Un’altra tappa del Giro d’Italia stravolta, quella che doveva transitare sullo Stelvio prima e poi spostata sull’Umbrailpass e infine accorciata quasi della metà con l’ennesima problema tra corridori e organizzazione.
Non è la prima volta ormai che succede in epoca recente alla Corsa Rosa, e il fatto di aver disputato questa edizione una settimana in anticipo rispetto al solito per via dei Giochi Olimpici non ha certamente aiutato.
E se fosse arrivato il momento a prescindere di cambiare tutto al Giro d’Italia? Almeno provare a offrire un’alternativa credibile?
Giro d’Italia, il nord a maggio è un problema
Sarà il cambiamento climatico, sarà che i corridori adesso sono giustamente più tutelati che in passato e scene apocalittiche come quella del Gavia al Giro del 1988 con mezzo gruppo al traguardo assiderato, ma la Corsa Rosa a maggio ha sempre più problemi.
Dal 2021 in avanti, tralasciando l’edizione in emergenza dell’ottobre 2020 a causa del Covid, c’è sempre stata almeno una tappa accorciata o che non si è potuta vedere dalla televisione per via del maltempo.
Del resto le nevicate o il freddo estremo si possono ancora verificare a quote alte come sullo Stelvio, ma ci si sta rendendo conto sempre di più che anche intorno ai 2mila metri in questo periodo dell’anno non si può salire in bicicletta.
Il problema è che il percorso del Giro d’Italia lo si conosce dallo scorso autunno e d’accordo la Cima Coppi, i tornanti dello Stelvio o i paesaggi mozzafiato delle Dolomiti, ma se poi non si corre è tutto davvero inutile.
E allora a che pro persino invitare il numero uno al mondo, Tadej Pogacar, se poi gli si tarpano le ali?
Un’edizione al sud e appenninica?
Se ne parla da anni ma non se n’è mai fatto niente. Per venire incontro a questa situazione difficile, con il Giro d’Italia ormai incastrato prima del Tour de France con almeno un mese di differenza tra le due corse, una delle soluzioni potrebbe essere un arrivo al sud.
Vero è pure che da Roma in giù le strade non sono asfaltate e curate al nord e che le Dolomiti o le Alpi mantengono il suo fascino e una migliore accessibilità; ma la natura pare proprio aver deciso, più ancora che la Uci o il sindacato dei corridori.
Le salite al sud non mancano, non sono dure come Stelvio o Mortirolo, ma provare una volta a fare un Giro d’Italia più appenninico che alpino? Con magari delle tappe in Sicilia, perché no? E finale a Roma, o a Milano, dove si vuole, ormai ci si trasferisce con facilità.
E se si vuole mettere una cronometro, anche al sud Italia le opzioni possono essere tante. Il tempo sembra ormai che stia per scadere.