C’è spazio un po’ per tutti nella ricerca dei nuovi campioni, specialmente in una città e una società che hanno visto una delle leggende del calcio come Diego Armando Maradona. Ma di Diego ce n’è uno soltanto, e mai come in questi casi la ricerca di qualcuno che potesse anche solo avvicinarsi è stata particolarmente vana. Flop di mercato, giovani che hanno disatteso le aspettative, mezzi campioni sulla carta che si sono rivelati molto più tristi del previsto.
Insomma, la Top11 dei “Bidoni” che hanno vestito la maglia azzurra.
In porta: Nicolas Navarro
Arriva ancora molto giovane nel 2008, entrando in qualche modo nella storia del Napoli che prima di allora mai aveva avuto un portiere straniero in Serie A. E’ però l’unico motivo per ricordarlo, perché le papere colossali (contro Bologna e Sampdoria in particolare) sperano tutti di dimenticarle. Di certo pare si facesse apprezzare invece nei locali notturni che lo hanno visto spesso protagonista.
La linea difensiva: Cribari, Rolando, Fideleff, Armero
Emilson Cribari: una sola stagione a Napoli con nove presenze memorabili per un autogol in Europa League e qualche buco difensivo che spesso è costato la partita. Almeno in quelle poche che ha giocato. Diciamo che, forse, gli anni migliori erano già passati o che è stato un anno particolarmente sfortunato per lui (alla Lazio era andato un po’ meglio).
Rolando: doveva essere il perno della difesa di Mazzarri, arrivato dal Porto in prestito (con un riscatto fissato intorno a i 10 milioni), quasi come fosse davvero un top player. Peccato che la sua presenza (anzi, le sue sette presenze), fu totalmente incolore. Per tutti, tranne che per Mazzarri, che lo volle anche l’anno dopo all’Inter (dove in effetti andò decisamente meglio).
Ignacio Fideleff: se per i nomi precedenti si può avere se non altro il dubbio che fosse la loro esperienza napoletana a non aver avuto molta fortuna, in questo caso si può senza dubbio parlare di “Bidone” vero e proprio. La vera follia fu di fargli firmare addirittura un contratto di cinque anni (!) timbrando però solo tre presenze nel primo anno, per poi provare nelle stagioni successive a farlo riscattare dopo qualche prestito, con pessimi esiti (a Parma giocò solo 1 partita e dovette poi andare in giro per il mondo per trovare qualche misero spazio).
Pablo Armero: se sulla fascia sinistra a Udine aveva fatto molto bene (69 presenze e anche 3 reti), a Napoli certo non si può dire altrettanto. Giocò certo quasi tutte le partite in stagione, ma senza mai brillare troppo tante che anche per lui poi furono pronte le valigie del prestito negli anni successivi, con risultati ancora più modesti e solo sporadiche apparizioni (sia al West Ham che al Milan e al Flamengo).
La linea di centrocampo: De Guzman, Donadel e Radosevic
Jonathan De Guzman: allora diciamolo, De Guzman era in effetti considerato un potenziale campione nei suoi primi anni al Feyenoord. Persino qualche infortunio pesante sembrava alla spalle dopo le sue prime uscite a Napoli che sembravano convincenti. Poi però si è perso definitivamente, in campo e soprattutto nelle gerarchie di Sarri che lo ha lasciato sempre più spesso fuori dalle (poche) rotazioni. Finisce comunque con 23 presenze e sette reti, quindi più che un bidone possiamo parlare di un rimpianto, per come poteva essere (e non è stato).
Marco Donadel: possiamo anche dire che molti di questi nomi, non hanno avuto particolare fortuna nel Napoli. Anche Donadel era arrivato con tutte le buone intenzioni del caso, ma un brutto infortunio ne ha subito bloccato la crescita e la convinzione, venuta fuori solo in sporadiche apparizioni, mai troppo costante e mai troppo affidabile comunque.
Josip Radosevic: arrivato giovanissimo nelle file del Napoli (tanto da essere prima aggregato nei primavera), il nome di Radosevic era praticamente sconosciuto a tutti. E così rimase negli anni a venire, visto che timbrò solo nove presenze prima di andare in prestito tra Croazia e Spagna e finire svincolato.
La linea di Attacco: Datolo, Hoffer e Vargas
Jesus Datolo: qua le opinioni però sono discordanti. Perchè Datolo almeno qualche buona partita l’ha fatta (come quella dove ha letteralmente fatto cambiare passo al Napoli contro la Juventus a Torino, finendo per segnare un gol e servire l’assist della vittoria). Poi però il suo rendimento cala, forse anche per qualche diatriba con il presidente De Laurentiis (che lo voleva persino multare per aver leso l’immagine della società a seguito di qualche foto “Osè” per una rivista gay argentina). Morale, subito via in prestito e poi in via definitiva all’Espanyol.
Erwin Hoffer: chi invece proprio non si è trovato per niente con la maglia del Napoli, è stato questo attaccante austriaco con ben poco sangue latino in corpo. Già, perchè dopo aver segnato a raffica a Vienna, con i partenopei mise insieme solo otto presenze e una marcatura. Per fortuna di tutti (giocatore e Napoli), dalla stagione successiva fu un via vai di prestiti a squadre tedesche in cui riuscì a fare anche la sua figura.
Edu Vargas: se però vogliamo parlare di vero e proprio “flop” di mercato, nessuno può eguagliare Vargas. Al suo arrivo a Napoli tutti sono convinti di aver trovato finalmente un nuovo idolo per l’attacco azzurro. E tutti si sbagliarono di grosso. Una decina di milioni dati alle ortiche, cercando invano di recuperare qualcosa dai prestiti con diritto di acquisto, ma nessuno fu così sciocco poi da accettare.