Filippo Ganna come del resto prevedevamo ha vinto due medaglie ai Giochi Olimpici di Parigi: un argento nella cronometro su strada e un bronzo nell’Inseguimento a Squadre in pista.
Il “gigante di Verbania” si è confermato quindi il nostro miglior ciclista, a 360 gradi, vista anche la condizione degli altri italiani delle due ruote.
Queste medaglie arrivano al termine di un ciclo iniziato tre anni fa con l’incredibile oro sempre nell’Inseguimento a Squadre dove Filippo Ganna aveva letteralmente vinto da solo.
Il nostro Pippo può avere ancora stimoli in pista o deve provare a diventare un uomo da classifica generale nei grandi giri? Analizziamo le ragioni del sì e quelle del no.
Filippo Ganna da classifica generale, cosa serve
La tendenza di questi anni ormai è chiara: levando quei 2-3 fenomeni assoluti (Pogacar, Vingegaard, Evenepoel) dietro, a livello di corse di tre settimane, il livello è abbastanza appiattito.
Per fare classifica in un grande giro ci vuole sostanzialmente una cosa, che Filippo Ganna ha senza dubbio in faretra: andare forte a cronometro, dove non c’è bisogno di avere una squadra formidabile, ma solo buone gambe.
Pogacar va forte a cronometro, Vingegaard pure, su Evenepoel abbiamo finito gli aggettivi a tal proposito. Ganna pure, ma col tempo si è quasi solo soffermato su questo tipo di tappe.
Indubbio è che con un buon cuscinetto di 3-4 minuti rifilati ai rivali nelle crono Filippo Ganna potrebbe gestire il resto delle grandi corse a tappe. Certo, ci vorrebbe un Giro d’Italia (pensiamo soprattutto a quello) disegnato apposta per il piemontese, con almeno 65-70 chilometri complessivi a cronometro.
Cosa manca a Ganna per un piazzamento nei grandi giri
Certo, non è sufficiente andare forte contro il tempo. Ci vuole anche una buona capacità di resistere alle salite, e per quello anche fisicamente ci vuole un passo avanti da parte di Filippo Ganna, un ragazzone di oltre un metro e novanta per 80 e passa chili.
Non certo la struttura di chi possa primeggiare sulle rampe appenniniche o delle Alpi. Impossibile chiedere un trattamento di dimagrimento puro al fuoriclasse di Verbania, ma in passato abbiamo visto corridori con la stessa massa corporea primeggiare nel ciclismo.
A questo punto ci vorrebbe una squadra in grado di “scortarlo”, o di far spendere a Filippo Ganna meno energia possibile. Un treno tipo quello della UAE di quest’anno, insomma, con 3-4 corridori a tenere botta per il loro capitano.
Il fatto è che Ganna non è nemmeno capitano nella sua squadra, la Ineos, peraltro in crisi netta di risultati e con poca attrattiva per tesserare buoni corridori. Né Carlos Rodriguez né Bernal sembrano in grado di primeggiare, e Geraint Thomas è troppo in là con gli anni pur essendo ancora un califfo del gruppo.
La cosa buona è che Filippo Ganna ha ancora solo 28 anni e potrebbe concedersi un ultimo giro di giostra alle prossime Olimpiadi, ma ai tifosi italiani a caccia di qualcuno in grado di salire sul podio della generale in una grande corsa a tappe il dubbio resta.
Ci vorrebbe insomma una concatenazione di eventi che non può prescindere da un dato di fatto: Ganna vuole fare tipo Wiggins, da fenomeno in pista a uomo da classifica generale grazie a una squadra come la Sky (“mamma” della Ineos)? Tutto comincia da qui.