E’ ampiamente cominciato il conto alla rovescia verso il Giro d’Italia: l’edizione numero 105 della Corsa Rosa prenderà il via venerdì da Budapest, in Ungheria.
Saranno 176 i corridori impegnati sulle strade della Penisola, sulle quali la carovana comincerà a transitare dopo avere pedalato nelle prime tre tappe in terra magiara. La terza frazione, la Kaposvar-Balatonfured, vedrà con ogni probabilità il successo di un velocista. E, a proposito di sprinter, come non si può sottolineare il ritorno al Giro d’Italia di Mark Cavendish?
Il corridore dell’Isola di Man, ora in forza alla ambiziosissima Quick-Step Alpha Vinyl, è assente da nove anni addirittura. Ma come molti sanno ha anche una casa in Italia, in Toscana, perché ama tantissimo la nostra nazione.
Cavendish, che compirà 37 anni il 21 maggio, quindi a Giro non ancora concluso, per ben quindici volte ha vinto una tappa della gara ciclistica più amata nel Belpaese e, per quattro giorni, ha indossato la iconica maglia rosa, prendendola vincendo la prima frazione dell’edizione del 2013, con arrivo a Napoli: un arrivo spettacolare, nel quale il britannico rimontò negli ultimi cento metri beffando Elia Viviani. E pensare che già allora veniva dato in fase calante. Cavendish, invece, quell’anno ci prese gusto, perché si impose anche sui traguardi di Margherita di Savoia, Treviso e Cherasco, oltre che a Brescia, dove nel 2013 era stato deciso di fare terminare il Giro.
Indubbiamente quest’anno la concorrenza sarà nutritissima e sarebbe quindi miracoloso vedere il corridore britannico calare nuovamente il pokerissimo. Di certo, se ha deciso di partecipare al Giro, è per rimpinguare un bottino che ha del clamoroso. E che quest’anno ha già incrementato con tre vittorie, di cui una alla Milano-Torino, a metà marzo.
“Quando ti trovi in una corsa con tante squadre interessate al successo allo sprint non puoi contare solo su Michael Morkov, ma hai bisogno del supporto del team intero. Lui è la ciliegina sulla torta, fa sembrare tutto più semplice. Ero un po’ nervoso, volevo anticipare la volata ma lui ha comunque avuto tempo di gridare per farmi capire qual era il momento perfetto per partire. Non mi interessano le statistiche, sono un corridore istintivo che segue il cuore” aveva raccontato Cavendish dopo la vittoria.
Al Giro d’Italia in squadra, con lui, ci saranno Davide Ballerini, James Knox, Morkov, sul quale, come si è visto a Torino un mese e mezzo fa, si può sempre fare grandissimo affidamento quando arriva il momento di preparare le volate, ma anche lo svizzero Mauro Schmid, vincitore dell’undicesima tappa nell’edizione dell’anno scorso, la Perugia-Montalcino, oltre a Pieter Serry, Bert Van Lerberghe e Mauri Vansevenant.
Il 9 luglio dello scorso anno, con la vittoria ottenuta nella tredicesima frazione del Tour de France con arrivo a Carcassonne, Cavendish ha eguagliato lo storico record di 34 vittorie di tappa alla Grande Boucle detenuto da Eddy Merckx: lo stesso ex fuoriclasse belga volle fargli di persona i complimenti recandosi sulla linea di partenza di una successiva frazione. Una pagina importante del ciclismo mondiale, ma Cannonball non è ancora pago.
E farà di tutto per dimostrarlo anche al Giro d’Italia.