Si celebrano oggi i 49 anni dell’americano che ha vinto tutto, compreso una grave malattia, pòrima che il doping cancellasse le sue mitiche imprese
Nato a Plano, Texas, il 18 settembre 1971, Lance Armstrong inizia la sua carriera sportiva molto giovane, preso per mano dalla madre Linda che lo supporta fin dall’inizio. A soli 13 anni gareggia in uno degli sport più duri che si conoscano, il Triathlon, nel quale gli atleti compiono lunghi e massacranti chilometri da percorrere a nuoto, poi in sella ad una bici e infine di corsa. Con una vocazione per lo sport viva in lui fin dall’età più tenera, Lance Armstrong iniziò la sua carriera nella seconda metà degli anni ’80 come nuotatore, campo in cui vinse diversi riconoscimenti nazionali. Lance Armstrong decide così a 16 anni che la sua professione sarà quella dell’atleta. Conclusi gli studi e conseguito il diploma entra nella squadra nazionale di ciclismo per un progetto olimpico sperimentale, in Colorado Springs. Inizia qui la sua carriera sulle due ruote. Gareggia nelle categorie dilettanti: gli sforzi e i risultati portano Lance a qualificarsi per i campionati mondiali juniores di Mosca 1989. Nel 1991 vince il campionato nazionale dilettanti e subito dopo passa nei professionisti. Il suo grande talento come ciclista esplode quasi per caso: Armstrong fu notato per la prima volta nel 1991 in seguito ad una schiacciante vittoria ottenuta durante la Settimana Ciclistica Bergamasca, evento tutto italiano, aperto a professionisti e non di tutte le nazioni. Negli anni successivi partecipa dunque a campionati nazionali ed internazionali di ciclismo dei livelli più alti, diventando non solo un professionista ma anche un grande campione: numerosissime furono le vittorie ottenute tra il 1993 ed il 1995, le quali gli vengono tuttora riconosciute nonostante gli scandali che lo coinvolgeranno in seguito. Nel 1996, tuttavia, Lance è costretto a fermarsi per curare un cancro ai testicoli che ha già raggiunto molti altri organi attraverso metastasi: sono anni drammatici, ma l’atleta vince anche questa sfida e riesce a guarire completamente. Ad oggi non ha mai annunciato ricadute. Il suo ritorno avviene in grande stile nel 1998, anno in cui decide di portare avanti un grande obiettivo: vincere il Tour De France. La sfida francese non fu vinta quell’anno, ma poco importò: Lance Armstrong vinse infatti le sette edizioni successive della “Grande Boucle”, un risultato impressionante ma dietro il quale iniziarono a palesarsi già le prime accuse di doping sia da parte di tabloid che di esponento del suo entourage. Armstrong si ritira per qualche anno e ritorna poi in alla ribalta nel 2008, portando avanti con successo molte altre gare professionistiche: per poter partecipare rinuncia talvolta ai compensi, limitandosi ad incassare i proventi per lo sfruttamento della sua immagine. Le accuse di doping si fanno tuttavia sempre più pesanti. Forse proprio per questo nel 2011 ha annunciato il ritiro dalle corse internazionali per poi partecipare successivamente solo a tre gare statunitensi. Ciononostante, l’iter di accuse è arrivato sino al momento del giudizio finale: nel 2012 la United States Anti-Doping Agency decise di squalificarlo a vita e di cancellare tutti i titoli ottenuti dal 1998 in poi. Lance rinuncia a difendersi e la condanna entra in vigore: lo scandalo enorme, ed è probabilmente proprio in quel periodo che è maturata l’idea del film biografico “The Program”. La Nike rescinde il contratto di sponsorizzazione ed Armstrong è costretto ad annunciare le dimissioni da presidente della fondazione Livestrong, da lui fondata nel 2003 per la lotta al cancro. Da allora, molte sono state le polemiche: tanti fan del ciclismo ritengono che Lance Armstrong abbia “pagato per tutti”, che si sia ossia macchiato di colpe non diverse rispetto a quelle di tanti colleghi i quali, tuttavia, non hanno mai ricevuto condanne simili. Atri ritengono invece che la condanna sia congrua. In ogni caso, la perdita dello status di atleta non ha tolto a Lance lo status di celebrità, e così viene spesso consultato nelle vesti di opinionista per commentare le nuove edizioni del Tour De France o altro. Egli concede spesso interviste, tra cui ne citiamo una celebre con Ophra Winfrey in cui ammise per la prima volta di aver fatto uso di doping durante l’intera durata della sua carriera sportiva, anche nel periodo precedente al cancro. Il film “The Program” è stato poi pubblicato nel 2015, ottenendo quindi un discreto slancio dovuto ad un caso mediatico ancora abbastanza sentito in USA e nel mondo intero.