Una giornata intera di riposo, per ricaricare le pile ma anche per studiare le nuove strategie. Per arrivare a indossare la maglia rosa o, anche più semplicemente, per conquistare una tappa del Giro d’Italia. Martedì si riparte e si riparte per dare tutto.
La decima tappa scatta da Pescara, in Abruzzo, per arrivare nelle confinanti Marche a Jesi, la città del commissario tecnico della Nazionale, Roberto Mancini, e di numerosi assi della scherma: la lunghezza è di 196 chilometri.
Se la prima parte è completamente pianeggiante, e non dovrebbe vedere azioni di rilievo, la seconda è ben diversa, con numerosi strappi che potrebbero portare qualcuno ad architettare un colpo di mano. Lo strappo finale di Monsano, posizionato a soli 9 chilometri dal traguardo, in particolare, potrebbe indurre qualche uomo di classifica a tentare di fare la differenza e, nel contempo, a verificare le capacità di reazione degli avversari. Non è da escludere, però, che la soluzione arrivi in volata. E a quel punto sarà uno tra gli assi delle ruote veloci a tagliare per primo il traguardo.
Dopo la seconda giornata di riposo si può cominciare a fare qualche ragionamento su chi è il favorito per la vittoria finale. All’inizio della Corsa Rosa del 2022 in molti indicavano Richard Carapaz ed è ancora quello dell’ecuadoriano il primo nome a cui viene istintivo pensare. Carapaz, al momento, occupa il quarto posto ed è a soli 15” dalla maglia rosa, Juan Pedro Lopez.
Dalla sua Carapaz ha una squadra molto solida, la Ineos Grenadiers, ma anche il fatto di avere già vinto il Giro, nel 2019. Non ha speso molto, Richard, in questa prima fare della Corsa Rosa, dando anche l’impressione di avere tutto sotto controllo. Simon Yates, invece, dopo avere bene cominciato con la crono andata in scena in Ungheria, ha faticato e poi sul Blockhaus è andato in crisi.
Chi potrebbe creare qualche grattacapo a Carapaz è Joao Almeida, portoghese in forza alla UAE Team Emirates che al momento occupa la seconda posizione in classifica, a 12” di ritardo dal leader spagnolo, e che può contare su una formazione assai competitiva.
Fino a oggi il lusitano ha retto, senza mettersi in gioco più di tanto quando avrebbe potuto tentare qualche azione, e quindi non è facile capire a chi livello sia la sua condizione. Di sicuro è uno che la maglia rosa sa come si porta e che potrebbe anche dire la sua in occasione della cronometro finale di Verona, anche se con i suoi 17,4 km non è lunga e non può consentire miracoli se i distacchi in classifica fossero piuttosto consistenti.
Jai Hindley, che sul Blockhaus si è sbloccato, può rappresentare un’incognita. Da tenere d’occhio anche Landa e Guillaume Martin, che però in Abruzzo ha scricchiolato.
Spiace infine ammettere che per gli italiani le ambizioni sono poche: la speranza è che, finalmente, arrivi una vittoria di tappa, mentre per quanto riguarda la classifica generale non si può fare altro che puntare a una top-10. E il fatto che i due corridori più indicati per raggiungerla siano Pozzovivo e Nibali, non propriamente due teen-ager, la dice lunga.