In attesa di vincere chissà quando la prima Champions League il Psg per adesso in bacheca come coppe europee può vantare solo una Coppa delle Coppe, conquistata nel lontanissimo 1996.
Statistica un po’ straniante per uno dei club più ricchi di quest’epoca, ma quando si parla di curriculum europeo non si scappa dai numeri.
Andiamo comunque a vedere come riuscì il Paris Saint-Germain a vincere quell’ultima e unica Coppa delle Coppe, con quali giocatori e con quali protagonisti.
Psg, l’epoca di Weah e di Ginola
La mitica Coppa delle Coppe, quel torneo dal sapore vintage che metteva una contro l’altra le vincitrici delle rispettive coppe nazionali. Un’altra epoca in tutti i sensi, quando l’effetto domino era assicurato: vincere la coppa Italia (o di Spagna, Francia, Inghilterra, insomma, qualsiasi), andare in Coppa delle Coppe, provare a conquistarla e andare a disputarsi la Supercoppa Europea. Non come oggi, ecco, in cui la Conference League è uno strano ibrido di contentini sparpagliati qua e là.
Il Psg vince la Coupe de France nel 1995 in una delle ultime apparizioni di George Weah con la maglia rossoblù, prima di trasferirsi al Milan.
Il gol decisivo nella finale contro lo Strasburgo lo segna però Paul Le Guen, centrocampista d’ordine in mezzo a tanti fantasisti creativi come Rai e Ginola. Un gran gol, peraltro, con una saetta di sinistro dal limite che vola all’incrocio dei pali. L’allenatore è Luis Fernandez, “cavallo pazzo” ex incursore nella Francia di Platini campione d’Europa nel 1984 e semifinalista mondiale nel 1986.
In campionato i parigini vanno così così, oggi sono dei dominatori ma all’epoca in bacheca ci sono appena 2 edizioni della Ligue 1. Infatti dal 1994 al 2012 rimarranno a secco, roba impensabile vista con gli occhi del 2023.
In quello stesso 1995 il Psg arriva in semifinale di Champions League, a lungo miglior piazzamento nella massima competizione europea: fuori contro il Milan, vincente 1-0 al Parco dei Principi con gol di Boban e a San Siro 2-0 con la doppietta del Savicevic migliore di sempre.
Non avendo vinto la Ligue 1, comunque, al Paris Saint-Germain non rimane che la Coppa delle Coppe, il cui parterre per l’edizione 1995-96 è di tutto rispetto, con tra gli altri il Parma, il Borussia Moenchengladbach, il Deportivo La Coruña, il Saragozza campione uscente, il Feyenoord, il Bruges, il Celtic e l’Everton.
Il contributo dei nuovi
Il sorteggio consegna al Psg da subito una trasferta difficile, più che per l’avversario in sé per il calendario e la logistica.
Si va in Norvegia contro il Molde (futura squadra di Haaland), che è nel pieno del suo campionato e soprattutto è un posto scomodo da raggiungere. Infatti i parigini vanno sotto salvo poi vincere l’andata 3-2 ipotecando la qualificazione agli ottavi di finale. I gol li segnano Le Guen, di nuovo, e due dei nuovi acquisti: uno è un fantasista di origine armeno-polacca, figlio d’arte, che si chiama Youri Djorkaeff, mentre l’altro è Dely Valdes, prelevato dal Cagliari.
Al turno successivo tutto facile contro il Celtic Glasgow, 4-0 nel doppio confronto con ancora Djorkaeff protagonista spalleggiato da un altro nuovo acquisto proveniente dal Nantes con cui ha vinto il titolo francese: Patrice Loko. Del resto oltre a Weah se n’è andato pure Ginola, in direzione Newcastle, e l’attacco è stato ricostruito da zero o quasi.
Con così poche squadre in corsa (32 all’inizio del torneo) già ai quarti di finale si possono vedere delle finali anticipate, vista la modestia degli altri club non compresi nel gruppo dei favoriti. E in effetti quando il Psg se la deve vedere con il Parma molti pensano che una di queste due squadre potrà alla fine sollevare la coppa.
