«Il cielo è azzurro sopra Berlino…» Era il luglio del 2006 quando si esaltavano le gesta della nazionale italiana di calcio allenata da Marcello Lippi trionfante ai Campionati del Mondo. In quei giorni, Filippo Ganna da Verbania avrebbe poco dopo compiuto dieci anni (è nato il 25 luglio del 1996) e forse nemmeno in cuor suo avrebbe immaginato quella stessa città avrebbe aperto anche a lui le porte della storia.
Sull’anello del Velodrom di Berlino, Filippo Ganna ha dimostrato ancora una volta, semmai ce ne fosse stata davvero la necessità, di essere il più forte al mondo nella prova di inseguimento individuale nel ciclismo su pista.
Per la quarta volta, la terza consecutiva, il fuoriclasse azzurro ha vestito la maglia iridata ma stavolta, oltre ad entrare di diritto nel ristrettissimo novero dei migliori di tutti i tempi, Filippo Ganna ha voluto mettere la “ciliegina sulla torta”.
Nelle qualificazioni, il piemontese non si è limitato ad ottenere il miglior tempo, ma com 4’01”934 ha stabilito il nuovo record del mondo, avvicinandosi sempre più al muro dei 4’ e migliorando il limite che lui stesso aveva stabilito lo scorso mese di novembre in Coppa del Mondo, quando aveva ottenuto 4’02”647.
Alla strabiliante media di 59,520 chilometri orari, Filippo Ganna si è così qualificato per la finale che ha corso con l’americano Ashton Lambie. La prova con in palio titolo mondiale e medaglia d’oro, col passare dei metri non ha avuto molta storia: con una azione perfetta, potente, costante Filippo Ganna ha aumentato il suo vantaggio sin dai primi giri. Ha chiuso con uno splendido sorriso stampato sul suo simpatico volto in 4’03″875, ma va detto che gli ultimi metri li ha percorsi senza forzare perché già certo della vittoria.
Il quarto titolo mondiale ha consegnato a Filippo Ganna anche la ottava medaglia in quattro edizioni della rassegna iridata di ciclismo su pista.
Nelle prove individuali, Ganna è salito la prima volta sul gradino più alto del podio a Londra nel 2016. In finale affronta il tedesco Domenic Weinstein che supera chiudendo la prova in 4’16”141.
Impresa che non gli riuscì nel 2017 a Hong Kong quando, reduce da un infortunio, dovette “accontentarsi” della medaglia d’argento superato soltanto dall’australiano Jordan Kerby.
Da quel momento in poi, quello del pistard italiano è stato un dominio assoluto. Filippo Ganna è ritornato a sedersi sul trono nel 2018 ad Alpedoorn.
In semifinale realizza il nuovo record italiano in 4’13”622 e nella finale fa ancora meglio: 4’13”607 tempo che gli permette di battere il portoghese Ivo Oliveira e di laurearsi campione del mondo per la seconda volta.
L’anno dopo a Pruszkòw Filippo Ganna cala il tris. Approdato in finale col miglior tempo, l’azzurro si ritrova ancora una volta di fronte a Domenic Weinstein ma anche in terra polacca è il tedesco ad alzare bandiera bianca: l’azzurro chiude in 4’07”992 e veste la maglia iridata.
Il capitolo successivo è quello appena scritto da Filippo Ganna a Berlino. Ed anche stavolta il portentoso atleta originario di Verbania ha usato il carattere indelebile.
Ganna è anche uno del paladini del quartetto italiano che per tre anni degli ultimi quattro è salito sul podio nella gara a squadre.
A Hong Kong gli azzurri hanno messo al collo la medaglia di bronzo, l’anno dopo ad Apeldoorn il risultato è stato bissato come pochi giorni fa Ganna ha fatto anche a Berlino in compagnia di Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan.