Il calcio sudamericano, a fine novembre, ha un appuntamento tra i più importanti in assoluto, con la disputa della Finale della Coppa Libertadores, che nell’edizione 2021 vede opposte Palmeiras e Flamengo.
Già, la Coppa Libertadores, ovvero il corrispettivo della nostra Champions League. E come la nostra Champions League, anche la prestigiosa Coppa del continente sudamericano contiene storie emozionanti, aneddoti e molto altro da dire.
Andiamo pertanto a conoscere la storia della Coppa Libertadores.
Coppa Libertadores: la nascita
La Coppa Libertadores ha da poco compiuto 60 anni: infatti, la manifestazione più importante per i club calcistici del sudamerica ha visto la luce nel 1960, quando la Conmebol (la Federazione calcistica di quel continente) decide di ideare un torneo che metta a confronto tutte le squadre vincitrici del proprio campionato, sulla falsariga della Coppa dei Campioni in corso in Europa.
La finalità della Coppa, oltre che di nominare la squadra più forte in assoluto, aveva anche la funzione di fornire ai Campioni d’Europa un avversario per una nuova competizione, la Coppa Intercontinentale, che avrebbe visto scontrarsi i vincitori della Coppa dei Campioni e quelli della Libertadores.
Sono 7 le squadre partecipanti alla prima edizione (inizialmente, Perù, Venezuela ed Ecuador non fanno partecipare i rispettivi campioni in carica): San Lorenzo (Campione d’Argentina), Jorge Wilstermann (Bolivia), Bahia (Brasile), Universidad de Chile (Cile), Milionarios (Colombia), Asuncion (Paraguay) e Penarol (Uruguay). Ed è proprio la formazione uruguagia di Alberto Spencer a vincere il torneo inaugurale, inizialmente denominato “Copa de Campeones de América“.
L’ampliamento alle seconde classificate
Il nome “Libertadores” viene attribuito alla Coppa a partire dal 1965, quando , su proposta della Federazione Uruguayana, si sceglie di dare l’accesso alla manifestazione anche alle squadre seconde classificate: ecco che l’appellativo “campeones” non ha più senso di esistere e si passa, appunto, a “Libertadores”, in omaggio ai caduti delle Guerre di Indipendenza del continente latino.
Il dualismo Independiente – Estudiantes
La Coppa Libertadores, fin da subito, fa capire al pubblico come potrà essere caratterizzata da veri e propri “cicli”.
L’edizione del 1964, infatti, viene vinta dall’Independiente di Avellaneda: sarà l’inizio di una sorta di egemonia, dal momento che “i diavoli rossi” alzeranno la Coppa in ben 6 occasioni nei successivi 11 anni. La cosa non è sorprendente, se si pensa che in quegli anni il ciclo vittorioso è stato contraddistinto dalle prodezze dei vari Francisco Sá, José Omar Pastoriza, Miguel Ángel Santoro, Ricardo Bochini e Daniel Bertoni (quest’ultimo, poi, che vedremo in Italia a Firenze e a Napoli).
L’unica squadra che riesce a tenervi testa è l’Estudiantes, campione per tre volte consecutive dal 1968 al 1970, a testimoniare la superiorità del calcio argentino in quel periodo storico.
Anni ’80, l’oscura lotta colombiana
Gli anni ’80 vivono una sorta di “pausa” per quanto riguarda la ciclicità delle formazioni vittoriose. Vi è infatti una alternanza di trionfi abbastanza marcata, ma ciò che resta impresso è senza dubbio il dualismo tra le formazioni colombiane del America di Calì e dell’Atletico Nacional, che in campo proiettavano la rivalità tra clan rivali dei cartelli della malavita colombiana.
L’America riesce ad arrivare al massimo in finale, nel 1985, dove perde contro il Penarol; discorso diverso per l’Atletico Nacional, capace di vincere il trofeo nel 1989. Quest’ultima formazione, peraltro, poteva contare sul funambolico portiere Renè Higuita e il fortissimo difensore Andres Escobar, che finirà purtroppo ucciso poco dopo USA ’94.
Anni Duemila: l’epoca Boca Juniors
Nei primi anni Duemila, la Libertadores ha una sola protagonista: il Boca Juniors, formazione argentina allenata da Carlos Bianchi. Con un attaccante supremo come Carlos Tevez e un difensore affidabile come Nicolas Burdisso, vince 4 Coppe in otto anni, togliendosi la soddisfazione di battere anche il Milan nel 2003 nella successiva Intercontinentale.
Il Superclasico del 2018
Ma dovendo scegliere una Finale su tutte, ogni cittadino del sudamerica non potrà che nominare quella del 2018, quando le due super rivali River Plate e Boca Juniors si sono trovate all’ultimo atto, con una miriade di tensioni a Buenos Aires che hanno addirittura costretto gli organizzatori a spostare la finale di ritorno al Santiago Bernabeu di Madrid.
Alla fine, ha la meglio il River di Gallardo, che col suo quarto titolo in assoluto diventa una delle formazioni più vincenti del continente sudamericano, seppur alle spalle proprio del Boca.
Coppa Libertadores: le squadre più vincenti
Sono le argentine Independiente (con 7 titoli) e Boca Juniors (con 6) a guidare l’elenco delle formazioni più vincenti nella Libertadores. La prima formazione non argentina in classifica è il Penarol, terza con 5 trionfi.
Independiente (Argentina) | 7 |
Boca Juniors (Argentina) | 6 |
Peñarol (Uruguay) | 5 |
Estudiantes (Argentina) | 4 |
River Plate (Argentina) | 4 |
Olimpia Asunción (Paraguay) | 3 |
San Paolo (Brasile) | 3 |
Nacional (Uruguay) | 3 |
Santos (Brasile) | 3 |
Grêmio (Brasile) | 3 |
Cruzeiro (Brasile) | 2 |
Flamengo (Brasile) | 2 |
Palmeiras (Brasile) | 2 |
International (Brasile) | 1 |
Atlético Nacional (Colombia) | 1 |
Colo-Colo (Cile) | 1 |
Racing Club (Argentina) | 1 |
Argentinos Juniors (Argentina) | 1 |
Vélez Sarsfield (Argentina) | 1 |
Vasco da Gama (Brasile) | 1 |
Once Caldas (Colombia) | 1 |
Liga Deportiva Universitaria de Quito (Ecuador) | 1 |
Corinthians (Brasile) | 1 |
Atlético Mineiro (Brasile) | 1 |
San Lorenzo (Argentina) | 1 |