A Chris Froome non si può rimproverare niente. Non si è ancora ritirato, questa è la notizia, ma le sensazioni sono che l’inglese non molto tardi (leggasi, fine 2025) lascerà il gruppo.
Per lui un 2024 da desaparecido o quasi, con il Team Israel che sarà la sua squadra anche per tutta la prossima stagione, quando Froome compirà 40 anni.
In una recente intervista comunque l’inglese ha parlato dei suoi piani futuri.
Chris Froome, accettare il declino
Quest’anno il miglior risultato dell’inglese è stato il secondo posto nella prima tappa del Tour di Ruanda, a febbraio: una cronometro, peraltro.
Non esattamente un grande palmarès, se ci aggiungiamo gli zero (zero!) punti Uci conquistati nel 2024.
Roba impensabile per uno che ha vinto quattro Tour de France e che in altre due occasioni è arrivato sul podio della Grande Boucle.
Ma è evidente che è dal 2019, da quella tremenda caduta nella ricognizione della cronometro al Giro del Delfinato dove a momenti ci lascia la vita, che Chris Froome non è più lo stesso corridore.
L’inglese era passato dall’essere uno dei costanti favoriti nelle grandi corse a tappe, tutte e tre vinte almeno un volta (4 Tour, un Giro e una Vuelta), al recitare il ruolo di comparsa.
Il passaggio poi dall’Ineos al Team Israel, nel 2021, aveva fatto il resto, sancendo evidentemente il passaggio di categoria anche a livello di squadra.
“Almeno un grande giro”
Intervistato da Cyclingnews e Velonews, Chris Froome è stato piuttosto chiaro sul suo futuro e su quella che sarà la sua ultima stagione, il 2025, quando compirà quarant’anni.
Il suo obiettivo primario sarà “partecipare almeno a uno dei tre grandi giri, per dare un’ultima spinta alla mia carriera”.
Nello specifico, una “Last Dance” al Tour de France, la corsa dove per sei volte è arrivato sul podio, vincendone 4 e rimanendo a una lunghezza dal “Club dei 5”: Anquetil, Merckx, Hinault e Indurain.
“So benissimo – ha continuato Chris Froome – che il mio livello nelle ultime stagioni è calato però per me il Tour rimane l’evento più speciale”.
Al Tour de France il suo ruolo non potrebbe essere altro che quello del gregario. Peraltro alla Grande Boucle l’inglese non partecipa dal 2022, quando si ritirò prima della 18esima tappa, mentre era 26esimo nella classifica generale.
Miglior piazzamento due anni fa, un terzo posto nella frazione che arrivava all’Alpe d’Huez. Ultimo grande bagliore di un ex fenomeno azzoppato dagli incidenti. Ma che meriterebbe una chiusura degna della sua carriera.