Mercoledì non è stato un giorno come tutti gli altri al Giro d’Italia.
Doveva essere solo quello di una tappa come tante, adatta ai velocisti come si è poi confermata essere, ma a rubare la scena è stato Vincenzo Nibali.
Lo Squalo, applauditissimo nella sua Sicilia, ha infatti annunciato che a fine stagione dirà addio al ciclismo. A 37 anni, dopo aver vinto praticamente tutto, il capitano dell’Astana ha capito che ormai è giunta l’ora di appendere la bicicletta al chiodo e ha voluto comunicarlo in prima persona al termine di una frazione molto speciale, a due passi da casa, come già progettava di fare da anni.
L’ultimo duro colpo è arrivato martedì, quando sulla salita che portava all’Etna si è subito staccato, dicendo già probabilmente addio alle possibilità di podio in classifica generale.
Nibali in carriera ha vinto Vuelta, Giro d’Italia, Tour de France, Giro di Lombardia e Milano-Sanremo tra le altre e in pratica gli è mancato solo un grande acuto con la Nazionale, ai Mondiali così come alle Olimpiadi, con la caduta di Rio 2016 quando sembrava lanciato verso la medaglia d’oro che farà male per sempre.
“Il momento era giunto e tocca restituire il tempo alla famiglia e agli amici – ha dichiarato Nibali -. Devo essere grato alle squadre che ho avuto intorno, perché mi hanno aiutato quando le cose non sono andate bene. E al tifo, che ti dà la forza di resistere e fare qualcosa di speciale. E certo alla famiglia, che supporta e mi ha sopportato. Niente mi toglierà il sorriso, è così che immagino e dovrà essere quest’ultimo Giro d’Italia. Ho deciso da un po’, perché sapevo di questa tappa da qualche anno. Non era a caso. Non credo che ci ripenserò. Al ciclismo ho dato tantissimo, ora voglio cercare di fare qualcosa, anche se non sarà semplice. Intanto mi godo questo momento e a fine stagione chiuderò la mia carriera su strada da professionista. Resterò nel ciclismo? Probabilmente sì“.
La tappa di ieri è passata quindi in secondo piano, con Demare che si è aggiudicato la volata per la sesta volta in carriera sulle nostre strade, così come due illustri connazionali come Hinault e Anquetil.
Il francese si è staccato sul Portella Mandrazzi, posto però troppo lontano dal traguardo per cambiare realmente le carte in tavola, e dopo essere rientrato nel gruppo principale si è preso lo sprint con grande autorevolezza, alla faccia di Marc Cavendish che si era imposto in Ungheria nella prima tappa adatta ai pedali veloci.
L’occasione di rivincita per l’uomo dell’Isola di Man e tutti gli altri specialisti arriverà comunque già oggi, in Calabria, con la carovana rosa che, dopo aver passato lo stretto con decine di traghetti inizierà a risalire lo Stivale.
Per le montagne è ancora presto, così come per l’arrivo a Verona, ma lungo il Tirreno anche i big dovranno fare sempre attenzione a ventagli e fughe che possono cambiare la classifica generale in un attimo.
Le grandi squadre non staranno di sicuro a guardare.