Oh, stavolta siamo in missione. Missione decisamente possibile, altro che Tom Cruise. Nei nostri viaggi in quel passato intriso di magia e calcio, proviamo subito a sbloccarvi un ricordo: nel giugno del 1997, quale fu l’idea della Federcalcio francese? Vi diamo un indizio. Anzi: ve ne forniamo quattro. Oltre alla Francia, Italia, Brasile e Inghilterra.
Il torneo di Francia
Sì, proprio così. Si tratta del Torneo di Francia del 1997, il primo antipasto del mondiale del 1998 (probabilmente il più bello di sempre) e di per sé un torneo che non ha avuto eguali. Sì, c’è la Confederations Cup: ma è una storia differente. Oggi sarebbe di fatto impensabile immaginare una federazione nazionale organizzare un torneo del genere con avversari così importanti. Del resto, parliamo del Brasile campione del Mondo in carica, dell’Italia vicecampione del mondo e dell’Inghilterra semifinalista ad Euro ’96. Completava ovviamente la squadra di casa, allenata da Jacquet.
Ma partiamo dagli azzurri. Maldini, e non ne fa mistero nessuno, è freddo e non accoglie con estrema gioia l’invito della federazione. Dal 3 all’11 giugno, di fatto, aveva altri piani per la sua nazionale, a maggior ragione dopo la brutta sconfitta degli juventini in finale di Champions con il Dortmund. Buona parte di quella squadra era di fatto bianconera: avrebbe dovuto convocato giocatori demotivati o, peggio, al limite fisico. Ale Del Piero, ad esempio era appena rientrato da un infortunio: con il solo secondo tempo della gara di Monaco di Baviera, Maldini si convinse però della convocazione.
Tra gli altri 22, qualche faccia nuova e il ritorno di Pagliuca tra i pali (riserva di Peruzzi). Soprattutto, l’esordio di Jimmy Maini. Ve lo ricordate? All’anagrafe Giampiero, una storia di Roma e Vicenza e pure Milan. In quell’annata fu decisivo per i biancorossi: fu suo il gol decisivo in Coppa Italia con il Napoli. Si sarebbe giocato il posto con Eusebio Di Francesco, ala del Piacenza, mentre in difesa c’era Stefano Torrisi, centrale del Bologna. Fuori Ravanelli, fuori Roby Baggio. Tanti giovani e ‘assalto’ ai favoritissimi: i brasiliani.
Quattro squadre incredibili
Già, e chi c’era tra i verdeoro? L’imbarazzo della scelta è un eufemismo: Romario e Ronaldo guidano il gruppo, il signore e il ragazzo dalle mille speranze già trasformate in certezza. Poi Roberto Carlos nel periodo d’oro, Denilson che non smetteva di stupire. Tra gli inglesi, il blocco United era quello da temere: i fratelli Neville, Beckham, Paul Scholes. Tutti del ’74 e Phil Neville addirittura del ’77, quindi a soli vent’anni. C’era Sheringham, numero dieci, e soprattutto Alan Shearer, 9 del Newcastle. C’era persino Gareth Southgate, attuale commissario tecnico dei Tre Leoni.
Enfin, la Francia. Di Laurent Blanc e Didier Deschamps (a proposito di juventini delusi), di un giovanissimo Patrick Vieira e del duo Desailly-Dugarry. Soprattutto, del dieci, di Zizou Zidane, ad altezza Pallone d’Oro. E la prima partita è proprio tra Zinedine e Ronaldo, i due volti giovani e fortissimi del torneo. Come finirà? Pure qui: va sbloccato un altro ricordo. Avete presente la punizione impossibile di Roberto Carlos, giusto? Ecco, andiamo nel preambolo: al 22′, l’arbitro concede un calcio di punizione alla squadra di Zagallo, Deschamps nel tentativo di trattenere Romario gli è franato addosso. Roberto Carlos, mani sui fianchi, raccoglie il pallone poco distante e ha un’intuizione: sa benissimo della distanza, delle complicazioni. Semplicemente, non gli interessano.
Prende allora il pallone tra le mani e nota la differenza sostanziale con quelli con cui aveva giocato fino a quel momento: pesava poco, pesava nulla. Che quasi ci potevi giocare in spiaggia. Piazza la sfera e prende la rincorsa: dell’effetto Magnus c’è già chi ne parla abbastanza, ma tra attrito e potenza sovrannaturale, la traiettoria di quel colpo sarà il tratto distintivo dell’enorme potenziale di quel ragazzo. Keller firmerà l’1-1 all’ora di gioco, ma in testa per tutto il torneo ci sarà solo quel bolide di RC.
Uno spot per i mondiali
Inghilterra e Italia chiamate alla seconda partita. Maldini gioca di rimessa, com’era già capitato: davanti a Peruzzi, Ferrara–Costacurta–Cannavaro. Ci sono Di Livio e Benarrivo sugli esterni; Di Matteo a fare da scudiero di Albertini e Dino Baggio a infilarsi. Davanti è gioia e prepotenza: Zola e Casiraghi. Sheringham e Wright per gli inglesi, c’è Beckham sull’ala destra e Scholes sul lato opposto, da interno di centrocampo. Proprio il mediano dello United lancia Wright, che brucia Ferrara e sorprende Peruzzi. Sarà la prima, ma non l’ultima disattenzione della Nazionale. Che accusa la rapidità dei britannici e non riesce a porvi rimedio. Peruzzi salva ancora un paio di volte, ma le critiche no, non sa come pararle: sarà addirittura Platini ad accusare gli italiani di scarso impegno.
Come rifarsi? Con Italia-Brasile, con la ferita del Mondiale probabilmente ancora sanguinante. E con lo Stade de Gerland di Lione colmo e pieno di colori. Il giorno prima, la Francia aveva perso contro i Tre Leoni, gol di Shearer nel finale. E gli Azzurri, stavolta, cambiano volto e attitudine, persino uomini. Dal primo minuto, in attacco ci sono Christian Vieri e Del Piero, fuori con l’Inghilterra. E lo juventino è ispiratissimo: al primo affondo, Bobo crossa sul palo lontano e trova ADP, meraviglioso nell’anticipo e nell’insaccare. Gli azzurri sono avanti: quanto durerà? Più del previsto. Più delle minacce di Ronaldo. Albertini raddoppia al 24′ su punizione con la deviazione decisiva di Pluto Aldair. Alla mezz’ora, la Seleçao accorcia con il solito sinistro del solito Roberto Carlos (stavolta la deviazione è di Lombardo).
Il giocatore da temere però è Denilson. Sfila alla difesa italiana come pochi giocatori hanno fatto. Del Piero chiude il carico da novanta e abbraccia subito Inzaghi: il 3-1 arriva su rigore e a procurarselo è stato SuperPippo. Poi, il Fenomeno Show. Con Ronaldo che prima sfugge a Cannavaro, poi salta diretto Costacurta e infine spiazza Pagliuca: 3-2. Non contento, nell’azione finale, R9 trova alla perfezione Romario, che abbatte Lombardo e salta nuovamente Costacurta. Superato Pagliuca, ha solo la rete davanti e la firma in calce sul 3-3.
Come si è fatto a ripartire dopo un match del genere? Beh, le emozioni non sono state certamente le stesse. A Parigi, l’Inghilterra cadeva con il Brasile (Romario); al Parco dei Principi, il 2-2 dell’Italia con la Francia. A vincere il torneo? A sorpresa, l’Inghilterra.