perché la Classicissima non è le Strade Bianche, ma nemmeno la Roubaix o le altre classiche del nord.

Van der Poel come il gatto col topo

Onore e merito quindi a MVDP, corridore che mai come quest’anno si è presentato a fari spenti alla Milano Sanremo.

Con Philipsen saltato per aria subito, sulla Cipressa, ha corso in maniera intelligente, utilizzando con Pogacar la strategia del gatto col topo. Diventando così il primo in vent’anni a vincere due volte la Classicissima.

Una volta rimasti lui, Pogi e Ganna, è sembrato evidente che in Via Roma toccasse all’olandese prendersi la gloria; migliore in volata, migliore nello spunto, più sprinter di Ganna e più “abituato a sgomitare” rispetto allo sloveno.

Fine stratega psicologico, gli è bastato prevalere sul gigante di Verbania, arrivato forse stremato dopo aver rincorso i due campioni sul Poggio.

Bravissimo comunque Ganna, che ha iniziato alla grande il 2025 e che diventa spendibile per quasi tutti i tipi di corsa, ormai, visti i suoi notevoli progressi anche in salita.

Perché la Milano Sanremo sarà anche “la corsa che possono vincere in 50”, ma oltre alle gambe ci vogliono anche furbizia e capacità di adattarsi alla situazione: tempo atmosferico, quasi 300 chilometri sul groppone, pressione psicologica a mille.

Sembrerà strano, ma la Classicissima rischia di diventare un’ossessione per Pogacar, che a questo punto dovrà trovare un piano-B, magari attaccando da ancora più lontano (i Capi? Il Turchino?), sapendo che forse nemmeno quello basterà.