Alla vigilia dell’edizione 2020 ricostruiamo l’evoluzione della corsa che mette in palio la maglia iridiata conquistata per 51 volte da un atleta italiano
Si corre domani a Imola il Campionato del Mondo professionisti di ciclismo su strada. Si tratta dell’edizione numero 93 della corsa iridata. Il primo campionato del mondo su strada era riservato ai soli corridori dilettanti e si svolse nel 1921 in quel di Copenaghen, con la vittoria dello svedese Gunnar Sköld. Nel 1927 cambiò la formula e si divise il campionato tra professionisti e dilettanti, correndo una prova unica in linea. La prima edizione nel “nuovo formato” si svolse proprio in un autodromo come avverrà domani: era il circuito del Nürburgring in Germania, e ci fu il trionfo della squadra italiana. Già dal 1928 le prove delle due categorie vennero separate. Nell’edizione 1931 eccezionalmente le due prove invece che in linea si corsero nella forma di cronometro individuali, sulla distanza di 170 km. Nel 1958 venne istituito anche il campionato del mondo femminile, a livello dilettantistico visto che l’attività professionistica femminile non esisteva. Nel 1962 si introdusse anche una gara a squadre maschile per quartetti nazionali e nel 1987 si aggiunse anche l’analoga gara femminile sulla distanza di 50 km. Nel 1972 l’UCI decise che le prove di ciclismo su strada presenti nel programma dei Giochi olimpici sarebbero valse anche da rispettivo titolo mondiale di categoria. Si trattava della prova maschile in linea dei dilettanti e della cronometro a squadre maschile, cui si aggiunse nel 1984, anno in cui entrò nel programma olimpico, anche la prova in linea femminile. Di conseguenza, negli anni olimpici dal 1972 al 1992 (dal 1984 al 1992 per la gara femminile), tali prove vennero escluse dal programma dei campionati del mondo. Dal 1996 si è tornati alla separazione dei due programmi, dopo l’apertura delle gare ciclistiche olimpiche ai corridori professionisti. Nel 1974 i campionati, giunti alla 47ª edizione, si svolsero per la prima volta al di fuori dell’Europa, a Montréal, in Canada. Nel 1994 venne abolita la storica suddivisione tra professionisti e dilettanti, sostituendola con le due categorie Élite (senza limite di età) e Under 23 (riservata ai corridori di età inferiore ai 23 anni). Anche la categoria femminile, apertasi al professionismo, ha assunto la denominazione Élite. Dal 1997 fino al 2005 sono state aggiunte al programma dei campionati anche le gare dei campionati del mondo Juniores. Dopo una pausa di cinque edizioni, in cui le prove Juniores si sono disputate nuovamente in sedi e periodi separate, dal 2011, in Danimarca a Copenaghen, il format dei campionati è tornato alla concomitanza delle prove delle categorie Elite, Under 23 e Juniores maschili e femminili. Dal 2012 al 2018 il programma dei campionati è stato ampliato con la reintroduzione della cronometro a squadre, sia maschile che femminile, questa volta per sestetti e non più in rappresentanza di nazionali, ma di squadre di club affiliate all’UCI. Dal 2019 le due prove della cronometro a squadre sono state nuovamente abolite e sostituite da una staffetta mista (tre ciclisti/tre cicliste) per sestetti nazionali. Le prove del campionato mondiale si svolgono con cadenza annuale nell’arco di circa una settimana. Dal 2005 si svolgono indicativamente nella seconda metà di settembre. Tutte le prove si svolgono nella stessa sede, che cambia di anno in anno. Alle gare partecipano le squadre nazionali selezionate dalla federazione di ciascun paese. Ciascuna federazione può schierare al via un numero di corridori precedentemente definito in base al proprio posizionamento nel ranking mondiale. A partire dal 2018 è definito un massimo di otto corridori per squadra per la prova maschile Elite, di sette per quella femminile Elite, di cinque per quella maschile Under 23 e per le prove in linea Juniores, e di due per ciascuna cronometro. Fa eccezione il campione in carica di ciascuna prova, che può essere schierato al via dalla propria squadra in aggiunta al numero massimo di ciclisti. Le prove in linea si svolgono su un circuito generalmente di 10–20 km (raramente più lungo), e che è lo stesso per tutte le categorie, varia soltanto il numero di giri percorsi: per gli Élite uomini il numero è il minimo per il quale la distanza complessiva supera i 250 km. La prova a cronometro individuale si svolge su un percorso di lunghezza, per gli Élite uomini, attorno ai 50 chilometri. Il vincitore di ciascuna delle prove si fregia del titolo di campione del mondo della relativa disciplina e categoria e ha il diritto di gareggiare fino all’edizione successiva indossando, nelle gare della specialità in cui ha vinto, la prestigiosa maglia iridata: una maglia bianca cerchiata con i cinque colori olimpici. Gli ex campioni del mondo possono portare i colori della maglia iridata sul colletto e sul bordo delle maniche anche nelle stagioni successive. Nella classifica generale dei Campionati del Mondo l’Italia è al primo posto sia per quel che concerne le vittorie, 53, sia per ciò che riguarda il medagliere che tiene conto anche del secondo e terzo posto: 137 in totale con 45 argenti e 41 bronzi. Il titolo mondiale manca però all’Italia dal 2008, quando Alessandro Ballan trionfò a Varese.
Nella foto: la vittoria di Alessandro Ballan ai Mondiali del 2008