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Va in archivio l’annata 2024 del ciclismo, una stagione indimenticabile che ha visto la doppietta Giro d’Italia – Tour de France di Pogacar e quella olimpica di Evenepoel.

Ciò nonostante molti corridori hanno deluso, trovando pochissimi risultati se non nessuno, specie paragonati con l’anno precedente. Ne abbiamo scelti cinque, così come i migliori.

2024 nel ciclismo, Sepp Kuss e la crisi nera della Visma

Allo scalatore del Colorado non era sembrato vero: vincere la Vuelta nel 2023 scortato, di fatto, da due capitani come Roglic e Vingegaard. Forse un eccesso di supremazia, da parte della Visma, assoluta padrona del gruppo dodici mesi fa e ora in pezzi.

Kuss ha deluso tantissimo, ha saltato il Tour de France per via del Covid e alla Vuelta non è mai stato competitivo. L’intera Visma a parte il miracolo di Vingegaard, tornato in sella dopo la tremenda caduta al Giro dei Paesi Baschi, è finita avviluppata in una stagione negativissima dal vago sapore di “karma avverso”.

Chi è Kuss? L’anonimo corridore della stagione 2024 del ciclismo o “il più forte gregario del mondo” come si pensava nel 2023? Forse né uno né l’altro, certo gli ultimi mesi per Sepp sono stati da dimenticare.

Juan Ayuso, anche i migliori piangono

Psicodramma o quasi per il corridore spagnolo, che è ancora giovane (ha 22 anni) ma sembra già vecchio e impolverato. Il ciclismo nel 2024 ci ha insegnato comunque che anche se sei nella squadra migliore ti possono far fuori serenamente se non rendi.

La UAE in tal senso è stata “darwiniana”, spietata, al momento di creare il gruppo migliore attorno al suo fuoriclasse Pogacar: bene Adam Yates e Joao Almeida, Rafal Majka a martellare al Giro d’Italia, ma di Ayuso nessuna traccia.

Incredibile il passo indietro del ciclista catalano, nonostante la vittoria al Giro dei Paesi Baschi, una corsa a eliminazione in cui Juan ha resistito bene in sella salvo poi piano piano scomparire. Da recuperare soprattutto mentalmente in ottica 2025.

Carlos Rodriguez, beata gioventù

Il granadino invece ha un’attenuante, il crollo verticale della sua squadra, la Ineos-Grenadiers, un team che non sa più da che parte sbattere la testa, tra un Bernal sempre meno competitivo e altri specialisti non esattamente a loro agio (Pidcock).

Rodriguez lo mettiamo in questa lista delle delusioni del ciclismo 2024 anche come monito per gli occasionali che seguono le gare: da giovane è molto difficile mantenere lo stesso livello per due anni consecutivi.

Formidabile e completo, lo spagnolo, nel 2023 con un Tour de France indimenticabile e un quinto posto da antologia, con vittoria nella tappa di Morzine piegando anche Vingegaard e Pogacar.

Tao Geoghegan Hart, il “desaparecido”

Oggettivamente dispiace per l’inglese, vincitore a sorpresa del Giro d’Italia 2020 e da lì in poi praticamente scomparso, fin quasi all’irrilevanza di questa annata del ciclismo 2024 in cui non ha ottenuto mezzo risultato.

La Lidl-Trek ha investito fortemente su di lui ricavandone quasi nulla, anche perché dopo la caduta tremenda con femore fratturato al Giro d’Italia 2023, nella tappa sull’Appennino Genovese, Tao è davvero sparito dalla circolazione.

Non ha partecipato a nessun grande giro, mentre il miglior risultato è stato nel 2024 il nono posto, anonimo, al Giro di Romandia.

Giulio Ciccone, problemi fisici ma non solo

Qui purtroppo dovremmo scoperchiare la grave crisi del ciclismo italiano, che a parte alcuni specialisti di chiaro valore nel mondo (Ganna, Milan) dietro di sé ha davvero poca cosa.

Ciccone nel 2024 ha iniziato tardi per via di una delicata operazione chirurgica ed è oggettivamente lui quello che dovrebbe trascinare il movimento nelle grandi corse a tappe. Nelle classiche la situazione è diversa, forse anche le priorità sono diverse.

Certo, il passo indietro dell’abruzzese è stato notevole, purtroppo, con la top 10 al Tour mancata per un posto (11esimo) e qualche caduta sfortunata.