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Bernal, due volte Pogacar, due volte Vingegaard: il Tour de France 2024 si prepara ad aggiungere un altro nome al suo albo d’oro. Poi, che sia uno che abbiamo già visto, quello cambia poco: la magia della Grande Boucle è sempre presente.

Chi sono i favoriti per l’edizione di quest’anno? Pogacar farà la doppietta con il Giro d’Italia come non capita dal 1998? O Vingegaard troverà la forza per tornare competitivo dopo il brutto incidente di aprile? Outsider possibili? Analizziamo tutto.

Pogacar al Tour de France 2024 come Pantani 1998?

Al Giro d’Italia, vedendolo cadere prima della salita di Oropa e poi vincere lì al Santuario, è sembrato che Tadej Pogacar volesse copiare Marco Pantani in tutto e per tutto, nell’anno in cui potrebbe replicare le gesta del suo idolo: doppietta Giro + Tour, ci sono riusciti in 7 nella storia (“Pirata” compreso), lo sloveno ha intenzione di entrare in questo ristretto club.

Visto come ha sbaragliato la concorrenza al Giro, verrebbe da scrivere già il suo nome sul trofeo del Tour de France 2024, ma attenzione alle pressioni e comunque a un parterre di avversari non proprio in vena di servirlo su un piatto d’argento.

Certo, questo Pogacar è nettamente favorito, ha la gamba dei giorni migliori e non ha avuto intoppi fisici a differenza dei suoi rivali. Sarebbe una grossa sorpresa non vederlo sul gradino più alto del podio a Nizza il prossimo 21 luglio.

Più che Vingegaard meglio Roglic

E poi c’è Vingegaard, il grande mistero. Ko ad aprile per una rovinosa caduta al Giro dei Paesi Baschi, da allora non ha più corso, limitandosi all’allenamento. In una squadra come la Visma che sembra toccata da una specie di sortilegio, cercherà al Tour de France 2024 di difendere le due ultime vittorie.

Un anno fa, va detto, approfittò delle non perfette condizioni di Pogacar, mentre nel 2022 diede una dimostrazione di forza assoluta, quando appunto aveva una squadra super, dove tutto girava bene.

Vingegaard è da mettere tra i favoriti per il blasone ma sarebbe davvero sorprendente vederlo non diciamo in lotta per la Maglia Gialla, ma addirittura per il podio. Detto che il 2024 l’aveva iniziato alla grandissima vincendo la Tirreno-Adriatico, quasi tre mesi senza gare nel ciclismo odierno sono troppi.

Come anti-Pogacar vediamo meglio in questo Tour de France 2024 il suo connazionale Primoz Roglic, trionfatore al Delfinato seppur sudando le proverbiali sette camicie.

Se Pogi ha la doppietta Giro + Tour nello stesso anno, “Rogla” ha sempre nel mirino la Tripla Corona, quindi la vittoria in tutte e 3 le maggiori corse a tappe: gli manca solo la Grande Boucle, infatti.

Sarà molto interessante vederlo all’opera come capitano assoluto di una Bora che arriva abbastanza a fari spenti al Tour, in un’edizione non particolarmente dura che potrebbe fare al caso di Roglic.

Gioventù sul podio?

Vingegaard – Pogacar – Adam Yates: questo fu il podio a Parigi del Tour, un anno fa. Difficile che si possa ripetere in nell’edizione del 2024. Per Vingegaard, soprattutto, e perché Roglic nel 2023 si era dedicato al Giro d’Italia (vinto).

Adam Yates? Beh, certo, la corazzata UAE punta a fare come la Visma nella scorsa stagione: dominare in lungo e in largo. L’inglese ha vinto il Giro di Svizzera passeggiando, sarà il primo scudiero di Pogacar e punterà a un altro podio.

Il Tour de France 2024 tuttavia presenta davvero il meglio su piazza. Raramente si è vista una concentrazione di talento così grande in una corsa a tappe di tre settimane. Tra questi nomi relativamente nuovi c’è Carlos Rodriguez dell’Ineos, quinto alla Grande Boucle del 2023.

Lui più di un Ayuso destinato a stare accanto a Pogacar può ambire al podio. L’Ineos del resto al Giro d’Italia ha dimostrato che a livello di squadra può dire tranquillamente la sua. Con accanto un Bernal in ripresa lo spagnolo, in palla al Delfinato, è in grado di mantenersi come minimo ai livelli del 2023.

La “matta” Evenepoel

Giovane lo è anche Remco Evenepoel, un proiettile sempre puntato verso il traguardo a volte senza grossi ragionamenti dietro. Pure il belga ad aprile era caduto malamente durante il Giro dei Paesi Baschi, con Vingegaard e Roglic; in teoria è considerato tra i favoriti, ma la sua attitudine nelle corse a tappe di tre settimane ha lasciato spesso a desiderare.

Vincitore della Vuelta nel 2022, al Giro d’Italia 2023 abbandonò in Maglia Rosa perché colpito dal Covid, lasciando dietro di sé strascichi polemici. Di nuovo alla Vuelta finì presto fuori dalla classifica generale (12° alla fine) prima di vincere ben 3 tappe di cui 2 di montagna e vincendo la Maglia del Miglior Scalatore.

Insomma, imprevedibile, ma forse favorito numero 1 (del resto è campione del mondo in carica) per le due cronometro in programma al Tour de France 2024. E se ci sorprendesse tutti, salendo sul podio? La sua squadra, la Soudal, sfortunatamente per lui non sembra all’altezza, con il malandato Landa come scudiero.