Sarebbe dovuta essere l’ultima occasione per gli sprinter, la Borgo Valsugana-Treviso, e invece a rompere le uova nel paniere delle ruote veloci, hanno pensato quattro coraggiosi, che sono andati in fuga fin dai primi chilometri.
Due italiani (Edoardo Affini e Davide Gabburo), un danese (Magnus Cort Nielsen) e un belga (Dries De Bondt) sono riusciti a non farsi riprendere dal gruppo per giocarsi la tappa in una volata a ranghi ridottissimi: a spuntarla è stato De Bondt, in forza alla Alpecin-Fenix che ha preceduto per pochissimi centimetri Affini (Jumbo-Visma) conquistando il suo primo successo di tappa in un Grande Giro.
Nella tappa che è stata percorsa a un’andatura molto elevata (46,486 km/h di media) la terza piazza è stata occupata da Cort Nielsen (EF Education-EasyPost).
Il gruppo della maglia rosa Richard Carapaz, regolato da Alberto Dainese, ha chiuso a 14″. Nel finale foratura senza conseguenze per Jai Hindley in quanto arrivata a meno di 3 km dal traguardo, quando era già in atto la neutralizzazione del tempo, male invece Juan Pedro Lopez, a lungo al comando di questa edizione del Giro, che ha perso terreno dopo la discesa di Cà del Poggio e che è arrivato con un ritardo di 2’57”. Lo spagnolo della Trek-Segafredo ha comunque conservato la maglia bianca di leader della classifica dei giovani.
A Treviso è arrivata la prima vittoria in una corsa World Tour per Dries de Bondt. Il suo ultimo successo risaliva a più di un anno e mezzo fa, con la conquista del Campionato Nazionale Belga avvenuta il 22 settembre del 2020.
In classifica generale primo sempre Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), seguito da Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) a 3″ e da Mikel Landa (Bahrain Victorious) a 1’05”.
“Entrare in fuga non è mai semplice: quando ci riesci devi riflettere sulla situazione – ha raccontato De Bondt -. Sapevo che tre squadre, DSM, Quick-Step e Groupama-FDJ volevano arrivare allo sprint e ad un certo punto della tappa abbiamo deciso di rallentare affinché potessimo avere energie per dare gas nel finale. Abbiamo salvato la gamba il più possibile approcciando gli ultimi km con il gap che avremmo voluto avere per arrivare al traguardo. Rispetto i miei tre compagni di fuga perché nessuno ha saltato un cambio. Siamo stati tutti molto leali e allo sprint sono stato il più veloce. Vivo in un sogno e ne sono consapevole“.
“Ci attendevamo che sarebbe stato un giorno tranquillo e invece è stata una tappa molto veloce. Anche il circuito finale era veloce. Le prossime tre tappe saranno le più importanti del Giro. Il distacco tra me e Hindley è minimo, non pensavamo di arrivare così vicini a tre giorni dalla fine. Io e i miei due rivali, Hindley e Landa, siamo più o meno allo stesso livello” ha invece osservato Carapaz al termine della frazione.
Oggi, venerdì, andrà in scena la tappa numero 19, la Marano Lagunare-Santuario di Castelmonte di 177 chilometri. Una tappa di montagna con numerose insidie, nel corso della quale la Carovana Rosa sconfinerà in Slovenia per poi tornare sul suolo italiano.
Una tappa nella quale nessuno potrà sbagliare.