Il tanto vituperato e criticato ciclismo italiano è ancora vivo: è finalmente arrivata la prima affermazione di un corridore azzurro al Giro 2022.
Lodi, quindi, ad Alberto Dainese (Team DSM) che, a Reggio Emilia, ha alzato le braccia al cielo al termine di uno sprint molto combattuto, nel quale solamente negli ultimi metri ha avuto la meglio su un Fernando Gaviria costretto all’ennesimo piazzamento.
Per Dainese si è trattato del primo successo in un grande Giro, un momento da ricordare per il velocista veneto, che dopo avere tagliato la linea del traguardo era molto emozionato, anche perché ha posto fine a un digiuno di vittorie italiane lungo 10 tappe. E c’è stato da capirlo, quando ha preso in mano il microfono.
“Non credevo proprio che avrei vinto, non ho dormito bene e non mi sentivo al massimo al risveglio – ha raccontato -. Sono onorato di essere diventato lo sprinter di riferimento del team durante la corsa. Ogni volata è diversa, all’inizio Démare sembrava essere piazzato meglio di tutti ma ai 100 metri dall’arrivo ho capito che ero il più veloce. Romain Bardet ha sempre creduto nei miei mezzi, forse anche più di me. Sono felice di vedere che un corridore terzo in classifica generale mi ha aiutato nella preparazione dello sprint. Adesso tutta la squadra lavorerà per lui perché puntiamo a vincere il Giro d’Italia“.
A 1.200 metri dal traguardo posto nella città del Tricolore si era conclusa la fuga di Dries De Bondt, nata dopo che allo sprint Intermedio di San Giovanni in Persiceto era stato Richard Carapaz a passare per primo conquistando 3″ di abbuono.
In classifica generale il vincitore del Giro d’Italia 2019, che molti vedono come favorito numero 1 anche per l’edizione in corso, si è così portato in seconda posizione a 12″ dalla maglia rosa Juan Pedro Lopez, agganciando Joao Almeida e facendo ruzzolare giù dal podio proprio Bardet.
“È stato il primo giorno in cui ho corso da leader – ha puntualizzato la maglia rosa -. A volte sono un po’ nervoso perché voglio stare nella posizione più avanzata possibile ma i miei compagni di squadra mi aiutano sempre molto. Otto Vergaerde in particolare mi tranquillizza spesso dicendomi di stare nella sua ruota. In tutta onestà no so se possa dire di essere più fiducioso di prima o meno. Una cosa però è certa: se mi staccherò sarà soltanto dopo aver dato il 100%“.
Il programma di giovedì propone una tappa appenninica impegnativa.
Da Parma si salirà costantemente con pendenze molto dolci lungo la Valle del Taro fino ai piedi del Passo del Bocco, ascesa di bassa difficoltà che immette in Liguria.
Dopo una lunga discesa impegnativa fino a Carasco dove si risale la Val Fontanabuona si affrontano quindi due salite: la Colletta di Boasi e il Valico di Trensasco.
Si entra a Genova percorrendo l’Autostrada e il nuovo Ponte di San Giorgio prima di entrare nell’abitato per gli ultimi chilometri. Dall’ingresso in Autostrada si percorre Ponte San Giorgio per uscire a Genova Ovest e imboccare la Sopraelevata Aldo Moro che porta fino ai 2 km dall’arrivo.
Ultimi 2 km con una curva sola (all’ultimo km) tutti in leggerissima ascesa rettilinei ampi e ben pavimentati. Retta finale con pendenza circa del 2%.