Si chiude il 2021 anche in Premier League e al giro di boa il campionato più bello del mondo ci ha già detto tante.
Molte saranno in divenire nel nuovo anno, con i campioni in carica del City pronti a respingere gli assalti di Liverpool e Chelsea che per il momento hanno perso terreno dalla capolista.
Ma entrando nello specifico dei giocatori, ci sono 11 players che più di altri hanno lasciato il segno. Va detto che in Premier League diventa difficilissimo stilare una top 11, considerando l’elevato numero di campioni presenti oltre manica e con tante squadre zeppe di stelle.
Vediamo quindi su chi è ricaduta la scelta dei migliori 11 della Premier League, con un arrembante 4-3-3.
José Sa (Wolves)
L’amico delle nuvole.
Con questo soprannome il portiere dei Wolves si è preso non solo il cuore dei suoi tifosi, ma in diverse occasioni anche la palma del migliore in campo. Insomma i soprannomi mentono raramente e pur giocando in una formazione che non ha grosse ambizioni di classifica, il portoghese è il secondo meno battuto del campionato. 14 gol al passivo in 18 gare: vale a dire gli stessi gol incassati dal Chelsea secondo, due in più del City capolista e due in meno del Liverpool terzo.
A maggior ragione merita la menzione José Sa che con le sue parate sta portando i Wolves all’ottavo posto con 25 punti, non troppo lontano dalla zona europea. 28 anni è arrivato in estate dopo tre stagioni a difesa dei pali dell’Olympiakos in terra greca. Cresciuto in patria nel Maritimo, Sa per due anni ha fatto parte anche del Porto con cui ha messo assieme una ventina di presenze, prima di spiccare il volo verso Atene.
Senza dubbio una delle più belle sorprese della stagione fino a questo momento in Premier League.
Alexander Arnold (Liverpool)
Il miglior terzino destro al mondo.
Chissà quanto lo avrà rimpianto il CT dell’Inghilterra Gareth Southgate: l’esterno destro dei reds ha dovuto saltare l’Europeo per un infortunio e forse con lui in campo la nazionale dei tre leoni avrebbe ottenuto un risultato differente nella finale di Wembley. Quello che è certo, un giocatore di questo calibro se lo gode Jurgen Klopp.
Proprio con il tedesco, Arnold è esploso, mixando fase difensiva a quella offensiva. Un moto perpetuo con un grande feeling con il gol. Insomma il più moderno dei terzini che si merita di diritto un posto nella top 11.
Ruben Dias (Manchester City)
La certezza di Guardiola.
Il portoghese classe 1997, dopo essere stato uno dei migliori difensori dello scorso campionato, si sta confermando ad altissimi livelli anche nella stagione in corso.
In pochi possono vantare un rendimento del genere. Muro umano a livello difensivo, non disdegna di segnare ogni qualvolta sale su corner e palle inattive a proprio favore. E non a caso in 19 presenze per il momento ha trovato il gol in due occasioni, con altrettanti assist. È destinato a diventare il migliore al mondo nel suo ruolo.
Craig Dawson (West Ham)
Anima Hammers.
Alla seconda stagione con la maglia degli Irons, Craig Dawson rappresenta senza dubbio una delle colonne della truppa di Moyes.
Classico difensore britannico è stato uno dei migliori per rendimento, anche nel momento meno facile del West Ham. Affidabile in marcatura, cerca con insistenza la rete su palla inattiva, pur senza trovarla al momento. Un centrale difensivo molto scorbutico e contro il quale tanti attaccanti soffrono.
Sergio Reguilon (Tottenham)
La freccia mancina di Conte.
Uno spagnolo atipico, ma molto importante nell’ingranaggio del Tottenham. A maggior ragione da quando è arrivato Antonio Conte sulla panchina degli Spurs.
Da terzino puro nella difesa a 4, Reguilon si trova ora ad agire da fluidificante sinistro a tutta fascia nel 3-5-2 del tecnico italiano, con la funzione di quinto sulla mediana: difendere e attaccare senza sosta insomma.