Gli emiliani sono ancora una corazzata, con in attacco l’ormai ex Pallone d’Oro Hristo Stoichkov, che però non sta legando molto con l’ambiente. Il bulgaro in compenso è in una di quelle serate in cui può risolvere le partite da solo e così è: rasoiata di sinistro incrociata ed è 1-0, gran risultato in vista del ritorno.
Al Parco dei Principi è battaglia fin da subito, fallo su Nouma ed è rigore trasformato dal brasiliano Rai, fratello minore del grande Socrates; Melli pareggia con un gran tiro da fuori su cui il portiere Lama è incerto e il Parma si sente tranquillo. Loko approfitta però di uno svarione difensivo dei gialloblù e fulmina Bucci, 2-1. Nella ripresa un altro rigore di Rai, questo molto dubbio, dà il 3-1 ai parigini nonostante l’assalto finale del Parma.
Dura sulla carta anche la semifinale contro il Deportivo La Coruña pieno di brasiliani, su tutti l’attaccante Bebeto.
Gioca a testa alta il Psg, con Fernandez che viene pizzicato in panchina a parlare al telefonino con uno dei suoi collaboratori piazzato in tribuna.
Quando lo 0-0 sembra concretizzarsi, nonostante una grande serata dei due portieri, ci pensa ancora Djorkaeff, appena entrato in campo, con un impressionante destro da fuori area a gelare lo stadio Riazor. Tutto in discesa per il Psg in vista del ritorno, deciso da un gol di Loko, l’altro grande trascinatore della squadra. Finale dunque contro il sorprendente Rapid Vienna.
In finale ci pensa Ngotty
L’8 maggio 1996 si gioca dunque Psg-Rapid Vienna.
Gli austriaci hanno fatto fuori fin lì alcune delle favorite come lo Sporting Lisbona e il Feyenoord e sono stati trascinati dai gol (6) del gigantesco centravanti tedesco Carsten Jancker, bruttissimo a vedersi ma tremendamente efficace. In difesa poi il Rapid ha un giocatore davvero di culto come il bulgaro Ivanov (scomparso purtroppo nel 2016), colonna della nazionale semifinalista ai mondiali di Usa ’94.
Si gioca a Bruxelles nell’ex stadio Heysel, i parigini sono favoriti ma non possono sottovalutare gli avversari. Arbitra l’italiano Pierluigi Pairetto, che al 28′ concede un calcio di punizione al Psg dai 35 metri per fallo di Guggi su Djorkaeff. Un intervento che ci sta per fermare il fantasista, in stato di grazia.
La distanza è notevole ma probabilmente il Rapid non sa che il Paris Saint-Germain ha uno specialista inatteso, il difensore centrale Bruno Ngotty. Arrivato l’estate precedente dal Lione, ha un gran tiro da fuori, specie su calcio piazzato: lo chiamano addirittura “Il Koeman nero” per questa sua caratteristica. Ngotty esplode un destro dritto per dritto che viene deviato da un giocatore del Rapid e inganna il portiere Konsel.
La maggior qualità del Psg fa il resto. Non ci sono altri gol, ma le occasioni migliori sono di nuovo per i ragazzi di Fernandez, incluso un palo di un incontenibile Djorkaeff, che pur giocando con la maglia numero 6 è tutto meno che un difensore. Finisce 1-0 e finalmente i parigini possono sollevare un titolo europeo, l’unico nella loro storia visto che in Supercoppa contro la Juve nel novembre di quello stesso 1996 finiranno umiliati 9-2 nel doppio confronto.
Djorkaeff però era stato già ceduto all’Inter mentre Ngotty sarà uno dei protagonisti a sorpresa dello scudetto del Milan nel 1999, segnando tra l’altro un gol fondamentale su punizione a Bologna all’ultimo minuto.
La formazione dell’unico PSG vincente in Europa