Dopo la vittoria sul Torino di sabato pomeriggio l’Inter ha atteso il risultato di Milan-Juventus prima di riappropriarsi definitivamente dello status di capolista.
Con la sconfitta dei rossoneri infatti la squadra di Simone Inzaghi ha mantenuto il punto di vantaggio sui rivali cittadini, chiudendo quindi la breve parentesi che l’ha vista scendere al secondo posto dopo il pareggio contro il Bologna.
Una notevole prova di forza della Beneamata, che ha ottenuto una vittoria con 3 gol di scarto fuori casa senza troppa fatica e tutto sommato gestendo bene le forze in vista dell’impegno di Champions League contro il Salisburgo.
La gestione delle forze e l’apporto della panchina
Simone Inzaghi ha colto una vittoria fondamentale per il cammino in campionato riuscendo a gestire bene le risorse, cosa non scontata dopo la sosta per le nazionalii.
Due titolari nerazzurri a riposo inizialmente in Torino-Inter, Bastoni e Dumfries, con il secondo che entra nell’ultimo terzo di gara risultando decisivo, e altri tre, ovvero Dimarco, Pavard e Barella, che vengono sostituiti poco prima dell’ora di gioco, con il punteggio ancora sullo 0-0.
La forza dell’Inter risiede anche nell’avere la possibilità di cambiare l’inerzia delle partite grazie agli ingressi dalla panchina. A parte il reparto d’attacco, dove la programmazione è stata stravolta dal caso Lukaku in estate e che al momento soffre l’assenza di Marko Arnautovic, la squadra nerazzurra sembra poter ruotare gli uomini in maniera quasi scientifica senza risentirne troppo.
Un giocatore come Federico Dimarco, che raramente riesce a giocare 90 minuti a pieno regime, ha un’alternativa di assoluto livello come Carlos Augusto che normalmente gli risparmia sempre l’ultima mezzora di gara.
Anche in assenza di Juan Cuadrado, Denzel Dumfries (2 gol e 3 assist finora, tante partecipazioni ai gol quanto tutta la scorsa stagione) può tirare il fiato grazie ad un giocatore di sicura affidabilità come Matteo Darmian, che può fare indifferentemente l’esterno a tutta fascia o il braccetto di destra in difesa in alternativa a Pavard.
In difesa, il giovane Bisseck può tranquillamente crescere e prendere confidenza con la realtà del campionato italiano dato che la rotazione tra Bastoni, Acerbi e de Vrij consente di avere sempre un giocatore fresco ad ogni match anche senza rischiare il tedesco che deve ancora inserirsi al meglio in squadra.
Nel reparto di centrocampo Frattesi talvolta fa il Barella meglio di Barella, mentre Mkhitaryan ha sia in Klaassen che in Sensi due alternative valide. Chi appare forse insostituibile è Calhanoglu, con Kristjan Asllani che non ha pienamente convinto la volta che l’ha dovuto sostituire nell’undici titolare contro la Real Sociedad, ma in partite successive il giovane albanese è apparso in crescita.
C’è anche un altro giovane, Agoumé, a disposizione per quel ruolo, ma certamente il turco appare come l’uomo chiave dello schieramento nerazzurro, proprio come sembrava Brozovic prima che proprio lo stesso Calhanoglu si scoprisse perno del centrocampo allo stesso livello, se non superiore.
La consapevolezza della propria forza
Nonostante due passi falsi in campionato, la sconfitta contro il Sassuolo e il pareggio contro il Bologna, entrambi arrivati peraltro dopo essere passati in vantaggio, l’Inter di quest’anno sembra avere una consapevolezza delle proprie forze che la rende la favorita per il campionato.
Senza dubbio il cammino in Champions League nella scorsa stagione ha fatto crescere moltissimo la confidenza di tanti giocatori, che scendono in campo sempre tranquilli e determinati, in grado di imporre il proprio gioco ma anche di contenere le iniziative avversarie senza perdere coesione.
L’esempio più lampante di questa maturità lo si ritrova nel capitano, Lautaro Martinez: forte anche di un titolo di Campione del Mondo conquistato con l’Argentina nella scorsa stagione, quest’anno il Toro impressiona per la naturalezza con cui va in rete a ritmi impressionanti (già oltre i 10 gol in campionato, solo Serhou Guirassy ha fatto meglio di lui con 14 reti in 7 giornate di Bundesliga).
Contro il Torino per un’ora abbondante Lautaro è stato costretto a giocare lontano dalla porta, contrastato benissimo dalla difesa granata, ma rispetto a partite simili giocate nelle scorse stagioni non ha dato segnali di nervosismo ed impazienza. Alla fine il gol è arrivato, senza che l’attaccante si sia lanciato in gesti di insofferenza e discussioni con gli avversari che spesso caratterizzavano le sue partite all’inizio della scorsa stagione.
Se l’Inter riuscirà a mantenere questa solidità mentale per tutta la stagione sarà un passo avanti a tutte le altre concorrenti per lo scudetto.