Non è solo Zlatan Ibrahimovic. La Nazionale svedese, che si è qualificata ad Euro 2020 in modo piuttosto brillante, ha vissuto in seguito un momento di euforia seguito da uno di tristezza: euforia perché il suo totem Ibrahimovic aveva ricucito il rapporto con mister Andersson e si era reso disponibile per il Campionato Europeo; tristezza perchè l’attaccante del Milan si è infortunato e non prenderà parte alla rassegna continentale.
Ma attenzione alla formazione nordica, che spesso regala grosse sorprese: per informazioni, chiedere a Giampiero Ventura.
Il CT: Janne Andersson
Janne Andersson è una “vecchia volpe” del calcio scandinavo. Classe 1962, Andersson è calcisticamente cresciuto nelle serie minori svedesi, per poi sedersi stabilmente in panchina a partire dal 1990, dove affianca l’ex romanista Jonas Thern alla guida dell’Halmstad. Dopo qualche esperienza in giro per il paese, a partire dal 2000 torna all’Halmstad nuovamente da assistente, per diventare coach principale a partire dal 2004.
Nel 2011 passa all’ l’IFK Norrköping , che poi nel 2015 conduce al titolo dopo quasi trent’anni di astinenza.
Nel 2016, poi, la Federcalcio svedese lo promuove alla Nazionale maggiore, dove coglie subito un risultato di grande prestigio: con una formazione piuttosto modesta e senza l’apporto di Zlatan Ibrahimovic (con cui vi erano dissidi tecnici), arriva a giocarsi gli spareggi di qualificazione al Mondiale 2018 contro l’Italia. E contro ogni pronostico, riesce ad ingabbiare l’Italia di Ventura battendola 1-0 a Solna e pareggiando 0-0, eliminando gli azzurri e qualificandosi al Mondiale.
Tatticamente parlando, Andresson schiera i suoi ragazzi con un rigido 4-4-2, con l’ex giallorosso Olsen in porta, difesa in linea da destra a sinistra con con Lustig, Helander, Lindelof e Bengtsson. A metà i due centrocampisti centrali dovrebbero essere Olsson e Larsson, ma attenzione ai ricambi di Serie A di nome Ekdal e Svanberg.
E’ probabilmente sugli esterni che si sviluppa il gioco offensivo, settori in cui prendono spazio Kulusevski e Forsberg. Kulusevski che, all’occorrenza, può anche essere spostato a seconda punta (come visto in qualche occasione nella Juve di Pirlo). Nel caso, il tornante diverrebbe Claesson.
In avanti, detto della pesantissima assenza di Zlatan Ibrahimovic, l’accoppiata dovrebbe essere formata da Isak (punta della Real Sociedad) accompagnata da uno tra Quaison del Mainz o Berg del Krasnodar.
La stella: Emil Forsberg
Con il forfait di Ibrahimovic, il ruolo di giocatore-simbolo di questa nazionale diventa senza alcun dubbio di Emil Forsberg, esterno di centrocampo classe 1991 di proprietà del Lipsia.
Forsberg è forse uno dei principali simboli della grandissima ascesa del club tedesco: acquistato nel 2015 dal Malmoe, dove si era formato, approda al Lipsia finchè quest’ultimo è ancora in seconda serie. Dopo aver contribuito in modo determinante alla promozione in Bundesliga, Forsberg diventa uno dei migliori calciatori della massima serie tedesca, diventando a tutti gli effetti il miglior assist-man del campionato. Ala velocissima e molto abile tecnicamente, possiede ottime capacità atletiche che vanno unite ad una certa precisione nel tiro dalla distanza.
A qualcuno, potrebbe ricordare il nostro Federico Chiesa.
La sorpresa: Dejan Kulusevski
Sappiamo tutti già molto del classe 2000 di proprietà della Juventus: molti peraltro si aspettano che Euro 2020 possa corrispondere alla sua consacrazione definitiva, dopo un campionato in chiaroscuro.
L’esterno bianconero nasce a Stoccolma nel 2000, per crescere calcisticamente nell’impronunciabile formazione del Brommapojkarna. Dobbiamo ringraziare l’Atalanta che lo scova ad appena 16 anni e ne fa un fulcro della propria formazione Primavera. Dopo aver esordito nel 2018 in Serie A, va in prestito al Parma dove D’Aversa lo esalta e lo fa diventare un punto fisso del suo attacco accanto a Gervinho e Inglese. Con 10 gol in 36 presenze, la Juventus decide di non farselo scappare e punta su di lui per il centrocampo di Pirlo.
Mancino offensivo, può essere schierato sia come esterno di centrocampo che come attaccante esterno o seconda punta. Abile nella verticalizzazione e dotato di grande fisicità, con Forsberg dovrebbe comporre un duo di laterali potenzialmente letali.
La Svezia all’Europeo
Parlando di statistiche, il risultato migliore della Svezia agli Europei è senza dubbio quello del torneo del 1992, quando nel torneo di casa arrivò alle semifinali e fu costretta ad inchinarsi alla Germania. Era quella la Svezia dei vari Brolin, Thern, Dahlin e Kenneth Andersson.
In seguito, poca gloria: il secondo miglior risultato è quello del 2004, quando in Portogallo raggiunse i quarti di finale (sconfitta ai rigori con l’Olanda). Nell’ultimo Europeo, quello del 2016, la corsa degli scandinavi si fermò al primo turno, quando terminò il girone con un solo punto e venne eliminata.