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Il Giro del Delfinato 2024 è andato a Primoz Roglic per un’incollatura davanti a Matteo Jorgenson. Un’edizione funestata, tanto per cambiare, da una grave caduta non colossale come quella del Giro dei Paesi Baschi, ma che comunque ha lasciato il segno.

Andiamo comunque a vedere cosa ci ha lasciato questa corsa che storicamente è uno degli antipasti più succosi del Tour de France.

Giro del Delfinato 2024, Roglic ringrazia la squadra

Come dicevamo in fase di presentazione della corsa, fondamentale per la vittoria di Primoz Roglic è stata la tenuta della sua squadra, una Bora-Hansgrohe presentatasi al Delfinato con tre punte: lo sloveno, appunto, Vlasov e Hindley.

Una formazione di lusso per una corsa così breve dove di solito i capitani veri sono due. Portarsene tre per quanto riguarda la Bora comunque è stato un segnale doppio: verso gli altri partecipanti al Giro del Delfinato e verso se stessi in ottica-Tour. Perché anche alla Grande Boucle verrà riproposta la stessa formazione a tre punte.

Il lavoro di Vlasov soprattutto è stato fondamentale per un Roglic apparso a tratti in difficoltà. Anzi, con il rischio concreto nell’ultima tappa di perdere il primo posto nella classifica generale, sorpassato da un Matteo Jorgenson in forma smagliante, come del resto aveva fatto intuire a inizio 2024.

Più distanziato Hindley, che non sembra reggere il passo dei migliori nonostante la vittoria al Giro d’Italia nel 2022 e un buon Tour de France lo scorso anno. Detto ciò, Roglic ha vinto il Giro del Delfinato con soli 8 secondi di vantaggio rispetto a Jorgenson e 36 sul sorprendente Derek Gee della Israel: merito soprattutto dei 29” rifilati dallo sloveno all’americano nell’unica cronometro.

Evenepoel
Remco Evenepoel, missile a cronometro e incerto in salita

Lo sconfitto: Remco Evenepoel

Settimo nella generale, la vittoria nella cronometro, ma anche un crollo verticale al momento della verità: ancora una volta Remco Evenepoel è stato tutto e il contrario di tutto in una corsa a tappe, ormai suo obiettivo principale persino prima delle classiche del nord.

Appena sono arrivate le montagne il belga ha cominciato a perdere terreno e in ottica Tour de France questa è una notizia pessima. Vero è che a cronometro forse al momento Remco è il miglior interprete al mondo (del resto è campione iridato in carica), ma specie se pensiamo a una gara di tre settimane le salite iniziano ad essere un problema.

Anche alla Vuelta lo scorso anno l’andamento era stato simile, con un Evenepoel brillantissimo ma “a babbo morto”, lontanissimo dalla vetta della generale ma pericoloso in alcune tappe singole. Insomma, un Remco indecifrabile.

Fortunato e Ciccone, è un’Italia che sogna

Uno leader della classifica della montagna, uno nella top ten della classifica generale: in ottica Tour de France il Giro del Delfinato di Lorenzo Fortunato e Giulio Ciccone è stato estremamente positivo.

Stagione difficile in realtà per il primo, con l’Astana sempre meno competitiva e lui di fatto a tenere su la baracca da solo. Questo successo nella classifica del gran premio della montagna, unita a un Giro d’Italia in cui ha chiuso 12° nella generale rendono Lorenzo Fortunato uno dei migliori interpreti azzurri nelle corse a tappe.

Al momento non gli è molto distante nemmeno un Giulio Ciccone che andrà al Tour de France a difendere il trionfo l’anno scorso nella classifica degli scalatori. Un italiano in maglia a pois, roba che non si vedeva da oltre trent’anni.

Al Giro del Delfinato “Cicco” è riuscito a stare quasi sempre con i migliori, perdendo inevitabilmente tempo a cronometro. Ottavo nella generale a 2’54” da Roglic è comunque una grande prestazione che ci fa ben sperare.