È difficile stabilire con certezza cosa si intenda parlando di «tormentoni dell’estate». In Italia, probabilmente, due su tre vi risponderanno citandovi qualche nome lontano – o magari vicino – di calciomercato. Uno su tre vi parlerà di tormentoni musicali. Non cambia la sostanza.
Se è vero che quando gioca la nazionale in Italia ci sono contemporaneamente 60 milioni di allenatori, è altrettanto vero che durante la sessione estiva di calciomercato troviamo almeno 40 milioni di esperti in finanza sportiva. «Quando è così è già fatta», «è lui il mister x», «chi ci guadagna dallo scambio», «è troppo per uno così», e via discorrendo: sono solo alcune delle indimenticabili e fantascientifiche espressioni di un linguaggio che, prendendo spunto dal quotidiano e dalla quotidiana finanza, si è arricchito nel tempo di nuove e interessanti forme dialettali.
Ma non tutti i tormentoni hanno la stessa, affascinante, storia. Quella che riguarda il passaggio di Mohamed Salah dalla Fiorentina, meglio dal Chelsea, alla Roma, nell’estate del 2015, merita in questo senso una menzione speciale.
Le premesse dell’affare Salah
Nel gennaio del 2013, in barba al buon gusto di non strapagare i giocatori nel mercato invernale, il Chelsea spende 15 milioni di euro per Salah, rimpinguando le casse del già ricco Basilea. L’egiziano, meglio conosciuto come “il Messi delle Piramidi”, arriva a Londra con poca pressione e tanta voglia di mettersi in mostra in un campionato davvero competitivo.
Per sua sfortuna, come altri prima e dopo di lui – su tutti Lukaku e De Bruyne –, Mourinho non lo vede, anche perché José si è innamorato di un esterno colombiano che gioca nella Fiorentina: Juan Cuadrado. L’offerta del Chelsea, appena un anno dopo l’arrivo di Momo, nel 2014, mette sul piatto Salah (in prestito per sei mesi) come contropartita per il colombiano, oltre ad una trentina di milioni. L’affare va in porto e Salah, a Firenze, sceglie una maglia particolare: la 74. Particolare perché 7+4 fa 11. Ma questa è un’altra storia (e ricorda un altro tweet, ci torneremo).
Salah alla Fiorentina è semplicemente un sogno di mezza (in tutti i sensi) estate. Le sue discese palla al piede, la sua forza in contropiede e il suo mancino letale, fanno di lui un giocatore unico, almeno nel nostro campionato. Esordisce l’8 febbraio, il 14 già va in gol contro il Sassuolo. Il 26 febbraio segna il primo gol in Europa League, nel 2-0 al Tottenham. Il 5 marzo segna una doppietta memorabile alla Juventus, nel 2-1 di Coppa Italia – i bianconeri non perdevano allo Stadium dal 2013).
La Fiorentina si muove subito per trattare con il fenomeno egiziano il rinnovo del prestito. Fate attenzione. Si parla di un milione di euro per il prolungamento di un anno, di 18 milioni per il riscatto definitivo. Ma sui giornali, né dal sito ufficiale della Fiorentina (o del Chelsea), si tace una clausola che conoscono solo Salah, i suoi legali e Della Valle: la carta della discordia.
Secondo questa clausola, Salah è libero di andarsene dalla Fiorentina a fine stagione. È qui che l’egiziano inizia a manifestare inquietanti e lunghi periodi di silenzio. La stampa parla di un interessamento forte dell’Inter, peraltro mai ufficialmente smentito dai nerazzurri.
Inizia un mese di provocazioni, insulti più o meno espliciti e frecciatine più o meno serie tra i Della Valle e la nuova proprietà cinese dell’Inter.
Il patron viola prova, nel frattempo, a far parlare i verdoni. L’offerta a Salah non è banale: adeguamento del contratto fino a 3 milioni netti d’ingaggio per 4 anni più bonus, in cambio di una firma con cui Salah rinnova le promesse.
La complicata trattativa per Salah
Ma l’egiziano snobba la proposta, e Della Valle passa alle maniere forti. Il patron viola comunica a Salah “l’ultimatum”. «Altrimenti ti porto in tribunale», testuale.
Il 2 luglio del 2015 è la data fatidica. La società viola invia una raccomandata a Salah per ricordargli che il ritiro a Moena inizia il 13 luglio, e che lo attendono lì per rinnovare le fedi nuziali. Ma manca uno dei due sposi. Peggio, un’altra si è messa di mezzo. Ancora non si capisce se sia l’Inter o meno, ma intanto Salah fa rispondere il suo agente, l’avvocato Ramy Abbas: «Abbiamo deciso, non restiamo alla Fiorentina: Salah si trasferirà in un altro club italiano». Da qui è impossibile tornare indietro.
Della Valle, manco fosse un agente segreto, va a caccia di prove. Ma le sue tracce non riescono a raggiungere il bosco, fermandosi poco fuori le mura cittadine. Al di qua, c’è una lupa seriamente intenzionata a strappare l’egiziano al Giglio. La procedura del patron viola è semplice ma disarmante.
Sembra di stare in un episodio di Law & Order. Viene inviata una lettera di diffida all’Inter, rea di aver contattato un giocatore ritenuto sotto contratto, mentre il vice-presidente Panerai tuona su Twitter, rivolgendosi a Malagò: «Non si può tollerare che le firme e i regolamenti valgano meno di zero». L’Inter risponde: «Nessuno si deve permettere di parlare a sproposito della nostra società mettendone in discussione solidità e trasparenza. Nessuno si deve permettere di offendere il club e di conseguenza i tifosi, con dichiarazioni che sono totalmente prive di ogni fondamento». Poi, con toni da telenovela d’amore: «La Fiorentina sta chiaramente cercando di coinvolgere l’Inter in una vicenda che non la riguarda, per coprire un problema fra lei e il giocatore Salah».
Il quale peraltro non risponde, non aggiorna il suo – attivissimo – account Twitter. Si limita a postare qualche foto su Instagram. Sono foto che lo ritraggono rilassato e senza pensieri.
Perché? Per quella famosa clausola del rifiuto di cui sopra. Un diritto che il club riteneva fosse da esercitarsi entro il 30 giugno (dunque scaduto), e che invece per i legali di Salah era da intendersi come un termine entro cui il giocatore avrebbe dovuto presentare richiesta scritta di rimanere.
La conclusione: Salah Roma!
Conosciamo tutti la conclusione di questa incredibile storia. Il cartellino di Salah torna di proprietà del Chelsea, ma ad approfittare del caos generale c’è la Roma, che con un corteggiamento lampo lo porta nella capitale. Tra luglio e agosto Salah torna a cinguettare: l’annuncio del cambio della foto profilo (col numero 11 anziché il 74 viola), e la sentenza sull’atto: done, fatto.
Il 6 agosto firma con la Roma e il 25 ottobre, alla nona di campionato, segna alla Fiorentina, al Franchi, prima di rimediare un cartellino rosso.
Con la Roma realizzerà 34 gol in 83 partite, ma anche qui non terrà fede alle parole dell’arrivo: «rimarrò per molti anni, sono stanco di viaggiare». Ma nel 2017 partirà alla conquista di Liverpool, per diventare uno dei giocatori più forti del pianeta.