Sempre presente nelle 16 gare dei londinesi ha trovato anche la via del gol in una occasione. Il primo in Premier League, dopo aver chiuso a zero reti lo scorso anno al debutto con i bianchi del nord della capitale.
Emile Smith Rowe (Arsenal)
Il nuovo che avanza come un rullo compressore.
Classe 2000, un presente già importante e un futuro da predestinato. L’Arsenal si gode il prodotto del proprio vivaio che è letteralmente esploso in questa stagione.
Il centrocampista offensivo dei gunners ha già messo a segno 8 reti in 17 gare, dopo i due gol a fronte di 20 presenze nella passata stagione.
Perno della mediana di Arteta e della nazionale under 21 inglese, Rowe ha pure collezionato due gettoni con la nazionale maggiore nelle ultime qualificazioni mondiali e segnando. Più predestinato di così.
Jorginho (Chelsea)
La mente dei Blues.
Giocatore maledettamente decisivo nei meccanismi del Chelsea e dell’Italia. Un play a 360 gradi l’ex Napoli che sa alternare qualità a quantità come pochi giocatori in Premier League. Dagli 11 metri è stato amore e odio con la Nazionale, ma con la maglia dei londinesi è un cecchino.
Per il momento 17 presenze, 6 gol e un assist, con la manovra della formazione di Tuchel che passa sempre dalle sue giocate. Un italiano a Londra che detta legge.
Kevin De Bruyne (Manchester City)
Il Jolly dei campioni.
Può agire da attaccante esterno, da mezza punta, da falso nueve e con Guardiola ha imparato anche a fare la mezzala nel centrocampo a tre.
Giocatore completo De Bruyne che ama partire dalla distanza e poi inventare, disegnare e spesso calciare a rete. Il belga non lo scopriamo certo noi, ma una volta ristabilitosi dagli infortuni che hanno condizionato la finale di Champions e parte del Campionato Europeo, Kevin è tornato a livelli stratosferici.
Cinque reti in 14 gare e 4 assist, con Guardiola che se lo tiene bello stretto.
Momo Salah (Liverpool)
Il signore delle Piramidi.
Il valore aggiunto del Liverpool. 15 reti e assoluto cannoniere della Premier League, con 9 assist ad arricchire un bottino stratosferico. Impressionante l’apporto dell’egiziano al gioco del Liverpool.
Con la sua rapidità sfonda sempre a destra e unita ad una tecnica sopraffina diventa chirurgico nei 16 metri finali. Una garanzia per Klopp e per tutto il popolo di Anfield.
Cristiano Ronaldo (Manchester United)
Una certezza.
Non sarà il miglior CR7 di sempre, ma a lungo la carretta allo United, in questa prima parte di stagione, l’ha trainata lui. 14 presenze, 7 gol e 2 assist a bagnare il ritorno a distanza di 12 anni ad Old Trafford.
Un ritorno che per il momento paga sia in campo nazionale e in campo internazionale, pur con tutti i problemi dei diavoli rossi, i quali con Ragnick sembrano aver trovato continuità.
Mason Mount (Chelsea)
L’ago della Bilancia
Classe 1999 e già padrone di tutto: nel Chelsea come in nazionale. 7 gol per Mason Mount il valore aggiunto del Chelsea. Tuchel lo schiera quasi sempre alle spalle della punta, ma il fortissimo inglese svaria su tutto il fronte, inventa, danza, disegna e segna con grandissima facilità.
Un giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero nella loro squadra.
Allenatore, David Moyes (West Ham)
Il riscatto 8 anni dopo.
David Moyes si sta ritagliando una notevole fetta da protagonista in questa Premier League. Poco importa se nell’ultimo mese il suo West Ham ha vissuto un netto calo.
Gli Hammers proveranno fino alla fine a lottare per un posto in Champions, scontrandosi con realtà ben più attrezzata come United, Arsenal e Tottenham.
Non solo, ma Moyes sta guidando alla grande la squadra anche in Europa. Quasi 8 anni dopo il fallimento al Manchester United, per il tecnico scozzese è il momento della riscossa.